La filigrana sarda è una delle arti orafe più raffinate e antiche del Mediterraneo. La tecnica consiste nell’intreccio e nella curvatura di sottili fili d’oro o d’argento, lisci o ritorti, uniti mediante saldature realizzate con lo stesso metallo.
Questa tradizione ha origini millenarie, risalenti ai primi insediamenti fenici in Sardegna. Gli scavi archeologici hanno restituito numerosi esempi di gioielli in filigrana rinvenuti a Karalis (Cagliari), Nora, Sulci, Neapolis, Cornus e Tharros.
La piena affermazione della filigrana in Sardegna avvenne in età rinascimentale, in particolare sotto il dominio aragonese e durante il periodo corporativo. Dopo una fase di declino, tornò a diffondersi alla fine del Settecento, fino a diventare il simbolo della gioielleria tradizionale sarda.
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📜 Scheda · La filigrana sarda
Arte orafa millenaria, simbolo dell’identità e della tradizione artigianale della Sardegna.
⏳ Origini
Documentata sin dai fenici e attestata negli scavi di Karalis, Nora, Sulci, Neapolis, Cornus e Tharros.
Affermazione in età rinascimentale, diffusione tra Settecento e Ottocento.
💎 Gioielli tipici
- Bottoni in filigrana d’oro: simbolo di fertilità, legato alla dea fenicia Tanit.
- Fede sarda: anello nuziale piatto decorato con gocce d’oro e d’argento.
- Spille ornamentali: fissate ai veli femminili con motivi floreali e geometrici.
- Breves: teche devozionali in argento lavorato per custodire immagini sacre.
- Occhio di Santa Lucia: amuleto con opercolo di conchiglia incastonato in filigrana.
📍 Diffusione attuale
Centri principali: Cagliari, Iglesias, Villacidro, Quartu Sant’Elena e Dorgali.
Alcune botteghe fanno parte del Consorzio Ventuno, per la promozione internazionale dell’alta oreficeria sarda.
🔎 Curiosità
- I bottoni in filigrana d’oro decoravano gli abiti da sposa, variando dimensioni e pregio a seconda del ceto.
- Molti gioielli della tradizione richiamano simboli di fertilità e prosperità.
- La lavorazione artigianale è ancora eseguita interamente a mano, come secoli fa.
Gioielli in filigrana: tra simbologia e tradizione
La filigrana sarda, inizialmente riservata all’aristocrazia, si diffuse tra Settecento e Ottocento anche nei costumi tradizionali delle classi popolari, diventando parte integrante delle ricorrenze festive.
I gioielli più rappresentativi includono:
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Bottoni in filigrana d’oro: a doppia calotta, spesso con inserti in turchese o pietre preziose, usati per abiti tradizionali maschili e femminili. La forma richiama il seno femminile, simbolo di fertilità e prosperità, collegato al culto della dea fenicia Tanit.
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Fedi nuziali: anelli piatti decorati con gocce d’oro e d’argento, tipici dei matrimoni sardi.
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Spille ornamentali: applicate ai veli femminili, decorate con motivi geometrici e floreali.
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Breves: piccole teche devozionali in lamina d’argento con decori in filigrana, usate per custodire immagini sacre o rosari.
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Occhio di Santa Lucia: amuleto religioso realizzato con opercoli di conchiglia racchiusi in montature d’argento filigranato.
La filigrana oggi in Sardegna
La lavorazione della filigrana sopravvive ancora oggi grazie alle botteghe artigiane distribuite in diverse zone dell’isola.
Le località più note sono:
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Cagliari, Iglesias, Villacidro, Quartu Sant’Elena (Sardegna meridionale);
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Dorgali (Nuoro), uno dei principali centri dell’oreficeria sarda.
Alcuni laboratori fanno parte del Consorzio Ventuno, nato per promuovere la filigrana sarda sui mercati internazionali dell’alta oreficeria.
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