La Costa del Sulcis, situata nel settore sud-occidentale della Sardegna, si estende per oltre 200 chilometri lungo un litorale che alterna dune bianche, ampie spiagge sabbiose, scogliere calcaree e isolotti rocciosi affacciati su un mare dai colori intensi e mutevoli. Questo territorio comprende località iconiche come Porto Pino, Pan di Zucchero (Sardegna), Cala Domestica, Isola di Sant’Antioco e Isola di San Pietro, formando un mosaico paesaggistico tra i più affascinanti del Mediterraneo.
Dal punto di vista geografico, questa fascia costiera è modellata dall’azione combinata di mare, vento e processi geologici antichissimi, che hanno creato ambienti diversificati: dune e stagni costieri a sud, falesie e faraglioni a nord. Dal punto di vista storico, il Sulcis è stato uno dei territori più importanti della Sardegna per lo sfruttamento minerario, con siti oggi trasformati in preziosi esempi di archeologia industriale, come Porto Flavia.
Oggi la Costa Sulcitana è una meta turistica ideale per chi cerca mare incontaminato, paesaggi autentici, sport outdoor come surf e arrampicata, snorkeling, trekking costiero e un patrimonio culturale unico, che intreccia millenni di storia, dalla civiltà nuragica ai Fenici, dalle miniere ottocentesche alle tradizioni marinare ancora vive nelle isole. Un luogo perfetto per chi desidera scoprire una Sardegna meno affollata e più autentica.
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Costa del Sulcis Iglesiente: 200 chilometri di paesaggio
La Costa del Sulcis Iglesiente, situata sul versante sud-occidentale della Sardegna, si estende per oltre 200 chilometri e rappresenta uno dei tratti costieri più ricchi e affascinanti dell’isola. Qui si concentrano tutte le sfumature tipiche del paesaggio mediterraneo: dune bianche, scogliere, isole, insenature, spiagge di sabbia fine e mare cristallino.
Questa regione costiera è un mosaico di natura, storia e geologia, dove antiche miniere dismesse convivono con ambienti marini incontaminati e borghi costieri autentici. Le località più note e suggestive includono:
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Sant’Anna Arresi e la celebre Porto Pino con le sue dune bianche;
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il Golfo di Palmas e l’Arcipelago Sulcitano, che comprende le isole di Sant’Antioco e San Pietro;
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il Golfo di Gonnesa e l’iconico Pan di Zucchero, monumento naturale a picco sul mare;
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la suggestiva Spiaggia di Portixeddu e il borgo minerario di Buggerru.
Si tratta di un tratto di costa ideale per chi ama mare, trekking costiero, geologia, fotografia panoramica e archeologia industriale, capace di offrire un’esperienza diversa da quella delle mete balneari più affollate dell’isola.

Radici antichissime
Le alte scogliere vulcaniche della costa del Sulcis
Superato il borgo di San Giovanni Suergiu, la costa del Sulcis Iglesiente inizia a rivelare uno dei suoi tratti più spettacolari: imponenti scogliere vulcaniche alte fino a 150 metri, che si tuffano a strapiombo nel mare cristallino. Queste formazioni rocciose, scolpite dal vento e dall’erosione marina nel corso dei millenni, offrono panorami mozzafiato che spaziano verso l’Isola di Sant’Antioco, l’Isola di San Pietro e, proseguendo più a nord, fino a Porto Flavia.
Nell’Isola di San Pietro, la combinazione tra substrato vulcanico e l’instancabile lavorio del mare ha dato origine a un sistema di cavità naturali di grande fascino, tra cui le celebri Grotte di Nasca (o di Punta delle Oche). Qui la natura ha scolpito architetture di roccia uniche, creando un paesaggio costiero che alterna falesie, grotte marine e insenature dalle acque trasparenti.
Questa fascia costiera, poco urbanizzata e ancora fortemente naturale, è ideale per chi ama fotografia panoramica, escursioni lungo costa, birdwatching e osservazione geologica. L’impatto visivo delle alte scogliere vulcaniche rende questo tratto di Sardegna uno dei più suggestivi dell’intero Mediterraneo.

