Castelsardo è oggi uno dei centri turistici più rinomati della Sardegna, grazie a un mix unico di storia e natura. A richiamare ogni anno migliaia di visitatori sono soprattutto il suo straordinario centro storico medievale, perfettamente riconoscibile e ben conservato, e la bellezza della costa, caratterizzata da spiagge suggestive, piccole calette, imponenti falesie e profumi di macchia mediterranea che incorniciano un mare cristallino tra i più apprezzati del nord Sardegna.
Nei dintorni puoi visitare:
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Scheda informativa di Castelsardo
Nome del paese: Castelsardo
Origine del nome: fondato nel 1102 dai Doria con il nome di Castel Genovese; divenne Castel Aragonese in epoca aragonese e infine Castelsardo dal 1767 per volontà dei Savoia
Nome degli abitanti: castellanesi
Subregione di appartenenza: Anglona
Provincia di appartenenza: Provincia di Sassari (SS)
Numero di abitanti: circa 5.700 abitanti
Economia: turismo culturale e balneare, pesca, artigianato (celebre la produzione di cestini in giunco), servizi e piccole attività commerciali; importanza crescente del settore ricettivo
Siti turistici principali da visitare:
Il Castello dei Doria, oggi Museo dell’Intreccio Mediterraneo
Il borgo medievale con vicoli e belvederi panoramici
La Cattedrale di Sant’Antonio Abate e il suo campanile affacciato sul mare
La Roccia dell’Elefante, famosa formazione rocciosa naturale
Il lungomare e le spiagge di Lu Bagnu
Le antiche mura e le porte del borgo storico
Il borgo-fortezza di Castelsardo
Il centro storico di Castelsardo rappresenta il cuore medievale del paese, sorto attorno al Castello dei Doria, una roccaforte cinta da imponenti bastioni progettati per difendere il borgo dagli attacchi provenienti sia dal mare sia dall’entroterra. Attorno alla fortezza si sviluppa un affascinante abitato medievale, formato da viuzze strette, scalinate e case in pietra di antica fattura, molte delle quali ancora abitate e conservate in condizioni eccellenti.
Queste caratteristiche testimoniano il ruolo strategico che Castelsardo rivestiva nel Golfo dell’Asinara durante il Medioevo, posizionandosi come uno dei punti difensivi e commerciali più importanti del nord Sardegna. La sua rilevanza, però, affonda le radici in epoche ancora più antiche: già in età romana, infatti, i latini scelsero ripetutamente questa costa ricca di porti naturali, cale riparate e approdi sicuri per sviluppare centri di scambio commerciale tra l’entroterra dell’Anglona – noto per la produzione agricola – e il mare, da cui partivano rotte dirette verso Roma e le coste dell’Italia centrale.

Tibula e i porti della costa castelsardina in età romana
Nelle vicinanze dell’attuale porto turistico di Castelsardo, i Romani realizzarono un importante approdo sulla spiaggia chiamata Fritum Janii, da cui deriva l’odierno nome Frigiano utilizzato per il porto e la collina sovrastante. Questo scalo costituiva uno dei punti di riferimento commerciali della zona e fungeva da porto di servizio per Tibula, un piccolo ma rilevante centro urbano romano della Sardegna settentrionale, la cui esatta localizzazione non è stata ancora identificata con certezza.
Oltre a Frigiano, lungo la costa castelsardina erano attivi altri approdi, tra cui il Portum Granaticum (Lu Grannadu) e la Cala Lagustina o Hostilia (Baia Ostina), baie naturalmente protette e utilizzate come scali marittimi lungo le rotte tra l’Anglona e il resto del Mediterraneo romano.
Il Medioevo e il massimo splendore di Castelsardo
Dopo l’età romana, l’area entrò nella sfera d’influenza della Chiesa e dei grandi ordini monastici, in particolare dei Benedettini di Tergu, che ricevettero terre, bestiame e importanti funzioni amministrative nel territorio circostante.
Il periodo d’incastellamento del Nord Sardegna portò alla fondazione, nel 1270, del monumento più rappresentativo della città: il Castello dei Doria, inizialmente chiamato Castelgenovese. La nuova e imponente fortezza divenne rapidamente un polo d’attrazione per la popolazione locale, che iniziò a stabilirsi attorno alle mura, dando forma all’attuale borgo medievale di Castelsardo. La rocca offriva vantaggi naturali decisivi per la vita dell’epoca: un approdo indipendente e numerose vasche per la raccolta dell’acqua piovana, indispensabili durante gli assedi.
Il castello ospitò figure di primo piano della storia sarda, tra cui Eleonora d’Arborea, moglie di Brancaleone Doria. Nonostante la resistenza dei Doria e della popolazione locale, Castelsardo fu l’ultima città dell’isola a cadere sotto il controllo del Regno di Sardegna aragonese, nel 1448, anno in cui venne anche insignita del titolo di Città Regia. La fortezza resistette per decenni agli assedi e fu conquistata solo con l’introduzione delle armi da fuoco.
Nel 1520 la città assunse il nome di Castillo Aragonés, mentre nel 1767, sotto il dominio sabaudo, divenne ufficialmente Castelsardo. A differenza di altre città regie come Alghero, Bosa, Cagliari, Oristano e Sassari, Castelsardo mantenne nel proprio stemma le barre d’Aragona, che non furono sostituite dalla croce dei Savoia: un segno distintivo della lunga e complessa storia del borgo.

