Il Pozzo sacro di Sa Testa, situato nei pressi di Olbia, è uno dei più importanti monumenti archeologici della Sardegna nuragica. La struttura è composta da un cortile circolare, un vestibolo e il pozzo vero e proprio, alimentato da una sorgente che si trova a 17 gradini di profondità. L’opera, lunga complessivamente 17,5 metri, è realizzata interamente in scisto e granito.
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Scheda informativa
Pozzo de Sa Testa
🏛️ Nome: Pozzo Sacro di Sa Testa (Olbia)
🗓️ Epoca: Fine II millennio a.C. – età nuragica avanzata
Struttura: Corte cerimoniale (Ø 8,30 m), vestibolo trapezoidale, scala di 17 gradini, camera del pozzo circolare (h 6,81 m) con falsa volta a tholos
Materiali: Scisto e granito
🔎 Funzione: Luogo di culto dell’acqua e deposizione di offerte votive (vasi, armi, bronzetti)
📍 Dove si trova: Località Sa Testa, Olbia (SS), Sardegna
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⛰️ Ambiente: Area pianeggiante vicino a sorgenti perenni; vegetazione di macchia mediterranea
🚶♂️ Accesso: Percorso pedonale breve e segnalato; area recintata con pannelli informativi multilingue
🎯 Attività: Archeologia, fotografia, visita didattica, osservazione architettonica
🕓 Periodo consigliato: Tutto l’anno; ideale in primavera/autunno
🔬 Scoperta: 1938 (con ritrovamenti nuragici, punici e romani)
🛠️ Restauri e valorizzazione: 1969 (restauro); interventi di manutenzione e informazione dagli anni ’80; ultimo intervento 1996
🤝 Reti di culto e scambi: Rapporti con il Pozzo Sacro di Milis (Golfo Aranci) e con visitatori d’oltremare in ambito cultuale e mercantile
La scoperta del Pozzo sacro di Sa Testa
Il Pozzo sacro di Sa Testa venne riportato alla luce nel 1938, quando emersero i primi reperti votivi di epoca nuragica, a testimonianza del culto delle acque. Tuttavia, gli scavi restituirono anche materiali punici e romani, segno che il sito mantenne la sua funzione sacra e la sua frequentazione anche nei secoli successivi.
Nel 1969 l’area archeologica subì un importante intervento di restauro che ne consolidò le strutture, mentre dagli anni ’80, con il crescente sviluppo del turismo culturale, il comune di Olbia avviò azioni di valorizzazione, sia dal punto di vista informativo e didattico, sia in termini di accessibilità. L’ultimo intervento di manutenzione risale al 1996 e oggi il Pozzo sacro di Sa Testa si presenta in ottimo stato di conservazione, corredato da una cartellonistica multilingue che consente ai visitatori di comprenderne la storia e l’importanza.

Struttura e Architettura del sito
Questo sito sacro, risalente alla fine del II millennio a.C., rappresenta una delle più significative testimonianze della fase avanzata dell’età nuragica, quando le popolazioni isolane praticavano culti legati all’acqua, considerata elemento vitale e divino. In occasione delle cerimonie religiose, venivano deposte offerte votive come vasi, armi, bronzetti e oggetti rituali nei pressi delle fonti d’acqua perenni.

I rapporti del Pozzo Sacro di Sa Testa con il territorio
L’area sacra non era un sito isolato, ma parte di un più ampio complesso nuragico che comprendeva altri ambienti di culto e insediamenti abitativi. Di particolare rilievo i legami con il vicino pozzo sacro di Milis, nel territorio di Golfo Aranci, con cui intratteneva rapporti religiosi e commerciali. Questi scambi, spesso con visitatori provenienti da oltre mare, avvenivano sotto la protezione divina, garantendo pace e prosperità.
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