⚔️ Gli Arabi in Sardegna: incursioni e tentativi di conquista
Contrariamente a quanto avvenne in gran parte della Penisola Iberica e in Sicilia, gli Arabi non conquistarono mai stabilmente la Sardegna. Tuttavia, a partire dall’VIII secolo, l’isola fu oggetto di numerose incursioni saracene, specialmente lungo le coste.
VIII–IX secolo: prime scorrerie di flotte arabe e berbere lungo le coste sud-occidentali e orientali dell’isola.
846 d.C.: attacco al porto di Cagliari.
IX–X secolo: intensificazione delle incursioni, in particolare nelle zone di Nora, Tharros, Bosa e Olbia.
XI secolo: alcuni documenti parlano di presenze stabili per brevi periodi nella parte meridionale dell’isola, ma mai un vero dominio politico o militare.
VIII–IX secolo: La Sardegna subisce numerose incursioni da parte di Arabi e Berberi, senza però mai essere completamente conquistata.
705: Prima incursione araba a Sant’Antioco, proveniente dall’Egitto.
709: Inizio delle spedizioni dalla penisola iberica. Si impone la Jizya (tributo) ai sardi nel 753.
807: Sconfitta araba sulle coste di Oristano. Evento citato anche nella Cronaca di Saxo.
810–812: Attacchi coordinati a Corsica e Sardegna. Entrambe le operazioni falliscono.
816: Saccheggio di Cagliari, seguito da una tempesta mortale per gli invasori.
827: Inizio della conquista araba della Sicilia (da Marsala).
X secolo: Le incursioni continuano ma si riducono, mentre nascono i Giudicati sardi come risposta politica e militare locale.
XI secolo: Pisa e Genova intervengono per difendere l’isola, assumendo poi un ruolo di dominio politico e religioso.
La Sardegna, a differenza di Sicilia e Baleari, non fu mai completamente soggiogata dagli Arabi.
Le prime incursioni arabe in Sardegna (VIII secolo)
Nel VII secolo, l’espansione araba nel Mediterraneo fu rapidissima. Gli eserciti arabi conquistarono gran parte del Nord Africa, spingendosi poi verso la Spagna e la Sicilia.
Tra la fine del VII e l’inizio dell’VIII secolo, gli Arabi iniziarono a interessarsi anche alle isole maggiori del Mediterraneo, tra cui la Sardegna, allora sotto il controllo dell’Impero Bizantino.
Secondo alcune fonti storiche, già nel 711, dopo l’ingresso in Spagna, le flotte arabe compirono incursioni sulle coste della Sardegna. Tuttavia, non riuscirono mai a stabilirsi stabilmente nell’isola, sia per la resistenza locale sia per le difficoltà logistiche e geografiche.
La Sardegna durante il dominio arabo in Sicilia
Nel corso del IX secolo, gli Arabi conquistarono la Sicilia, trasformandola in una base strategica per nuove incursioni nel Mediterraneo occidentale.
Durante questo periodo, la Sardegna subì attacchi più frequenti, specialmente lungo le coste. Tuttavia, non esistono prove storiche certe che l’isola sia mai stata completamente dominata dai musulmani.
Alcuni documenti accennano a presenze temporanee o insediamenti minori di Arabi in Sardegna, ma non si può parlare di un vero e proprio governo stabile, come avvenne invece in Sicilia.
Nel complesso, la Sardegna rimase legata all’Impero Bizantino per buona parte dell’alto Medioevo, nonostante le crescenti pressioni esterne.
Mappa araba della Sardegna. Grafica: Piri Reìs
Il periodo successivo e la difesa dell’isola
Nel IX secolo, la Sardegna assistette alla nascita dei Giudicati Sardi, forme di governo locale nate dalla progressiva perdita di controllo dell’Impero Bizantino sull’isola.
Questi nuovi poteri locali — in particolare il Giudicato di Arborea — si organizzarono per resistere alle incursioni arabe, che continuavano a minacciare le coste sarde.
La fine delle incursioni arabe
Con il rafforzamento dei Giudicati e il declino dell’autorità bizantina, le incursioni arabe iniziarono a diminuire. La Sardegna, pur restando esposta alle minacce esterne, riuscì a mantenere la propria autonomia politica grazie al consolidamento delle strutture giudicali.
A differenza di altre isole del Mediterraneo, come la Sicilia, la Sardegna non conobbe mai un vero dominio arabo duraturo.
Trecento anni di tentativi
Le prime incursioni arabe in Sardegna
📍 705 – Attacco a Sant’Antioco La prima incursione araba documentata in Sardegna avvenne nel 705, quando una spedizione partita dall’Egitto colpì le coste dell’isola di Sant’Antioco, allora parte dell’Impero Bizantino.
📍 709 – Inizio degli attacchi arabo-berberi Da questo momento in poi iniziano vere e proprie campagne di razzia da parte di forze arabo-berbere provenienti dalla penisola iberica, già parzialmente islamizzata. Le incursioni diventano più organizzate e penetranti.
📍 753 – Imposizione della Jizya Nel 753 gli invasori riescono persino a imporre la Jizya, una tassa di sottomissione, alle popolazioni locali: segno di un successo militare e politico temporaneo da parte degli Arabi.
La risposta bizantina e il rallentamento delle incursioni
📍 760 – Intervento di Costantino V Nel 760 l’imperatore bizantino Costantino V, ricordato anche nella tradizione popolare sarda (es. S’Ardia di Sedilo), mette a disposizione una flotta navale per proteggere le coste tirreniche, a difesa anche della Sardegna.