La torre costiera di Castelsardo davanti al porto
Di fronte al moderno porto turistico sorge la torre costiera di Castelsardo, una delle strutture difensive più significative dell’antico sistema di avvistamento della costa nord della Sardegna. Costruita in epoca aragonese e successivamente potenziata in periodo sabaudo, la torre aveva il compito di controllare l’accesso al porto e segnalare tempestivamente l’arrivo di imbarcazioni sospette, soprattutto durante le incursioni barbaresche che colpirono la regione tra XVI e XVII secolo. La sua posizione strategica, affacciata direttamente sul mare, permetteva il collegamento visivo con altre torri della rete difensiva costiera. Oggi la torre rappresenta una testimonianza preziosa della storia militare di Castelsardo e un punto panoramico privilegiato da cui ammirare il golfo dell’Asinara e l’intero borgo-fortezza.

Dall’Ottocento la decadenza e la tardiva diffusione della peste
A partire dall’Ottocento, la cittadina-fortezza di Castelsardo iniziò a vivere una fase di profonda crisi. Il borgo divenne teatro di dispute autoritarie, subì un graduale impoverimento culturale e sociale, e anche le attività agricole – già limitate – diminuirono ulteriormente dopo l’allontanamento di seminaristi, frati e del vescovado locale.
Questo indebolimento generale fu il preludio alla peste di fine secolo, che raggiunse Castelsardo con un ritardo significativo rispetto al resto della Sardegna ma che ebbe comunque conseguenze durissime: spopolamento, instabilità e un lungo periodo di incertezza economica e demografica.
Solo con l’ingresso nell’età contemporanea, grazie allo sviluppo industriale e soprattutto alla nascita del turismo moderno, Castelsardo riuscì a recuperare una nuova vitalità. Il borgo medievale, con il suo castello e il panorama sul Golfo dell’Asinara, tornò a rappresentare una risorsa economica decisiva, consentendo alla comunità di ritrovare la propria identità storica e culturale.
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Cosa visitare a Castelsardo: guida alle principali attrazioni
Oggi Castelsardo offre ai visitatori un ricchissimo ventaglio di proposte culturali, storiche e naturalistiche. Dalla fortezza medievale alle chiese romaniche, dai monumenti naturali ai siti archeologici, il borgo è una delle mete più complete del nord Sardegna. Ecco le principali cose da vedere a Castelsardo:
La fortezza del Castello dei Doria
Il simbolo della città. Ospita il Museo dell’Intreccio Mediterraneo, uno dei più importanti d’Italia dedicati all’arte dell’intreccio e alle tradizioni artigiane dell’area mediterranea.La Cattedrale di Sant’Antonio Abate (XIV secolo)
Situata su un panoramico affaccio sul mare, è caratterizzata dal suggestivo campanile rivestito di maioliche policrome. Al suo interno custodisce opere d’arte di pregio, tra cui il celebre retablo di Castelsardo.La Chiesa di Santa Maria delle Grazie (III–IV secolo d.C.)
Posta ai piedi del castello, conserva il venerato Crocifisso del Cristo Nero, protagonista dei riti della Settimana Santa castellanese.La Roccia dell’Elefante
Un monumento naturale in località Multeddu, modellato dal vento nella forma di un elefante seduto. È scolpito nella trachite scura e al suo interno presenta domus de janas; nelle vicinanze sono visibili i resti del nuraghe Paddaggiu.Il complesso archeologico di Monte Ossoni
Qui si possono visitare un antico villaggio preistorico e possenti mura difensive, testimonianza di un insediamento millenario che domina la costa.La Settimana Santa di Castelsardo
Durante il periodo pasquale il borgo si anima con riti dalla forte influenza spagnola. Le celebrazioni, particolarmente suggestive, attirano ogni anno centinaia di fedeli e turisti.Le spiagge e le cale di Castelsardo
Il turismo balneare è uno dei punti di forza del territorio, con spiagge, calette e scogliere ideali per vela e windsurf, soprattutto a Punta La Capra, Punta Li Paddimi e Lu Bagnu. Perfette anche per chi vuole semplicemente godersi una giornata di mare in acque cristalline.

