Il Lavatoio Pubblico di Villacidro e lo stile Liberty in Sardegna
Il Lavatoio Pubblico di Villacidro rappresenta una delle più significative testimonianze dello stile Liberty in Sardegna. Costruito alla fine dell’Ottocento, è un edificio che riflette le influenze dell’Art Nouveau europea, corrente artistica che tra il 1885 e il 1915 portò nuove forme e decori nell’architettura, nella moda e nelle arti figurative. Questo lavatoio, con la sua elegante struttura in pietra e ferro battuto, non è solo un’opera di grande valore architettonico, ma anche un simbolo della vita comunitaria di Villacidro, luogo di incontro e socialità per intere generazioni.
Il Liberty in Sardegna ebbe poche ma preziose manifestazioni, e oltre al Lavatoio di Villacidro un altro esempio importante fu il Mercato Vecchio di Cagliari, purtroppo demolito negli anni ’50. Questi edifici dimostrano come anche l’isola, pur distante dai grandi centri artistici europei, seppe accogliere e reinterpretare il linguaggio estetico dell’epoca.
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Lavatoio Pubblico di Villacidro
Scheda Storica
Il Lavatoio Pubblico di Villacidro è uno degli esempi più importanti dello
stile Liberty in Sardegna. Realizzato alla fine dell’Ottocento, rappresenta una preziosa
testimonianza dell’Art Nouveau, corrente che tra il 1885 e il 1915 influenzò l’architettura,
le arti decorative e la vita sociale europea. Il lavatoio, oltre al valore estetico, è stato a lungo
un luogo di incontro e socialità per gli abitanti del paese.
Caratteristica | Dettaglio |
---|---|
Epoca di costruzione | Fine XIX secolo (fine ’800) |
Stile architettonico | Liberty / Art Nouveau |
Funzione originaria | Lavatoio pubblico e luogo di socialità |
Materiali | Pietra locale e ferro battuto |
Località | Villacidro (SU), Sardegna |
Il Neoclassicismo in Sardegna
Un esempio unico di architettura neoclassica in Sardegna è rappresentato dal Lavatoio Pubblico di Villacidro, inaugurato nel 1893 e ancora oggi in ottimo stato di conservazione. L’opera, progettata dall’ingegnere Enrico Pani, si distingue per la maestosa copertura in lamiera sostenuta da 22 colonne in ghisa, una soluzione architettonica di grande pregio per l’epoca.
La struttura comprende 36 vasche in trachite, utilizzate dalle donne del paese per il bucato, e una scenografica fontana decorata con sculture marmoree. Tra queste figuravano un leone, una leonessa, diversi volti d’angelo e due sirene. Purtroppo, queste ultime furono trafugate nel dopoguerra e non sono più presenti nell’arredo originale.
Oggi il Lavatoio Pubblico di Villacidro è non solo una testimonianza storica e artistica, ma anche un simbolo della vita sociale e comunitaria del paese.

La rivoluzione domestica in paese
La costruzione questa importante struttura non fu soltanto un’opera architettonica ed estetica, ma una vera e propria rivoluzione nella vita quotidiana. Come spesso accade per le opere pubbliche realmente funzionali, il lavatoio ebbe effetti concreti sul piano sociale, economico e culturale, cambiando radicalmente le abitudini delle famiglie villacidresi.
Non più al fiume a lavare i panni
Per le donne, custodi principali dei lavori domestici, il lavatoio rappresentò un enorme risparmio di tempo e di fatica. Non era più necessario recarsi al fiume per lavare i panni né percorrere lunghi tragitti per rifornirsi d’acqua. La nuova struttura, situata nel cuore del paese, rese tutto più vicino e accessibile, migliorando le condizioni di vita quotidiane.

I ricordi di Giuseppe Dessì
Il Lavatoio Pubblico di Villacidro divenne anche un simbolo identitario e letterario. Lo scrittore Giuseppe Dessì, originario di Villacidro, vi trascorse parte della sua adolescenza e lo immortalò nel celebre romanzo Paese d’ombre (Premio Strega 1972). Nelle sue pagine attribuì la paternità dell’opera al sindaco Angelo Uras (alias Giuseppe Pinna Curreli), sottolineando così l’importanza politica e sociale di questa infrastruttura per l’intera comunità.

