Il Capo Marrargiu è un maestoso promontorio che si affaccia sul mare della Sardegna nord-occidentale e fa parte dello spettacolare scenario naturale noto come Costa dei Grifoni. Questo tratto di costa incontaminata si estende tra i comuni di Alghero a nord e Bosa a sud, offrendo un alternarsi di alte falesie, calette rocciose e ampie vedute panoramiche. L’area è famosa non solo per la sua bellezza paesaggistica, ma anche per la presenza dei grifoni, i grandi rapaci simbolo di questo angolo selvaggio e autentico della Sardegna. Il promontorio è un punto privilegiato per escursioni naturalistiche, fotografia panoramica e birdwatching.
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I Fenici trovarono l’oro (forse)
L’area di Capo Marrargiu è oggi una riserva naturalistica di circa 160 ettari, istituita per proteggere uno degli ecosistemi più rari e suggestivi della Sardegna. Si tratta di un vero e proprio parco bio-marino, dove natura, storia e geologia si intrecciano. Tra gli elementi distintivi spicca la presenza dei grifoni, rari avvoltoi che scelgono questo promontorio per nidificare, offrendo un’esperienza unica per gli appassionati di birdwatching.
Il paesaggio costiero è dominato da rocce vulcaniche scure a picco sul mare, alternate a piccole cale e insenature naturali incastonate nella fitta macchia mediterranea di lentischio e mirto, che arriva quasi a lambire l’acqua. La costa è punteggiata da anfratti e grotte marine modellate dall’erosione, che furono approdi naturali per i navigatori fin dall’antichità, ben prima dell’arrivo dei Fenici.
Secondo alcune ipotesi storiche, proprio in questa zona i Fenici avrebbero individuato punti di estrazione aurifera, sfruttati poi per contribuire alla costruzione della potente Tharros, distante circa 85 chilometri più a sud. Che si tratti di leggenda o di realtà archeologica, questo dettaglio aggiunge fascino e mistero a un territorio che unisce paesaggi mozzafiato, biodiversità e memoria storica.

Coralli in apnea: i tesori sommersi di Capo Marrargiu
La costa di Capo Marrargiu è aspra, rocciosa e selvaggia, poco adatta a una balneazione di massa ma perfetta per chi ama esplorare la natura con spirito autentico. Questo tratto di mare della Sardegna nord-occidentale è particolarmente apprezzato dagli appassionati di trekking costiero, di snorkeling e di immersioni in apnea, grazie alla spettacolarità dei suoi fondali.
Le acque trasparenti ospitano un ecosistema ricco e vario, con murene, gronghi, scorfani, razze, aragoste, cernie, tonni, saraghi, ombrine e pesce San Pietro. Ma il vero protagonista di questo angolo di mare è il corallo rosso mediterraneo, una risorsa preziosa che per secoli ha rappresentato una ricchezza per le comunità costiere di Alghero e Bosa.
Fino alla metà del Novecento, i cosiddetti “corallari” praticavano qui la pesca del corallo in apnea, immergendosi direttamente tra le rocce e raccogliendo i rami più pregiati. Il bottino veniva poi venduto agli orafi locali, che lo trasformavano in gioielli tradizionali sardi, divenuti nel tempo veri e propri simboli culturali. Oggi questa attività è regolamentata e sottoposta a severe tutele ambientali, ma i fondali di Marrargiu restano una delle testimonianze più autentiche della cultura marinara e artigiana di questa parte della Sardegna.

Il grifone: una resistenza primordiale
In questo angolo incontaminato della Sardegna nidifica il grifone (Gyps fulvus), uno dei più maestosi avvoltoi d’Europa. Qui, lungo le falesie della Costa dei Grifoni, si trova una delle pochissime colonie nidificanti presenti in Italia, composta da circa 80 esemplari censiti. La straordinarietà di questa popolazione sta nel fatto che, nonostante le pressioni ambientali e antropiche — inquinamento atmosferico e acustico, turismo di massa, urbanizzazione, bracconaggio, bocconi avvelenati e l’uso indiscriminato di DDT nel dopoguerra — il grifone ha resistito naturalmente, senza interventi di reintroduzione artificiale.
Questa capacità di adattamento testimonia una resilienza ecologica rara, che rende Capo Marrargiu un sito di importanza naturalistica nazionale. Le pareti rocciose e gli ampi spazi aerei sono l’habitat ideale per la nidificazione e il volo di questi rapaci, che possono raggiungere un’apertura alare di oltre 2,5 metri.
Accanto ai grifoni, l’area ospita altre specie di volatili altrettanto preziose, come il falco pellegrino, il gabbiano corso, il nibbio reale, il martin pescatore comune, l’aquila di Bonelli e l’aquila reale, rendendo questo tratto di costa una delle zone più importanti della Sardegna per la biodiversità aviaria e il birdwatching naturalistico.
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La foca monaca: il fantasma silenzioso del mare sardo
Tra gli anfratti e le grotte marine che si aprono lungo la costa di Capo Marrargiu — alcune raggiungono profondità di oltre 60 metri — sono stati segnalati nel tempo presunti avvistamenti della foca monaca del Mediterraneo. Questo mammifero marino, tra i più rari al mondo, è tornato sporadicamente a far parlare di sé in alcuni tratti della Sardegna nord-occidentale.
Sebbene non vi siano ancora prove scientifiche documentate di una presenza stabile nell’area, tali segnalazioni testimoniano l’elevato valore ambientale e la ricchezza ecologica di questo tratto di costa. Le grotte e gli anfratti sommersi di Marrargiu rappresentano infatti un habitat potenzialmente favorevole per questa specie protetta, che predilige luoghi silenziosi, poco antropizzati e ricchi di prede.
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Un paesaggio aspro e maestoso
Il paesaggio di Capo Marrargiu si presenta come un teatro naturale grandioso, dove le forme aspre della montagna incontrano il blu intenso del mare. Le falesie vulcaniche, alte e imponenti, precipitano quasi verticalmente nelle acque cristalline, disegnando un profilo costiero drammatico e affascinante. In alcuni tratti il colore scuro della roccia, modellata nei secoli dall’azione combinata di mare e vento, crea un contrasto spettacolare con il verde della macchia mediterranea e le sfumature cangianti del mare.

Macchia mediterranea e profumi intensi
L’intero promontorio è rivestito da una macchia mediterranea fitta e profumata, dominata da lentischio, mirto, corbezzolo e ginepro. In primavera ed estate, questo tappeto vegetale si colora di fiori spontanei e si popola di insetti e piccoli uccelli. I profumi delle essenze si mescolano alla salsedine trasportata dal maestrale, creando una sensazione avvolgente e inconfondibile. L’ambiente è ancora selvaggio e poco antropizzato, fattore che contribuisce alla conservazione di numerose specie animali e vegetali.
Luci, silenzi e panorami infiniti
Uno degli aspetti più suggestivi di Capo Marrargiu è la sua luce mutevole: al mattino le falesie si tingono di tonalità ambrate e dorate, mentre al tramonto il sole cala alle spalle delle montagne creando giochi di ombre e riflessi sul mare. Qui i rumori naturali — il vento, il mare che si infrange sugli scogli, il richiamo dei rapaci in volo — diventano protagonisti di un’esperienza immersiva. Dai punti panoramici più alti è possibile ammirare l’intero arco costiero tra Alghero e Bosa, con lo sguardo che si perde all’orizzonte.
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