Sorgono è un piccolo comune di poco più di 1.400 abitanti, situato nel cuore dell’antica regione del Mandrolisai, una delle aree più identitarie della Sardegna centrale. Dopo l’età nuragica, il sito dove oggi sorge il paese potrebbe non essere stato coinvolto in modo diretto dalla dominazione romana: diverse fonti storiche, infatti, suggeriscono che la Barbagia più interna rimase solo marginalmente influenzata dall’amministrazione e dalla cultura latina, conservando a lungo strutture sociali e tradizioni indigene. Questa relativa autonomia ha contribuito a preservare nel territorio di Sorgono caratteristiche storiche e culturali uniche, ancora oggi percepibili nel paesaggio e nella memoria locale.
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Scheda informativa di Sorgono
- Comune: Sorgono
- Provincia: Nuoro
- Subregione: Mandrolisai
- Abitanti: 1443 (cens. 2024)
- Nome abitanti: sorgonesi
- Economia: agricoltura, pastorizia, servizi
Dalla Curatoria del Mandrolisai ai domini aragonese e sabaudo
L’area abitativa di Sorgono ha probabilmente origini medievali, quando il paese divenne il capoluogo della Curatoria del Mandrolisai sotto il controllo del Giudicato di Arborea. Successivamente, tra il 1410 e il 1478, Sorgono fece parte del Marchesato di Oristano, prima di passare sotto il dominio degli Aragonesi, che consolidarono il loro potere in Barbagia e nelle zone interne della Sardegna. Il periodo aragonese fu poi seguito dal controllo asburgico, durante il quale il paese visse pienamente la sua storia feudale (1711–1839).
Dal punto di vista amministrativo, Sorgono conobbe diverse attribuzioni territoriali: dal 1838 al 1927 fu incluso nella divisione amministrativa prima di Cagliari e poi della Provincia di Cagliari; infine, con l’istituzione della Provincia di Nuoro, venne definitivamente inserito in quest’ultima, di cui ha rappresentato per decenni uno dei centri principali dell’entroterra barbaricino.
Il centro geografico della Sardegna
Un elemento distintivo del territorio di Sorgono è la presenza del centro geografico della Sardegna, individuato alle coordinate 40°0’2″ N – 9°6’57” E. Il punto si trova su un altopiano situato a circa 800 metri di altitudine ed è raggiungibile dalla periferia del paese percorrendo circa 2 km lungo strade sterrate. Il sito è visitabile con mezzi fuoristrada, moto enduro, quad, mountain bike o anche a piedi, ed è considerato un luogo simbolico che unisce natura, geografia e identità del Mandrolisai.
Il Parco Archeologico di Biru ’e Concas
Nelle immediate vicinanze del centro geografico della Sardegna si trova uno dei complessi archeologici più affascinanti dell’isola: il Parco Archeologico di Biru ’e Concas, celebre per la presenza di oltre 200 menhir, tra i più numerosi e meglio conservati dell’intero Mediterraneo. Le ricostruzioni ufficiali datano le prime frequentazioni dell’area tra il Neolitico finale (3200–2800 a.C.) e l’Eneolitico (2800–1800 a.C.), confermando che il territorio di Sorgono fu abitato e utilizzato come luogo cerimoniale e sepolcrale sin dalla preistoria.
Accanto ai menhir, il territorio conserva altre testimonianze della vita remota delle popolazioni sarde: le domus de janas, antiche sepolture scavate nella roccia; numerosi nuraghi, spesso in posizione dominante; e diverse tombe di giganti, legate alle pratiche funerarie del periodo nuragico. Questi siti, diffusi in tutta l’area del Mandrolisai, restituiscono l’immagine di un passato straordinariamente ricco e confermano la centralità culturale di Sorgono nella storia più antica della Sardegna.

Le radici romane di Sorgono
Il territorio del Mandrolisai e in particolare l’area di Sorgono furono frequentati fin dall’antichità dagli antichi Romani, anche se l’origine del centro abitato è probabilmente pre-romana.
Il nome “Sorgono” sembra derivare dal termine sardo sorgunu, che significa “abbeveratoio”, a testimonianza dell’importanza delle sorgenti e dell’acqua per gli antichi insediamenti pastorali.
Tra i siti archeologici più significativi legati alla presenza romana si segnala Donnigaggia, a circa un chilometro dal paese, dove è stato ritrovato un diploma di “honesta missio”, cioè un congedo militare rilasciato nell’88 d.C. a un soldato dell’esercito romano che aveva concluso il proprio servizio.
Sorgono capoluogo del Mandrolisai
Le prime notizie documentate su Sorgono risalgono invece al 1180, quando il paese è citato in relazione a donnu Barisone de Serra, consigliere di Pietro I, Giudice d’Arborea, che divenne curatore della Barbagia del Mandrolisai con capoluogo proprio a Sorgono.
Nel 1463 il borgo entrò a far parte del marchesato d’Oristano, fino al 1478, anno della battaglia di Macomer, che vide la sconfitta del marchese Leonardo Alagon e la successiva conquista del territorio da parte della Corona spagnola.
Gli Spagnoli ne fanno una “signoria utile”
Da quel momento iniziò la storia ufficiale di Sorgono come centro di rilievo geopolitico per il controllo dell’entroterra sardo. Nel 1507 la Corona spagnola la definì “signoria utile”, affidandone l’amministrazione non a un feudatario, ma a un’autorità locale di discendenza giudicale: Gemiliano Serra, parente del Barisone, fu il primo a ricoprire la carica.
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Il centro storico di Sorgono
Il centro storico di Sorgono è uno dei più caratteristici del Mandrolisai e racconta, attraverso le sue architetture e i suoi percorsi, la lunga storia del paese. Tra vie acciottolate, case in granito e antichi portali lignei, si respira ancora l’atmosfera autentica della Sardegna interna. Il cuore dell’abitato ruota attorno alla chiesa parrocchiale di San Mauro Abate, da cui si diramano stradine strette, cortili interni e piccole piazze che un tempo ospitavano artigiani, botteghe e scambi rurali.
La cultura pastorale in paese
Le abitazioni tradizionali, spesso disposte in blocchi compatti, riflettono la cultura pastorale e contadina del territorio, mentre i vecchi edifici padronali raccontano il ruolo centrale che Sorgono ebbe nella storia amministrativa del Mandrolisai. Passeggiare nel centro storico significa scoprire scorci silenziosi, architetture in pietra e testimonianze di un passato ancora vivo, rendendolo una tappa fondamentale per chi vuole conoscere l’identità culturale di Sorgono e della Sardegna montana.