Porto Pino
Un raro scrigno botanico sulla costa del Sulcis
Nella località di Porto Pino, proprio alle spalle della celebre spiaggia di sabbia bianca e finissima, si estende un’area verde naturale di grande valore ecologico, uno degli ecosistemi dunali e forestali più rari della Sardegna. Qui cresce una vegetazione spontanea unica che include esemplari di Quercus coccifera (quercia spinosa) e Pinus halepensis (pino d’Aleppo), presente nell’isola esclusivamente a Porto Pino e nell’Isola di San Pietro.
A queste specie si affiancano ginepro fenicio (Juniperus phoenicea) e ginepro coccolone (Juniperus macrocarpa), piante che formano un mosaico vegetale tipicamente mediterraneo e che proteggono le dune dall’erosione. Sul versante occidentale, maggiormente esposto all’azione del maestrale, prosperano altre due rarità botaniche: Asteriscus maritimus e Limonium spp., piante adattate alle condizioni estreme di vento e salsedine.
Questo delicato equilibrio ecologico rende l’area verde di Porto Pino un vero e proprio laboratorio naturale a cielo aperto, meta ideale per escursionisti, fotografi e appassionati di botanica mediterranea.


Grotta Azzurra
La perla nascosta di Masua
La Grotta Azzurra è una spettacolare cavità naturale situata lungo la costa di Masua, poco distante dall’iconico Pan di Zucchero (Sardegna) e da Porto Flavia. Raggiungibile solo via mare, questa grotta marina deve il suo nome ai riflessi azzurri e turchesi che si creano quando la luce solare filtra attraverso l’ingresso basso e largo, illuminando le pareti calcaree interne e l’acqua cristallina.
La cavità si apre alla base di una falesia calcarea, scolpita dal mare e dal maestrale nel corso di millenni, creando un ambiente suggestivo e ovattato. All’interno, il gioco di luci e ombre trasforma la grotta in uno spettacolo naturale unico, che attrae escursionisti, subacquei e fotografi da tutto il mondo.
La Grotta Azzurra è visitabile con escursioni in barca da Masua o Nebida, spesso abbinate a tour panoramici intorno al faraglione di Pan di Zucchero. Per le sue caratteristiche morfologiche e cromatiche, è considerata una delle grotte marine più belle della Sardegna sud-occidentale.

Funtanamare
La porta d’ingresso al Golfo di Gonnesa
La spiaggia di Funtanamare è una delle perle più conosciute della costa sud-occidentale della Sardegna. Situata all’estremità settentrionale del Golfo di Gonnesa, nel territorio di Gonnesa, si distingue per il suo lungo arenile sabbioso e per l’atmosfera selvaggia e autentica che la circonda. Il mare cristallino, con sfumature che variano tra il turchese e il verde smeraldo, è incorniciato da dune sabbiose e da colline ricoperte di macchia mediterranea, regalando panorami di grande bellezza.
In passato, Funtanamare fu strettamente legata alla storia mineraria della zona: nelle sue vicinanze si trovavano punti di imbarco e infrastrutture legate all’estrazione del carbone e dei metalli, che ne hanno fatto un luogo simbolico per l’economia del Sulcis Iglesiente. Oggi, invece, la spiaggia è amata da bagnanti e surfisti, grazie alle onde generate dal maestrale e alla facilità di accesso.
Tramonti infuocati, mare limpido e vento costante fanno di Funtanamare una meta ideale per chi ama la natura mediterranea, il mare vero e la storia del territorio.


Porto Paglia
Mare cristallino e antiche tonnare
La località di Porto Paglia, situata nel territorio di Gonnesa, lungo la costa sud-occidentale della Sardegna, è una meta che unisce paesaggio marino spettacolare e memoria storica. La sua ampia spiaggia sabbiosa, incorniciata da dune dorate e mare cristallino, si apre sul Golfo di Gonnesa, regalando vedute mozzafiato e tramonti intensi che si specchiano sull’acqua.
Elemento distintivo di Porto Paglia è la tonnara storica, una delle più antiche della Sardegna, risalente al XVI secolo e rimasta attiva fino agli anni Cinquanta del Novecento. Questo edificio in pietra, costruito parzialmente sul mare, racconta una lunga tradizione di pesca al tonno che ha segnato profondamente l’economia e la cultura locale. Ancora oggi, la tonnara è un’icona paesaggistica che conferisce alla baia un fascino d’altri tempi.
Oltre al valore storico e paesaggistico, Porto Paglia è anche un luogo ideale per chi ama il mare autentico: acque trasparenti, fondali sabbiosi, vento di maestrale e un’atmosfera tranquilla la rendono perfetta per chi cerca relax, sport acquatici e contatto diretto con la natura mediterranea.


