Il Parco fluviale di Padrongianus è un angolo di natura e cultura che si trova ai margini meridionali della città di Olbia. Si tratta di un’area verde che giace attorno al fiume omonimo il quale, grazie al contributo di altri affluenti, porta a mare in una spettacolare foce a delta cinquanta
chilometri di acqua.
Il Parco fluviale si estende per una superficie di circa 33 ettari ed offre ai visitatori almeno tre spunti di
interesse:
- naturalistico
- archeologico
- storico
L’AREA VERDE
L’aspetto d’interesse naturalistico del Parco di Padrongianus pone al centro il fiume e il variegato ambiente che l’uomo è riuscito miracolosamente a difendere dalla propria invasività . Il corso d’acqua, ha infatti un percorso di quasi 50 chilometri, prima di sfociare nel Golfo di Olbia, quasi davanti all’isola di Tavolara. Il Padrongianus è pertanto il risultato della confluenza di numerosi altri corsi d’acqua, tutti a carattere torrentizio, come il Rio Su Lernu, il Rio de La Castangia, il Rio Taroni, il Rio di San Simone ed il Rio Mannuri che nei pressi di Loiri, forma l’invaso artificiale di Su Bacinu. Il loro apporto, tuttavia, diventa decisivo solo nella parte terminale, laddove l’area prende appunto il nome di Padrongianus. Il Padrongianus, nel corso del ‘900, ha subìto da parte dell’uomo varie trasformazioni soprattutto nel suo tratto terminale, quello che getta in mare. Riuscire a far convivere un ambiente naturale così delicato, a ridosso di una città in eccezionale stato di espansione urbanistica, turistica e industriale, ha imposto agli amministratori delle varie giunte succedutesi al comune di Olbia, di intervenire con importanti opere di deviazione del corso d’acqua, stravolgendo in certe parti, l’orientamento del letto del fiume. Si pensi ad esempio alla costruzione negli anni ’30, di un argine murato che impedisce il collegamento con le zone umide di Gravile e Lido del Sole. L’obiettivo era impedire che i sedimenti del fiume ostruissero l’ingresso del golfo di Olbia, all’altezza dell’Isola di Bocca, in vista di un’evoluzione industriale e mercantile della città .
Nonostante questi interventi che hanno in parte alterato l’equilibrio ecologico dell’ambiente, alcune specie di fauna ittica, hanno comunque trovato modo di sopravvivere e diventare, ad oggi, simbolo e attrazione del parco stesso. È il caso dell’anguilla linnaeus, dei cefali e della rarissima trota, indicatori naturali di salubrità delle acque. Il patrimonio verde è invece rimasto particolarmente rigoglioso nella porzione più a monte del parco, quella del resto è meno sottoposta a inquinamento, dove, una eccezionale foresta a galleria fa ancora splendidamente dimostrazione di prosperità . Per quanto riguarda invece la foce, il fiume regala un disegno di colori e ambienti di incommensurabile bellezza, che dà al golfo di Olbia, un valore aggiunto. Qui, le varie diramazione del fiume, hanno creato spettacolari giochi d’acqua che diventano un tranquillo habitat per le numerose specie di uccelli molte delle quali sono sotto severa protezione grazie ai protocolli firmati nella Convenzione di Bonn e di Berna. È facile dunque, con una breve escursione, magari sotto la guida di personale esperto, imbattersi nel fenicottero rosa, nel falco di palude, nell’albanella e nel martin pescatore. Spostandosi nuovamente più a monte, invece, la varietà avifauna lascia spazio alle folaghe, ai germani reali, alle gallinelle d’acqua e al gruccione. Nella lista dei rettili e anfibi, infine, il parco di Padrongianus ospita certamente il rospo smeraldino, la natrice, la raganella sarda, il biacco, il geco, il gongilo, la lucertola campestre, la tartaruga terrestre e la testuggine d’acqua dolce.
L’AREA ARCHEOLOGICA
L’area attorno all’attuale parco del Padrongianus, è stata frequentata dai gruppi umani primitivi, come indicano i resti delle fortificazioni presenti in località “Sa Chidade“. La fertilità della piana e la pescosità delle acque (molluschi soprattutto che ancora oggi vengono pescati manualmente), offrirono alle più antiche comunità nuragiche di insediarsi e prosperare. L’area è costellata di nuraghi, il più importante dei quali è sicuramente il Nuraghe Torra. La loro funzione era come sempre di presidio difensivo perché la foce del fiume costituiva uno dei principali approdi del territorio e al tempo stesso una via d’ingresso all’entroterra, grazie alla navigabilità del fiume, che, per le imbarcazioni a bassissimo pescaggio come quelle primitive, garantiva una navigazione fluviale sicura.
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I ROMANI NE FECERO VIA DI COMUNICAZIONE ANTI-BRIGANTAGGIO
In età romana la pianura del Padrongianus divenne una delle principali superficie di sfruttamento agrario del nord Sardegna, al punto di meritarsi l’appellativo di pratum olbianum (lo spazio agrario olbiese). Numerose erano infatti le fattorie che operavano proficuamente da queste parti, una delle quali è oggi visitabile in località S’Imbalconadu. Il fiume invece continuò ad essere utilizzato non solo come zona di pesca ma anche e soprattutto come arteria viaria per il collegamento col porto che in età romana assunse, come è noto, un’importanza strategica determinante per il controllo della Sardegna e del mediterraneo. Il corso d’acqua era inoltre preferito alle strade in terra battuta per il trasporto dei prodotti agricoli, perché il brigantaggio a quei tempi, come riporta lo scrittore Varrone nel I sec. a. C. era una costante con cui fare i conti ad ogni spostamento.
NEL MEDIOEVO L’ULTIMA
In epoche più recenti, principalmente durante il medioevo, ciò che oggi è il Parco del Padrongianus, era popolato da varie comunità che si riunivano in numerosi villaggi dislocati un po’ ovunque, ognuno dei quali faceva riferimento ad una chiesa come riportano alcuni documenti d’archivio e i ruderi ancora presenti. Un ultimo barlume d’importanza economica e politica per questo territorio, si ebbe infine durante la dominanza del Castello di Pedres (XIII secolo), dove sorgeva il centro di Villa Petresa. Il maniero aveva la funzione di controllo di quelle vie di comunicazione e dell’approdo del golfo di Olbia.
COME ARRIVARE AL PARCO
Il Parco Fluviale del Padrongianus si trova a 5 km da Olbia. Per arrivarci, dal capoluogo, basta percorrere la Strada Statale 125, in direzione sud in direzione Murta Maria, e svoltare subito a destra dopo il ponte che bypassa il fiume di Padrongianus.