Nel ‘700 finisce il feudalesimo
Nel 1708, dopo due secoli di dominazioni e continui cambiamenti istituzionali, per Sorgono arrivò il pesante riconoscimento del giogo feudale.
Carlo III d’Austria concesse infatti il paese al conte Giovanni Antonio Valentino Manca di Tempio, sancendo la subordinazione della comunità ai dominatori spagnoli. Questo vincolo rimase attivo fino al 1718, quando la Casa Savoia subentrò agli Asburgo nel governo del Regno di Sardegna.
L’avvicendamento politico non portò però un miglioramento immediato: seguirono anni segnati da lotte, proteste e resistenze popolari, con i sorgonesi impegnati a riottenere il possesso delle loro terre una volta che il sistema feudale cominciò a essere smantellato.
Un giogo insostenibile
Il problema principale era il costo del riscatto: per tornare a essere proprietari delle terre che avevano coltivato per generazioni, i pastori e i contadini dovettero affrontare tributi insostenibili, frutto di un sistema che li aveva resi per legge servitori dei feudatari.
Tra il 1835 e il 1838, dopo quasi cinque secoli, il feudalesimo cadde per volontà sovrana e vennero emanati i provvedimenti per la sua cancellazione definitiva. Lo Stato avocò a sé le giurisdizioni feudali e indennizzò i signori locali con compensi che risultarono spesso superiori al reale valore delle terre, talvolta comprensivi della cessione di immobili.
La liquidazione feudale pesò soprattutto sulla popolazione, mentre a trarne vantaggio furono ancora una volta molti feudatari di origine spagnola.
Anche a Sorgono, negli anni Trenta dell’Ottocento, il feudalesimo fu formalmente abolito, ma il percorso per riscattare i feudi richiese ulteriori sacrifici economici, generando un lungo periodo di tensioni sociali e resistenze comunitarie.


La chiesa di San Mauro Abate
La chiesa parrocchiale di San Mauro Abate, cuore religioso di Sorgono e punto di riferimento del Mandrolisai, è uno degli edifici sacri più significativi dell’interno della Sardegna. L’attuale struttura, frutto di ampliamenti successivi tra XV e XVIII secolo, conserva elementi gotico–aragonese, rinascimentali e barocchi, testimoniando la lunga evoluzione artistica del paese. La facciata sobria introduce a un interno ricco di altari laterali, tele devozionali e arredi lignei, mentre la pregevole cappella di San Mauro, patrono di Sorgono, custodisce alcune delle opere più antiche. La chiesa, situata nel cuore del centro storico, è anche protagonista delle principali feste religiose e tradizioni identitarie, rendendola una tappa essenziale per chi desidera conoscere la storia, l’arte e la spiritualità del Mandrolisai.


La stazione ferroviaria di Sorgono
La stazione ferroviaria di Sorgono, capolinea storico della linea a scartamento ridotto Mandas–Sorgono, è uno dei simboli più caratteristici del Mandrolisai e rappresenta un’importante testimonianza dell’antico sistema ferroviario della Sardegna interna. Inaugurata nei primi anni del Novecento, la stazione segnò per Sorgono un momento di forte apertura verso il resto dell’isola, favorendo scambi commerciali, spostamenti e relazioni culturali.
Scalo turistico
Oggi non è più attiva per il servizio ordinario, ma continua a vivere grazie al Trenino Verde, il celebre convoglio turistico che attraversa boschi, ponti e vallate dell’interno sardo offrendo uno dei percorsi ferroviari panoramici più affascinanti d’Italia. L’edificio della stazione, restaurato e perfettamente riconoscibile nel suo stile originario, è diventato una tappa suggestiva per viaggiatori, cicloturisti e appassionati di storia ferroviaria che visitano Sorgono e il Mandrolisai.


I 200 menhir di Sorgono
I menhir di Sorgono, noti anche come “Biru ‘e Concas”, costituiscono uno dei più imponenti e affascinanti complessi megalitici della Sardegna e dell’intero Mediterraneo. Situato nelle campagne a est del paese, il sito ospita oltre 200 menhir, allineati, disposti in gruppi o isolati, databili al Neolitico finale e legati a rituali religiosi e culti ancestrali. Le alte pietre infisse nel terreno, scolpite in granito locale, creano un paesaggio mistico e suggestivo, immerso tra boschi, dolci colline e vigneti del Mandrolisai. Il complesso di Biru ‘e Concas è considerato un vero e proprio santuario preistorico, dove la disposizione dei megaliti potrebbe aver seguito criteri astronomici o cerimoniali. Oggi il sito è una tappa imperdibile per chi visita Sorgono e desidera scoprire la storia più antica della Barbagia e della Sardegna interna.





