Porto Flavia
L’ingegno che rivoluzionò la storia mineraria del Sulcis Iglesiente
Porto Flavia è una delle opere di archeologia industriale più spettacolari del Mediterraneo, incastonata nella parete rocciosa di Masua, nel cuore della costa del Sulcis Iglesiente. L’infrastruttura fu progettata dall’ingegnere Cesare Vecelli e resa operativa nel 1924. Il suo nome non è legato alla geografia del luogo, bensì a un omaggio affettuoso alla figlia primogenita dell’ingegnere: Flavia.
L’opera fu realizzata scavando la montagna a picco sul mare, ricavando due gallerie sovrapposte:
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una superiore per l’arrivo del materiale minerario,
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e una inferiore per il carico diretto sulle navi.
Le due gallerie erano collegate da nove silos verticali capaci di contenere fino a 10.000 tonnellate di minerale. Questo sistema consentiva di imbarcare il materiale direttamente sulle navi alla fonda, eliminando i lunghi e costosi passaggi logistici utilizzati fino ad allora.
Prima della costruzione di Porto Flavia, infatti, il minerale veniva caricato manualmente sulle bilancelle, le tradizionali imbarcazioni a vela latina di Carloforte, e trasportato per lo stoccaggio temporaneo sull’Isola di San Pietro. L’impianto, di proprietà della società mineraria belga Vieille Montagne, rappresentò una rivoluzione logistica e produttiva per l’intera regione mineraria del Sulcis.
Porto Flavia rimase operativo per poco più di vent’anni. Dopo la Seconda guerra mondiale, con il progressivo abbandono delle attività estrattive, l’infrastruttura fu dismessa, ma la sua imponente facciata scavata nella roccia rimane oggi una testimonianza iconica del passato minerario della Sardegna e una delle mete più suggestive della costa sud-occidentale.

Pan di Zucchero
Il gigante calcareo della costa di Masua
A pochi chilometri dalla costa di Masua e Nebida, nel territorio di Iglesias, si erge maestoso il faraglione conosciuto come Pan di Zucchero, in sardo Concali su Terràinu. Con i suoi 133 metri d’altezza, è il faraglione più imponente del Mediterraneo e uno dei simboli più riconoscibili della costa sud-occidentale della Sardegna.
L’isolotto si è formato nel corso dei millenni a seguito dell’azione erosiva del mare, che ha lentamente separato il blocco roccioso dalla terraferma, modellandolo in una forma possente ma armoniosa. La sua composizione è costituita da calcare cambrico, una roccia antichissima, risalente a oltre 500 milioni di anni fa, ricoperta nella parte sommitale da una sottile vegetazione mediterranea.
L’origine del nome italiano “Pan di Zucchero” è legata alla somiglianza con l’iconico Pão de Açúcar di Rio de Janeiro, alto 396 metri. Sebbene più basso del suo omonimo brasiliano, il faraglione sardo incanta per l’imponenza verticale e la sua posizione scenografica, perfettamente incastonata davanti alla costa mineraria di Masua e di Porto Flavia.
Oggi Pan di Zucchero è meta di escursionisti, fotografi e appassionati di geologia e climbing: la sua presenza domina l’orizzonte e regala uno dei panorami più spettacolari della Sardegna.

