La Miniera di Sos Enattos a Lula, ai piedi del massiccio del Monte Albo, è uno dei più importanti siti estrattivi della Sardegna e oggi parte integrante del Parco Geominerario riconosciuto dall’UNESCO. Le sue origini risalgono all’epoca nuragica, quando venivano sfruttati i primi filoni di piombo, e nel corso dei secoli ha visto Romani, Piemontesi e società minerarie europee contendersi le sue preziose risorse di zinco e piombo. Oggi Sos Enattos non è più un luogo di lavoro, ma un affascinante sito di archeologia industriale e patrimonio culturale che racconta oltre duemila anni di storia mineraria in Sardegna.
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📖 Origine del nome «Sos Enattos»
Il toponimo Sos Enattos appartiene all’area linguistica sarda (logudorese) e la sua etimologia è dibattuta.
Di seguito le interpretazioni più citate in letteratura divulgativa e locale.
1) «Le sorgenti / le vene»
Secondo un’ipotesi, ena rimanderebbe a “sorgente” o “vena” d’acqua/minerale; il plurale darebbe l’idea di più
punti d’emergenza o filoni, coerenti con un’area ricca di risorse e attività estrattive. In questa lettura
Sos Enattos significherebbe “le sorgenti (sacre) / le vene”.
2) «La porta / il passaggio»
Un’altra tradizione lessicale collega ena/genna in sardo al significato di “porta”, “varco”, “passo”.
In chiave toponomastica potrebbe riferirsi a un passaggio naturale o d’accesso alle gallerie/ai cantieri minerari,
con un plurale riferito a più “porte” o imbocchi.
In alcune spiegazioni popolari si segnala la presenza dell’articolo maschile plurale sos davanti a un termine
interpretato come originariamente femminile plurale (mutamento di genere nel tempo). Trattandosi di toponimo storico,
sono possibili stratificazioni e adattamenti d’uso.
Suggerimento redazionale: in assenza di una prova definitiva, nel corpo dell’articolo usa una formula neutra come
“toponimo di etimologia discussa” e, se utile, riporta entrambe le ipotesi con breve spiegazione.
La vocazione mineraria di Lula ha radici antiche: già in epoca romana, nella zona furono aperti i primi giacimenti metalliferi sfruttando la manodopera schiavile locale e d’importazione. Nei secoli successivi, alle falde del Mont’Albo, vennero avviati numerosi tentativi di scavo che si trasformarono in veri e propri siti estrattivi.
Tra i più importanti si ricordano la miniera di Su Ergiolu, quella di Guzzurru, di Argentaria e soprattutto di Sos Enattos, che dalla metà dell’Ottocento entrarono in un piano sistematico di sfruttamento, diventando un volano occupazionale per il Nuorese e il Centro Sardegna per oltre un secolo. Oggi, queste miniere dismesse fanno parte del Parco Geominerario della Sardegna, riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio universale per il loro valore storico e culturale.
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📘 Scheda Storica
Miniera di Sos Enattos
⚒️ Caratteristiche principali
📍 Località | Lula (NU), Sardegna – pendici del Mont’Albo |
⛰️ Minerali estratti | Piombo, zinco, argento |
📏 Dimensioni | Ampio complesso con laverie, pozzi, alloggi operai |
🏛️ Riconoscimenti | Dal 2003 parte del Parco Geominerario della Sardegna – UNESCO |
📜 Cenni storici
- Età nuragica – primi segni di sfruttamento del piombo, con reperti rinvenuti nei santuari di Su Tempiesu e Sa Sedda ’e Sos Carros.
- Epoca romana – la miniera resta attiva con estrazioni documentate.
- 1839 – Alberto Della Marmora studia i filoni minerari del territorio.
- 1864 – prima concessione ufficiale con la dichiarazione di scoperta del giacimento.
- 1905 – passa alla società franco-belga “Société Anonyme des Mines de Malfidano”.
- 1951 – gestione affidata alla RIMISA S.p.A.; nel 1971 passa all’Ente Minerario Sardo.
- 1996 – definitiva dismissione delle attività estrattive.
- 2003 – affidata a IGEA S.p.A. e trasformata in sito di interesse turistico e culturale.
Oggi la miniera di Sos Enattos rappresenta una delle testimonianze più significative della storia mineraria della Sardegna ed è parte integrante del Parco Geominerario UNESCO, che valorizza il patrimonio industriale e naturale dell’isola.
