La Cattedrale di San Pietro ad Ales
Edificata nel 1687, la Cattedrale di San Pietro rappresenta il principale luogo di culto di Ales, piccolo borgo della provincia di Oristano. Oltre al suo valore architettonico e religioso, la chiesa è conosciuta per essere situata nel paese natale di Antonio Gramsci, uno dei più importanti pensatori italiani del Novecento.
La Cattedrale è anche la sede vescovile della diocesi di Ales-Terralba, che si estende su un territorio di 1.494 km² e comprende 57 parrocchie, confermando il ruolo centrale di Ales nella storia religiosa e culturale della Sardegna centro-occidentale.
Guarda nei dintorni anche il Museo del Giocattolo tradizionale di Zeppara: giochi storici e cultura dell’infanzia

Il contesto urbano di Ales
La Cattedrale di Ales si trova nel cuore del paese, in una posizione panoramica e sopraelevata rispetto alla strada principale, via San Pietro. L’accesso avviene attraverso una scenografica scalinata monumentale che conduce al sagrato.
La facciata si caratterizza per la presenza di due campanili gemelli, collegati da un elegante terrazzino con balaustra in tufo che sovrasta il portico d’ingresso, arricchito da un arco a tutto sesto. A dominare il prospetto si erge la statua di San Pietro, patrono della cattedrale.
L’impianto architettonico è completato da due cupole minori poste in cima ai campanili e da un imponente cupolone centrale, collocato all’incrocio tra la navata e il transetto, che conferisce al complesso un aspetto solenne e armonioso.
- Leggi anche: La Chiesa di Santa Maria della Neve, Nuoro
- Leggi anche: La Chiesa del Rosario, Osilo
- Leggi anche: La Chiesa di San Silverio, Aglientu
- Leggi anche: L’Ebraismo
La nascita e lo sviluppo della Cattedrale di Ales
La costruzione della Cattedrale di San Pietro ad Ales è legata al progetto dell’architetto genovese Domenico Spotorno, che innalzò l’attuale edificio sui resti di una chiesa più antica voluta da Donna Violante Carroz, Marchesa di Quirra.
La prima cattedrale, risalente al 1634, era realizzata in stile romanico con una sola navata coperta da tetto a capriate, tre cappelle laterali e un piccolo campanile a vela. Nel corso dello stesso secolo fu avviato un primo ampliamento con l’impiego di blocchi di pietra calcarea bianca: le cappelle divennero quattro, tutte coperte da volta a botte, mentre furono aggiunte una navata più ampia e l’abside.
Nel 1648 iniziarono i lavori per i due campanili gemelli, ma uno di essi crollò quarant’anni dopo, causando gravi danni all’intero edificio. Per ricostruire la chiesa intervennero l’architetto Ignazio Merigano e i maestri cagliaritani Lucifero Marceddu e Antonio Cuccuru, che portarono a compimento la nuova struttura.
La cattedrale venne consacrata il 9 maggio 1688 e, nei secoli successivi, subì ulteriori arricchimenti: nel XVIII secolo con arredi marmorei e sculture di Pietro Pozzo, e nel XX secolo con nuove decorazioni e affreschi che impreziosiscono ancora oggi gli interni.
- Guarda anche il paesino di Ales nel sito di Sardegna Turismo
Descrizione della struttura interna
L’interno della Cattedrale di San Pietro ad Ales segue la classica pianta a croce latina, con una grande navata unica lunga 21 metri e larga 10. Ai lati della navata si alternano pilastri e paraste con capitelli ionici, che scandiscono il ritmo architettonico dell’edificio.
Sui lati si aprono quattro cappelle (due a destra e due a sinistra), tutte voltate a botte, così come l’abside. Al centro del transetto si eleva la maestosa cupola ottagonale alta 36 metri, decorata con affreschi e motivi ornamentali realizzati tra il 1950 e il 1962. Qui spiccano le pitture di Peppinetto Boy di Ales (1954), che impreziosiscono la volta con scene religiose e motivi floreali.
Le statue e le decorazioni
Il Duomo di Ales custodisce un ricco patrimonio scultoreo e decorativo. Tra le statue principali si trovano:
-
Medaglione di San Girolamo e la Gloria di San Paolo
-
Medaglione di Sant’Agostino e il Martirio di San Paolo
-
Medaglione di Sant’Ambrogio e la Gloria di San Pietro
-
Medaglione di San Gregorio Magno e il Martirio di San Pietro
Completano il percorso artistico gli affreschi di Giovanni da Ferraboschi di Bergamo (1970), che raffigurano episodi della vita di San Pietro e San Paolo, e le decorazioni pittoriche di Enrico Lorrai (1950), che arricchiscono ulteriormente gli interni.
Le cappelle laterali
Le due cappelle laterali della Cattedrale sono dedicate rispettivamente a:
-
San Michele Arcangelo: custodisce una tela del santo e la fonte battesimale del 1725.
-
San Pietro da Verona: conserva un altare marmoreo del 1738, testimonianza dell’arte barocca isolana.
La navata centrale
Al centro della navata spicca la statua di San Pietro, affiancata da elementi di grande valore storico:
-
la pila benedettina di Efisio Mura (1702),
-
il pulpito in marmo di Pietro Pozzo (1737), ornato da un cinghiale, simbolo araldico di Mons. Giovanni Battista Sanna (dal cognome “Sanna” → “zanna di cinghiale”).
La cripta sotterranea
Sotto la cattedrale si trova la cripta, un vano a pianta rettangolare con volta a botte, realizzato nel 1752. Originariamente era destinata a sepolcro vescovile e rappresenta una delle parti più suggestive del complesso, legata al culto e alla memoria della comunità ecclesiastica.

Il transetto e il presbiterio
Nel transetto si colloca l’altare del Santissimo Crocifisso, caratterizzato da una scultura lignea realizzata tra XVIII e XIX secolo e arricchito dalle pitture di Enrico Lorrai.
Il presbiterio, rialzato come nella Cattedrale di Cagliari, è delimitato da una balaustra marmorea del 1727 realizzata dal genovese Pietro Pozzo. Ai lati si trovano i quattro leoni, simbolo della Chiesa, mentre alla base è collocata un’aquila, allegoria dell’Impero Romano e del paganesimo.
- La Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo su Google Map
La Chiesa e l’Impero Romano
I quattro leoni sono in posizioni diverse e riproducono altrettanti momenti del rapporto Chiesa/Impero: il primo leone da destra è calmo e tiene l’aquila che cerca di divincolarsi; il secondo calpesta l’aquila conficcandogli un artiglio nel corpo; il terzo deve domare l’ultimo tentativo di liberarsi del volatile, mentre il quarto sovrasta l’aquila ormai uccisa.



