🔹 Osini, cuore appartato dell’Ogliastra
Con poco più di millecinquecento abitanti, Osini sorge nel cuore dell’Ogliastra, incastonato ai bordi del suggestivo Tacco di Osini e di un vasto altopiano carsico che alterna rilievi fino ai 1000 metri d’altitudine a fitte foreste di lecci secolari, tra le più caratteristiche della Sardegna centro-orientale.
Il territorio, modellato dal tempo e dall’acqua, è ricco di sorgenti e vallate che si aprono tra pareti calcaree e doline. Tra i corsi d’acqua principali scorre il Rio Pardu, lungo le cui sponde si estendono uliveti, orti e piccoli appezzamenti agricoli, che testimoniano il legame profondo tra gli abitanti di Osini e la loro terra.
Questo ambiente incontaminato, dove si fondono paesaggio montano e ruralità autentica, fa di Osini uno dei luoghi più affascinanti e identitari dell’Ogliastra, ideale per chi cerca una Sardegna silenziosa e piena di vita naturale.
- L’altro paese colpito dall’alluvione del 1951, GAIRO VECCHIA

🏚️ Scheda informativa: Osini Vecchia
- Località: Osini Vecchia, a circa 1 km da Osini Nuova (Ogliastra) – Sardegna centro-orientale
- Altitudine: 500–600 m s.l.m.
- Territorio: Versante del Tacco di Osini e altopiano carsico ricoperto da foreste di leccio
- Fiume principale: Rio Pardu, che scorre nelle vallate sottostanti il borgo
- Anno dell’abbandono: Novembre 1951, dopo la grande alluvione che colpì l’Ogliastra
- Evento storico: L’alluvione del 14–19 ottobre 1951, la più devastante del XX secolo in Sardegna
- Motivazione dell’abbandono: Frane e distruzioni diffuse causate da precipitazioni straordinarie e dissesto del terreno
- Edifici storici conservati: Chiesa di Santa Susanna (XVII secolo), cimitero e fontanella in pietra
- Carattere del borgo: Case in pietra diroccate, viuzze in lastricato, atmosfera di paese rurale ottocentesco
- Valore culturale: Testimonianza viva della vita agro-pastorale dell’Ogliastra preindustriale
- Visita: Percorso pedonale tra i ruderi; accesso libero, consigliate calzature da trekking
- Periodo consigliato: Primavera e autunno – clima mite e ottime condizioni per l’escursione
- Nei dintorni: Gairo Vecchia, Tacco di Osini, sentieri panoramici dell’altopiano carsico
🔹 Visitare Osini Vecchia
A soli un chilometro a valle di Osini Nuova, si trova Osini Vecchia, uno dei luoghi più suggestivi e simbolici dell’Ogliastra. Il borgo fu abbandonato nel novembre del 1951, in seguito alla terribile alluvione che devastò l’intera area, colpendo anche la vicina Gairo Vecchia, situata sull’altro versante della vallata.
Oggi Osini Vecchia si presenta come un affascinante paese fantasma, dove il tempo sembra essersi fermato. Le case diroccate, le viuzze in lastricato e i resti delle antiche abitazioni raccontano la vita rurale della Sardegna ottocentesca. Tra gli edifici ancora riconoscibili spicca la Chiesa di Santa Susanna, costruita nel 1600, miracolosamente rimasta in piedi nonostante la forza dell’acqua.
Passeggiare tra i ruderi di Osini Vecchia significa compiere un viaggio nella memoria, tra silenzi, panorami mozzafiato e scorci pittoreschi come il vecchio cimitero e la fontanella in pietra, che ancora oggi rappresentano luoghi di forte suggestione storica e paesaggistica.
🔹 L’alluvione del 1951: la più grande del Novecento in Sardegna
Tra il 14 e il 19 ottobre 1951, la Sardegna fu travolta dalla più devastante alluvione del XX secolo. Il versante orientale dell’isola, in particolare l’Ogliastra, fu il più colpito: un evento meteorologico senza precedenti che sconvolse la vita di intere comunità, sommergendo circa 8.000 chilometri quadrati di territorio.
Le piogge torrenziali, durate quattro giorni consecutivi, riversarono sul suolo sardo fino a 500 millimetri di acqua al giorno, dopo un lungo periodo di siccità che aveva già compromesso i raccolti (-35% rispetto alla media annuale).
La violenza dell’evento non si misurò nei picchi orari, ma nella persistenza eccezionale delle precipitazioni, che saturarono completamente il terreno, causando frane e inondazioni.
Da quell’episodio drammatico nacque la consapevolezza che il settore calcareo dell’Ogliastra rappresenta una delle aree della Sardegna con la piovosità più elevata: tra le tredici stazioni meteorologiche dell’isola che registrano oltre 1000 mm di pioggia all’anno, ben la metà si trovano qui — ad Arzana, Lanusei e Villagrande Strisaili.