Guzzurra – miniere di piombo
Il villaggio minerario di Guzzurra, situato alle falde occidentali del Mont’Albo, conserva ancora oggi tracce importanti del suo passato. Sono visitabili l’edificio della direzione, gli alloggi degli operai e una cisterna sotterranea. In origine l’area comprendeva anche un piccolo ospedale e una stazione dei carabinieri. La miniera raggiunse il suo massimo splendore a metà Ottocento, quando impiegava oltre 100 operai.
Su Ergiolu – miniere di piombo
Il sito minerario di Su Ergiolu si trova a pochi passi da Guzzurra, lungo il sentiero che scende nella valle. Qui sono ancora visibili i resti della macchina a vapore collegata al pozzo di estrazione e il caratteristico camino con torre di scarico, testimonianza della tecnologia ottocentesca.
Argentaria – miniere di piombo e argento
Proseguendo lungo lo stesso sentiero si raggiunge Argentaria, un’area ricca di storia mineraria che rimase attiva fino alla fine dell’800. Ancora oggi si possono osservare i resti murari dei fabbricati e la suggestiva laveria “Su Barraccone”, esempio di archeologia industriale sarda.
Sos Enattos – miniere di zinco e piombo
La più celebre tra le miniere di Lula è Sos Enattos, un sito di straordinario valore storico e scientifico. Qui si estraevano zinco e piombo, ma oggi il luogo è diventato un simbolo del Parco Geominerario della Sardegna, riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità. Sos Enattos è oggi anche al centro di progetti internazionali di ricerca, che lo rendono un ponte tra passato minerario e futuro scientifico.
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La storia della miniera di Sos Enattos
La miniera di Sos Enattos, situata nel territorio di Lula, rappresenta uno dei siti minerari più importanti della Sardegna. Le prime attività estrattive risalirebbero addirittura all’epoca nuragica, come testimoniano i reperti in piombo rinvenuti nei santuari di Su Tempiesu (Orune) e Sa Sedda ’e Sos Carros (Oliena), probabilmente provenienti dal filone metallifero di Sos Enattos.
Durante l’età imperiale romana la miniera mantenne una certa vitalità, come dimostrano le tracce di antichi sfruttamenti individuate negli anni ’60 del Novecento. Una svolta si ebbe nel 1839, quando il conte Alberto Della Marmora, nei suoi studi su “Lula, ai piedi del Monte Alvo”, documentò la presenza di numerosi filoni, tra cui quelli di Argentaria e Guzzurra.
La prima documentazione ufficiale si trova nel 1864, con la “dichiarazione di scoperta del giacimento” e la relativa concessione mineraria, passata nel 1905 alla compagnia franco-belga Société Anonyme des Mines de Malfidano. A quel tempo, la gestione era affidata ad imprese straniere che impiegavano manodopera specializzata dal Nord Italia, mentre le operazioni più dure – come la cernita e il lavaggio a mano – erano svolte da donne e bambini locali. Il trasporto avveniva tramite carri trainati da buoi, che conducevano il minerale fino alla marina di Orosei, o a Siniscola per i carichi di Guzzurra e Argentaria.
Tra fine Ottocento e Novecento la miniera attraversò fasi alterne, con frequenti interruzioni e passaggi di gestione: nel 1951 alla RIMISA S.p.A., nel 1971 all’Ente Minerario Sardo, fino agli anni ’80-’90 quando, nonostante un rinnovamento del personale, si arrivò alla definitiva chiusura nel 1996, in linea con la crisi generale del comparto minerario sardo.
Dal 2003 l’area è stata affidata alla società regionale IGEA S.p.A., che ha avviato interventi di recupero per una fruizione turistica e culturale. Oggi Sos Enattos è parte integrante del Parco Geominerario della Sardegna, riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità.
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ℹ️ Informazioni per i visitatori alla miniera de Sos Enattos a Lula
📍 Località: Lula (NU), Sardegna – pendici del Mont’Albo
🕒 Orari: visite guidate su prenotazione
🎟️ Biglietti: intero € 5,00 – ridotto € 3,00
🚶♂️ Accesso: solo accompagnati da guide autorizzate
🌿 Attività: visita guidata al sito minerario, trekking, percorsi didattici
📞 Contatti prenotazioni:
Tel. 0784.416614
Email: info@minierasosenattos.it
🌐 Sito ufficiale: www.minierasosenattos.it
📍 Google Maps:
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