📍 807 – Battaglia sulle coste oristanesi Nuove incursioni arabe colpiscono le coste dell’Oristanese, ma vengono pesantemente respinte. L’evento, con gravi perdite per gli invasori, è così rilevante da essere riportato nella Cronaca di Saxo, fonte di rilevanza europea.
📍 810–812 – Fallimenti delle spedizioni arabe Durante questo biennio:
gli Arabi iberici tentano senza successo di conquistare la Corsica;
gli Arabi africani tentano nuovamente di colpire la Sardegna, ma una tempesta in mare ne compromette l’avanzata.
Torre aragonese di Calasetta costruita in difesa delle incursioni arabe. Isola di Sant’Antioco
⚔️ Il saccheggio di Cagliari (816)
Nel 816 gli Arabi riuscirono a penetrare a Cagliari, allora principale centro politico e commerciale della Sardegna bizantina. L’attacco si concluse con un saccheggio della città e la distruzione di diverse strutture civili e religiose.
Tuttavia, sulla via del ritorno, la flotta araba fu colpita da una forte tempesta nel mar Tirreno che causò gravi perdite tra le forze di invasione. Questo evento limitò le conseguenze dell’assalto e ne impedì una possibile occupazione duratura.
🏴☠️ Il confronto con la Sicilia: un successo arabo (827)
A differenza della Sardegna, la Sicilia fu teatro di una conquista duratura da parte degli Arabi.
Nel 827, una spedizione composta da Arabi e Berberi sbarcò a Marsala, nell’ovest della Sicilia, dando inizio a un lungo processo di islamizzazione e dominio musulmano sull’isola.
Questo confronto evidenzia la resilienza sarda rispetto ad altre realtà del Mediterraneo: la Sardegna resistette, anche grazie alla sua conformazione montuosa e alla debole attrattiva strategica rispetto alla Sicilia.
705 gli arabi attaccano la Sardegna
827 gli arabi attaccano la Sicilia
⚖️ L’Età dei Giudicati e gli Arabi in Sardegna
La conquista araba della Sicilia (827–902) segnò la rottura definitiva tra la Sardegna e l’Impero Bizantino. Privata del suo principale collegamento politico e militare con l’Oriente, l’isola fu costretta a organizzarsi autonomamente per fronteggiare le incursioni arabe e la crescente instabilità del Mediterraneo.
Fu in questo scenario che nacque l’Età dei Giudicati, un lungo periodo di governo autonomo e locale, in cui la Sardegna fu suddivisa in quattro entità sovrane: Cagliari, Torres, Arborea e Gallura. Questi regni giudicali rappresentarono un modello unico nel panorama medievale europeo, con un forte radicamento locale e una spiccata identità sarda.
⚔️ Pisa e Genova contro gli Arabi: la difesa (e conquista) della Sardegna
Tra il 1015 e il 1016, le Repubbliche Marinare di Pisa e Genova intervennero militarmente per difendere la Sardegna dagli attacchi arabi, in particolare dalle incursioni guidate da Mujāhid al-ʿĀmirī, sovrano di Denia (Spagna islamica), che tentò di conquistare l’isola.
Sotto la copertura della difesa cristiana nel Mediterraneo, Pisa e Genova colsero l’occasione per estendere la propria influenza politica ed economica sulla Sardegna, ponendo le basi per future pretese territoriali. Il loro intervento segnò l’inizio di una nuova stagione di interferenze esterne nella storia dell’isola.
Pisa e Genova riportano la liturgia cattolica in Sardegna
Da questo momento Pisa e Genova diventano i nuovi dominatori della Sardegna e nel contempo si riallacciano i rapporti con la Chiesa cattolica che reintroduce la liturgia occidentale, soppiantata secoli prima con l’avvento del periodo bizantino.
Chiesa di Bonaria, Cagliari
🌙 L’influenza araba nella cultura sarda
Sebbene la Sardegna non sia mai stata conquistata stabilmente dagli Arabi, la frequenza delle incursioni tra l’VIII e l’XI secolo ha lasciato tracce culturali, linguistiche e materiali che ancora oggi emergono in alcuni ambiti.
Toponomastica: Alcuni toponimi, soprattutto costieri, mostrano tracce linguistiche arabe o arabo-berbere.
Lessico: Parole di origine araba si ritrovano nei dialetti sardi, soprattutto legati alla navigazione, all’agricoltura e alla pastorizia.
Architettura: Alcune tecniche di costruzione rurale, come i tetti a cupola e l’uso di materiali locali in forme geometriche semplici, sono state influenzate da modelli mediterranei, anche arabi.
Artigianato: L’arte della lavorazione dei metalli e dei tessuti potrebbe aver tratto ispirazione da stili decorativi e tecniche arabeggianti diffuse nel bacino del Mediterraneo.
Tradizioni orali: Racconti popolari e leggende sarde presentano elementi comuni con la narrativa araba e nordafricana, in particolare nel tema del “nemico moro”.
L’influenza araba in Sardegna è un esempio di contaminazione culturale indiretta, frutto di contatti bellici, scambi commerciali e migrazioni temporanee nel cuore del Mediterraneo medievale.
🛡️ Indipendenza della Sardegna dal dominio arabo
Nonostante le numerose incursioni arabe tra l’VIII e l’XI secolo, la Sardegna non fu mai conquistata stabilmente dagli Arabi. L’isola rimase sotto l’influenza bizantina fino alla progressiva formazione dei Giudicati Sardi, che rappresentarono un modello di governo autonomo capace di resistere alle pressioni esterne.
A differenza di altre isole mediterranee come la Sicilia, la Sardegna riuscì a preservare la propria indipendenza, mantenendo il controllo locale sul territorio e respingendo ogni tentativo di occupazione permanente da parte delle potenze musulmane.