Le spiagge di Castelsardo
- Cala Ostina
- Cantareddi
- Friggianu
- La Vignaccia
- Le Celestine
- Lu Bagnu
- Marina di Castelsardo
- Pedraladda
- Punta la Capra
- Punta li Piddami
- Punta Tramontana
- Sacro Cuore


La Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Castelsardo
La Chiesa di Santa Maria delle Grazie è uno dei luoghi di culto più antichi e suggestivi di Castelsardo, situata ai piedi del Castello dei Doria, nel cuore del centro storico. L’edificio, risalente ai primi secoli dell’era cristiana, conserva un valore storico e devozionale unico per tutta la comunità castellanese. Al suo interno è custodito il celebre Crocifisso del Cristo Nero, un’opera lignea medievale fortemente venerata e protagonista dei riti della Settimana Santa di Castelsardo, tra le tradizioni religiose più importanti della Sardegna. La chiesa, con la sua architettura semplice e raccolta, rappresenta una tappa imprescindibile per chi desidera conoscere la storia spirituale del borgo e il profondo legame tra Castelsardo e le sue antiche pratiche liturgiche.




La Roccia dell’Elefante di Castelsardo
La Roccia dell’Elefante è uno dei monumenti naturali più celebri di Castelsardo e dell’intera Sardegna. Si trova in località Multeddu, lungo la strada provinciale che collega Castelsardo a Sedini, ed è un grande blocco di trachite scura modellato nei secoli dall’azione del vento fino ad assumere la forma inconfondibile di un elefante seduto. Oltre al suo aspetto scenografico, la Roccia dell’Elefante riveste un enorme valore archeologico: al suo interno sono presenti alcune domus de janas, tombe preistoriche scavate nella roccia e decorate con motivi simbolici tipici delle culture neolitiche dell’isola. L’area circostante conserva anche tracce del nuraghe Paddaggiu, testimonianza della lunga continuità insediativa del territorio. Facilmente raggiungibile e perfetta per fotografie panoramiche, la Roccia dell’Elefante è una tappa imperdibile per chi visita Castelsardo.

Il Nuraghe Paddaggiu
Il Nuraghe Paddaggiu, situato nelle campagne di Castelsardo a poca distanza dalla celebre Roccia dell’Elefante, è uno dei più interessanti esempi di architettura nuragica dell’area dell’Anglona. Si tratta di un nuraghe monotorre costruito in grandi blocchi di trachite locale, ancora oggi ben riconoscibile nella sua imponente struttura circolare. La posizione strategica, dominante sul territorio circostante e sulle vie di collegamento verso l’entroterra e la costa, suggerisce un ruolo di controllo e avvistamento già nell’età del Bronzo. Intorno al nuraghe sono visibili i resti di un antico villaggio e di strutture collegate alla vita quotidiana delle comunità nuragiche. La vicinanza con le domus de janas incorporate nella Roccia dell’Elefante testimonia una continuità di insediamento che va dal Neolitico all’età nuragica, rendendo Paddaggiu una tappa imprescindibile per comprendere la storia più antica di Castelsardo e del nord Sardegna.
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