Gabriele D’Annunzio
La denuncia delle condizioni dei minatori sardi
Nel 1882, il poeta e giornalista Gabriele D’Annunzio, allora cronista per la rivista Cronaca Bizantina, visitò le miniere del Sulcis Iglesiente per realizzare un reportage destinato a far discutere. In un’epoca in cui la stampa raramente dava voce ai lavoratori, il giovane D’Annunzio raccontò con parole dure e precise le terribili condizioni di vita dei minatori sardi: turni estenuanti, salari miseri, denutrizione e sfruttamento sistematico.
Il suo articolo, considerato uno dei primi atti di denuncia sociale della storia del giornalismo italiano, mise in luce la disumanità del sistema minerario ottocentesco, controllato da compagnie straniere che privilegiavano il profitto sulla dignità umana. Questa presa di posizione, insolita per un intellettuale dell’epoca, contribuì a far emergere a livello nazionale la realtà nascosta del lavoro nelle miniere del Sulcis.
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Canal Grande
Tra falesie, mare e archeologia mineraria
Il Canal Grande, conosciuto anche come Canalgrande, è una spettacolare valle costiera incastonata tra Masua e Buggerru, nel cuore della costa del Sulcis Iglesiente. Questo tratto di litorale è caratterizzato da falesie calcaree imponenti, alte oltre 100 metri, che si affacciano direttamente sul mare cristallino, creando un paesaggio di rara intensità visiva e naturalistica.
Alla base della scogliera settentrionale si apre la Grotta di Canal Grande, una galleria naturale lunga circa 150 metri, parzialmente sommersa, che attraversa la roccia per poi affacciarsi direttamente sul mare. Sul versante opposto si trova la Grotta delle Spigole, un’altra cavità suggestiva modellata dall’erosione marina nel corso dei millenni.
In passato, Canal Grande fu parte integrante del sistema minerario della zona: ancora oggi sono visibili i resti di rotaie, strutture di scavo e antiche infrastrutture industriali che raccontano la storia produttiva di questa costa. Oggi l’area è meta privilegiata di escursionisti esperti, climber e amanti della fotografia paesaggistica: si può raggiungere via mare oppure attraverso sentieri panoramici che discendono dalle ex vie minerarie.
Canal Grande è un luogo dove mare, geologia e memoria storica si intrecciano, regalando al visitatore uno dei panorami più affascinanti della Sardegna sud-occidentale.
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Cala Domestica
Falesie imponenti e spiagge nascoste nella Costa del Sulcis
A nord del Golfo di Gonnesa, tra Porto Flavia e la spiaggia di Cala Domestica, si estende uno dei tratti costieri più spettacolari della Sardegna sud-occidentale. Qui la natura ha modellato alte falesie calcaree, intervallate da piccole calette che attirano ogni anno scalatori e appassionati di trekking provenienti da tutto il mondo. L’ambiente è aspro e selvaggio, dominato dal rumore del mare e dal vento di maestrale che scolpisce incessantemente la roccia.
A sorvegliare questo paesaggio unico si erge la Torre di Cala Domestica, costruita nel XVIII secolo durante la dominazione spagnola. Proprio sotto la sua protezione si apre un fiordo naturale che si incunea nella falesia calcarea — un tempo area d’imbarco minerario attiva fino al 1942 — e che conduce direttamente alle acque smeraldine del Mare di Sardegna.
Dal corpo principale della spiaggia, attraversando a piedi una breve galleria scavata nella roccia, si giunge infine alla piccola e suggestiva La Caletta (Cala Domestica): una lingua di sabbia bianca immersa in un angolo di natura intatta, lontano dalle mete più battute. È il luogo perfetto per chi ama il trekking costiero solitario, l’arrampicata e la fotografia paesaggistica.


Spiaggia di Buggerru
Sabbia dorata e mare da surf
La spiaggia di Buggerru si estende ai piedi degli antichi impianti minerari — laveria e magazzini — che testimoniano il passato industriale del borgo. Incastonata tra imponenti scogliere, questa lunga distesa di sabbia fine e dorata si apre su un tratto di mare tra i più spettacolari della costa sud-occidentale della Sardegna.
Solitamente poco affollata, la spiaggia offre un mare cristallino dai riflessi cangianti, che vanno dal verde smeraldo all’azzurro intenso, a seconda della luce e del vento. Il fondale sabbioso e profondo regala bagni piacevoli e panorami mozzafiato a chi cerca una dimensione più tranquilla e autentica, lontana dal turismo di massa.
Questa baia è anche un punto di riferimento per gli appassionati di surf e sport acquatici: le forti raffiche di maestrale creano condizioni ideali per cavalcare le onde in un contesto paesaggistico unico, tra mare e archeologia mineraria.


