Il Nuraghe Paddagiu (detto anche Paddaggiu) è il principale sito archeologico del promontorio della Rocca dei Cacciatori, in prossimità della Strada Provinciale 90 che collega Castelsardo a Valledoria. La struttura sorge in una posizione panoramica e strategica, come accade per molte torri nuragiche con funzione di vedetta e controllo territoriale.
Nella segnaletica turistica il nuraghe è talvolta indicato con i nomi alternativi di Nuraghe Su Tesoro o Nuraghe Sa Eni, a testimonianza della complessa stratificazione toponomastica.
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Il nome “Paddagiu” (o “Paddaggiu”) deriva dal sardo e significa “pagliaio”. È probabile che il nome derivi da un utilizzo temporaneo del sito in epoca moderna come deposito di fieno. Altri nomi associati sono “Nuraghe Sa Eni” e “Nuraghe Su Tesoro”, quest’ultimo legato forse alla forma recintata dell’area.

Nuraghe Paddagiu – Scheda Informativa
🗺️ Regione: Anglona, Sardegna settentrionale
🏗️ Tipologia: Nuraghe monotorre con resti di bastione
⛏️ Epoca: Fase finale della civiltà nuragica – frequentato fino al XIII secolo
📏 Altezza: 8,50 m – Diametro: 11 m
Materiale: Blocchi di trachite
🌀 Struttura interna: atrio con due cellette e camera centrale
🔍 Altri nomi: Nuraghe Sa Eni – Nuraghe Su Tesoro
📍 Una posizione strategica sul Rio Cuggiani
Il Nuraghe Paddagiu domina l’ampia vallata del rio Cuggiani, una zona di antichissima frequentazione umana. In epoca nuragica, questa depressione naturale era abitata e controllata da più insediamenti, come testimoniano le domus de janas della Roccia dell’Elefante, di Scala Coperta e della Rocca Bianca.
La sua collocazione su una rupe a strapiombo ricalca perfettamente la logica difensiva delle torri nuragiche, poste in punti elevati per la sorveglianza visiva e la protezione del territorio.
La struttura del Nuraghe Paddagiu
Il Nuraghe Paddagiu è un nuraghe monotorre in trachite, con un’altezza residua di 8,50 metri e un diametro alla base di 11 metri. La torre si sviluppa su due livelli, costruiti con 22 filari di pietra che presentano un’inclinazione variabile tra 9° e 13°.
Secondo le ricostruzioni ipotetiche degli archeologi, il nuraghe era affiancato da un bastione con due torri laterali, una rivolta verso Castelsardo e l’altra in direzione di Valledoria, come suggeriscono alcune fondamenta affioranti e pietre squadrate sparse sul terreno.
🌀 Nuraghe Paddagiu: un ingresso stretto e una camera
L’accesso al Nuraghe Paddagiu è particolarmente suggestivo: si entra attraverso un piccolo varco, che costringe i visitatori a strisciare per pochi metri prima di raggiungere l’atrio. Da qui si dipartono due cellette laterali:
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Quella di sinistra è il cosiddetto “deambulatorio”, e conduce al piano superiore.
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Quella di destra si apre sulla camera circolare principale, dotata di copertura a falsa volta che si restringe a cono verso l’alto.
All’interno si trovano anche due nicchie laterali ricavate nella muratura, probabilmente usate come depositi per armi o derrate alimentari.
🕰️ Una lunga storia di riutilizzo
La costruzione del Nuraghe Paddagiu è attribuita alla fase finale della civiltà nuragica. Tuttavia, il sito fu riutilizzato in epoca romana e rimase frequentato fino al XIII secolo, periodo in cui fu definitivamente abbandonato a causa delle incursioni saracene che devastarono la costa nord della Sardegna.
La presenza di muretti a secco sottostanti lascia ipotizzare riutilizzi successivi, forse legati a piccoli insediamenti agricoli medievali.
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