La miniera di Malfidano a Buggerru iniziò la sua storia moderna nel 1864, quando il governo del Regno d’Italia autorizzò l’ingegnere francese Jean Eyquem a condurre ricerche minerarie sull’antico sito estrattivo, già noto in epoca romana per la presenza di piombo. Oltre al minerale cercato, Eyquem scoprì un importante giacimento di zinco, che lo spinse a fondare la Società Malfidano, dal nome dell’area in cui si trovava la miniera. Da quel momento, Buggerru divenne uno dei poli minerari più rilevanti della Sardegna e dell’intero bacino del Mediterraneo.
- LEGGI ANCHE: BUGGERRU
- LEGGI ANCHE: MINIERA DI MONTEVECCHIO
📜 Cronologia della Miniera di Malfidano
- Epoca romana – Prime attività estrattive di piombo nella zona di Buggerru.
- 1864 – L’ingegnere francese Giovanni Eyquem ottiene la concessione per nuove ricerche minerarie.
- 1865–1870 – Viene fondata la società “Malfidano” e iniziano le prime lavorazioni moderne.
- Fine ‘800 – Espansione degli impianti, costruzione di laverie a Buggerru e Nebida.
- Inizio ‘900 – Boom produttivo: si superano le 200.000 tonnellate annue.
- 1904 – Rivolta dei minatori e Eccidio di Buggerru.
- 1928 – Subentro della Società Pertusola.
- 1955 – Chiusura del cantiere Caitas e fine dell’attività estrattiva.
⚒️ Estrazione intensiva nel sito minerario
Il sito di estrazione era situato ai piedi del monte Caitas, conobbe una rapida espansione a partire dalla fine dell’Ottocento. Alla zona di estrazione in altura si affiancò un impianto di lavorazione a valle, realizzato nel vicino centro di Buggerru, dove la grande spiaggia facilitava le operazioni di pulitura del minerale e il successivo imbarco via mare. Dopo una prima fase sperimentale, la miniera raggiunse in breve tempo un regime produttivo da record per l’epoca, arrivando a estrarre oltre 200.000 tonnellate di piombo e zinco grezzo, destinate ai principali mercati europei.
Per sostenere questi ritmi, l’azienda sviluppò una rete infrastrutturale articolata, dotandosi di laverie moderne per il trattamento del minerale. Le laverie non si trovavano solo a Malfidano, ma anche a Buggerru e a Nebida, dove fu attiva la celebre Laveria Lamarmora. Questi impianti operarono, seppur a fasi alterne, fino agli anni Ottanta del Novecento, segnando profondamente il paesaggio industriale e umano del Sulcis-Iglesiente.
- LEGGI ANCHE: LAVERIA LAMARMORA

⛏️ Declino e chiusura della Miniera di Malfidano
La Miniera di Malfidano continuò a registrare livelli di produzione soddisfacenti fino alla fine degli anni Venti, rispondendo in modo efficiente alle richieste del mercato internazionale. Tuttavia, nel 1928, l’impianto passò di proprietà alla Società Pertusola, segnando l’inizio di un lento ma progressivo declino. Le attività estrattive continuarono con frequenza ridotta fino al 1955, anno in cui venne disattivato il cantiere di Caitas, sancendo di fatto la chiusura definitiva del sito minerario. La fine dell’attività lasciò un’impronta duratura sul territorio e sulla memoria collettiva della comunità di Buggerru.