San Nicolò e Portixeddu: tra dune, natura e tramonti spettacolari
All’estremo nord della costa del Sulcis Iglesiente, ai confini con l’Oristanese, si estende la lunghissima spiaggia di San Nicolò – Portixeddu, una distesa di sabbia dorata lunga circa 3 chilometri. Questo tratto di litorale è incorniciato da alte dune sabbiose e da un sistema vegetale resistente e suggestivo: ginepri, querce e pini domestici si aggrappano al terreno arido, creando un paesaggio naturale autentico e intatto.
La spiaggia è celebre tra i surfisti di tutto il mondo, che la scelgono per la costante esposizione al maestrale e per le onde lunghe e potenti che si infrangono sul bagnasciuga. Non è però solo uno spot sportivo: al calar del sole, San Nicolò regala tramonti spettacolari, con il cielo che si accende di sfumature rosse, arancioni e dorate, offrendo uno scenario perfetto per la fotografia e per chi cerca quiete e bellezza incontaminata.
La zona di Portixeddu mantiene un’anima selvaggia e poco costruita, ideale per chi ama passeggiate lungo la battigia, natura mediterranea e turismo lento.


Teulada e Sant’Anna Arresi
La perla meridionale della costa del Sulcis
Il territorio costiero di Teulada e Sant’Anna Arresi rappresenta una delle tappe imprescindibili per chi desidera esplorare a fondo la Costa del Sulcis Iglesiente. Ci troviamo infatti nella propaggine meridionale della Sardegna, a poche miglia marine dalla costa africana, in uno dei tratti più suggestivi e incontaminati del Mediterraneo.
Questa zona è celebre per la varietà e la bellezza dei suoi paesaggi costieri: ampie spiagge di sabbia bianca e fine, dune modellate dal vento, acque cristalline dalle tonalità smeraldine e scorci rocciosi di grande impatto visivo. A questo si aggiunge un entroterra ricco di macchia mediterranea, stagni e zone umide che ospitano numerose specie animali, tra cui fenicotteri e aironi.
Le località di Porto Pino, Porto Tramatzu, Spiaggia di Su Giudeu e Capo Malfatano sono solo alcuni dei luoghi iconici di questo tratto di costa, ideali per chi ama mare, natura, fotografia paesaggistica e turismo lento.


Isola di San Pietro
Natura selvaggia e identità ligure nel cuore del Sulcis
L’Isola di San Pietro, situata al largo della costa sud-occidentale della Sardegna e parte dell’Arcipelago Sulcitano, è un luogo dal fascino unico, dove natura, storia e cultura marinara si intrecciano armoniosamente. Lunga circa 50 km², è circondata da scogliere frastagliate, faraglioni spettacolari e calette nascoste bagnate da un mare cristallino dalle sfumature turchesi.
L’unico centro abitato dell’isola è Carloforte, un borgo di origine ligure fondato nel XVIII secolo da coloni provenienti da Pegli e Tabarka. Ancora oggi si parla il tabarchino, un dialetto ligure, e si tramandano antiche tradizioni marinare che conferiscono a San Pietro un’identità culturale distinta dal resto della Sardegna.
Tra i luoghi più suggestivi spiccano la Punta delle Oche, la Grotta di Nasca, i faraglioni e il Faro di Capo Sandalo, che domina l’orizzonte con la sua imponenza. L’isola è una meta ideale per chi cerca mare, snorkeling, escursioni naturalistiche e turismo lento, ma anche per chi desidera scoprire un frammento di storia mediterranea ancora vivo.


Isola di Sant’Antioco
Storia millenaria e mare cristallino nel cuore del Sulcis
L’Isola di Sant’Antioco, collegata alla Sardegna tramite un istmo artificiale, è la più grande delle isole dell’Arcipelago Sulcitano e la quarta per estensione in Italia. Situata lungo la costa sud-occidentale della Sardegna, è una meta che unisce mare, storia millenaria e natura mediterranea incontaminata. Le sue coste alternano spiagge di sabbia bianca, scogliere scolpite dal vento e calette appartate bagnate da acque trasparenti.
Il centro principale è Sant’Antioco, un borgo vivace con un importante patrimonio archeologico e culturale che affonda le sue radici nell’antica città fenicio-punica di Sulky. Altri luoghi di interesse includono Maladroxia, con la sua spiaggia dalla sabbia chiarissima, e Cala Sapone, famosa per le sue rocce levigate e le piscine naturali. L’entroterra è ricoperto da macchia mediterranea e conserva un fascino selvaggio, ideale per escursioni e percorsi panoramici.
Sant’Antioco è una meta perfetta per chi cerca mare, cultura e autenticità: offre snorkeling e immersioni, passeggiate lungo la costa, siti archeologici da esplorare e una cucina locale profondamente legata al mare e alla tradizione marinara.