🔹 Lo scirocco fu il presagio
L’alluvione del 1951, la più devastante del Novecento in Sardegna, colpì duramente la fascia orientale dell’isola, in particolare l’Ogliastra, preceduta da un fenomeno meteorologico anomalo: un intenso vento di scirocco.
Quel vento caldo, proveniente dal Nord Africa, addensò sull’isola nubi cariche di umidità che si concentrarono sulle cime più elevate, tra i rilievi del Gennargentu e i tacchi calcarei di Osini e Gairo.
Il disastro iniziò all’alba del 14 ottobre 1951, quando le prime piogge si abbatterono sul territorio. I dati registrati dall’Ente Idrografico della Sardegna descrivono una progressione impressionante delle precipitazioni:
Massoneddu: 40 mm
San Pantaleo: 46 mm
Sinnai: 60 mm
Montes: 70 mm
Galtellì: 85 mm
Muravera: 89 mm
Burcei: 102 mm
Serpeddì: 131 mm
Tertenia: 160 mm
Piogge torrenziali e ininterrotte per giorni saturarono i terreni, provocarono frane e smottamenti, distruggendo case, ponti e strade. L’acqua travolse i villaggi di Osini e Gairo, costringendo centinaia di famiglie a fuggire in poche ore.
- Guarda anche: Welcome Ogliastra su SardegnaTurismo.it

🔹 L’esodo forzato
La distruzione di Osini Vecchia segnò uno dei momenti più drammatici della storia locale. Gli abitanti furono costretti ad abbandonare le proprie case e a cercare rifugio nei centri vicini, in un esodo improvviso e traumatico.
Le difficoltà logistiche furono enormi: bisognava individuare un luogo sicuro per la ricostruzione del paese e garantire assistenza a chi aveva perso tutto.
Dopo settimane di incertezza, prevalse la proposta di ricostruire Osini poco più a monte, su un terreno stabile e lontano dai corsi d’acqua. Nacque così Osini Nuova, che ancora oggi conserva la memoria viva di quel tragico evento, testimoniata dai ruderi silenziosi del borgo originario.
- Osini Vecchio su Google Map

🌧️L’alluvione del 1951 in Sardegna
- Periodo dell’evento: 14 – 19 ottobre 1951
- Area più colpita: Versante orientale della Sardegna – Ogliastra, Baronia, Sarrabus
- Condizioni meteorologiche: Forte scirocco caldo che addensò nubi cariche di umidità sulle cime del Gennargentu e dei Tacchi d’Ogliastra
- Entità delle precipitazioni: Da 400 a 500 mm di pioggia in 4 giorni consecutivi
- Comuni colpiti: Osini, Gairo, Tertenia, Lanusei, Villagrande, Arzana, Muravera, Sinnai, Burcei, Galtellì
- Valori di pioggia registrati:
• Massoneddu: 40 mm
• San Pantaleo: 46 mm
• Sinnai: 60 mm
• Montes: 70 mm
• Galtellì: 85 mm
• Muravera: 89 mm
• Burcei: 102 mm
• Serpeddì: 131 mm
• Tertenia: 160 mm - Conseguenze principali: Frane diffuse, smottamenti, distruzione di abitati, ponti e strade; esodo degli abitanti di Osini e Gairo
- Superficie colpita: Circa 8.000 km², pari a un terzo del territorio regionale
- Effetti economici: Danni ingenti all’agricoltura (-35% della produzione annua) e al sistema viario
- Rilevanza storica: Considerata la più grande alluvione del XX secolo in Sardegna; ha ridefinito la mappatura pluviometrica e idrogeologica dell’isola
- Dati pluviometrici: L’Ente Idrografico della Sardegna individuò 13 stazioni con valori >1000 mm/anno, tra cui Arzana, Lanusei e Villagrande Strisaili
- Eredità storica: Nascita di nuovi centri abitati come Osini Nuova e Gairo Nuova; memoria viva nella toponomastica e nella cultura locale



🔹 La Chiesa di Santa Susanna a Osini Vecchia
Nel cuore del borgo abbandonato di Osini Vecchia, sorge la Chiesa di Santa Susanna, una delle poche strutture sopravvissute all’alluvione del 1951. Costruita nel XVII secolo, rappresenta uno degli esempi più autentici di architettura religiosa rurale dell’Ogliastra, con la sua semplice facciata in pietra locale e il piccolo campanile a vela che si staglia sullo sfondo dei tacchi calcarei.
L’edificio, dedicato alla martire romana Santa Susanna, conserva ancora parte delle murature originali, un portale in trachite e tracce di affreschi interni, segni del fervore religioso che animava la comunità di Osini prima della catastrofe naturale. Intorno alla chiesa si sviluppa la parte più integra del vecchio abitato, dove le viuzze lastricate e i ruderi in pietra creano un’atmosfera di straordinaria suggestione.
Oggi la Chiesa di Santa Susanna è il simbolo della resilienza di Osini Vecchia: un luogo silenzioso che resiste al tempo e che continua a raccontare, tra le sue pareti, la fede, la forza e la memoria di un’intera comunità.








































