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Home » Storia » Nuraghe San Pietro

Nuraghe San Pietro

TORPE'

di Redazione
in Storia
Tempo di lettura: 4 minuti
Nuraghe San Pietro

Il Nuraghe San Pietro è il monumento archeologico più rilevante del territorio di Torpè e, vista la mole (70,30 metri di diametro), era certamente uno dei più vivaci centri commerciali della costa orientale sarda. Si tratta di un quadrilobato che, fino agli ’70 del Novecento, era praticamente sconosciuto tranne che a pochissimi addetti ai lavori, come il grande archeologo italiano Antonio Taramelli (1868-1939) che lo descrisse la prima volta come un cumulo di pietre coperto di terra e detriti all’interno di un terreno privato. Le prime fonti scritte sul nuraghe tuttavia, risalgono all’abate Vittorio Angius, erudita storico, epigrafo e numismatico che, nel 1832, era stato incaricato di compilare e redare, per la Sardegna, il Grande Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale: 9 anni di ricerche più altri 7 di scrittura che lo portarono a censire pure gran parte del patrimonio storico e archeologico di Torpè e del suo territorio. E il Nuraghe di San Pietro, non poteva non essere censito. Tra il 1980 e il 1984 sono stati fatti i più interessanti lavori di scavo, condotti dall’archeologa Maria Ausilia Fadda per conto della Soprintendenza di Sassari e Nuoro. I manufatti ceramici e i reperti rinvenuti sono stati cataloganti anche dall’archeologo Giovanni Lilliu (1914 – 2012): oggetti ornamentali in bronzo e in argento, vassellini rituali di terracotta, figurine nude maschili e parti di corpo umano.

NURAGHE SAN PIETRO: LA STRUTTURA
Esistono vari tipi di nuraghi, quello di San Pietro è un nuraghe complesso quadrilobato, che presenta un mastio centrale articolato su quattro torri aggiuntive poste lateralmente. La torre centrale è di 4,54 metri di diametro, realizzata su grossi blocchi di trachite rossa. L’ingresso è orientato a Sud, è di forma rettangolare (4 metri per 1,20 metri) coperto a piattabanda dove, a destra, si apre la garitta di guardia (2 metri per 1 metro), mentre, a sinistra, una scala ad andamento elicoidale porta al terrazzo soprastante. Il corridoio invece, apre alla camera centrale (diametro 12,56 metri) in cui si trovano le tre nicchie a croce costruite con muri aggettanti che si chiudono ad arco a sesto acuto. (Fonte: “Torpé. I Monumenti Archeologici”. Alberto Pala).

LOTTA AI TOMBAROLI LO SPRONE ALLA RICERCA
I primi scavi iniziarono negli anni ’70, e furono ripresi successivamente in varie campagne. L’obiettivo era, oltre a quello di riportare alla luce il monumento e classificarne la struttura e i reperti, quello di arginare l’azione dei tombaroli che stavano infestando l’area da diversi anni. Analizzando i resti rinvenuti, un filo logico sembra aver convinto gli studiosi: 1) il Nuraghe San Pietro era un cuore pulsante di attività commerciali regionali e mediterranee; 2) l’impianto della struttura poggiava su un insediamento prenuragico. Quindi, la frequentazione umana in questa parte della Sardegna durante le antiche epoche prenuragiche, nuragiche e romana era assai presente. Tra i reperti alcuni testimoniano scambi del territorio con altre civiltà prenuragiche molto distanti da qui, come i vasi campaniformi della tradizione di Bonnannaro (1800-1600 a.C.). Il nuraghe venne abbandonato entro il II millennio a.C., e riutilizzato come granaio dai romani alla fine del I secolo a.C. I latini sfruttarono una delle torri. Furono rinvenuti tracce di grano, fave, ma anche sughero, legno, giunchi intrecciati e anfore di contenimento. Il grano era di due tipologie, una di provenienza orientale (e quindi d’importazione e di stoccaggio transitorio) e una locale, coltivato nella fertile vallata vicina. Pure le ceramiche, secondo la studiosa Fadda, erano di varia fattura: ceramica sarda, di Teti e di Monte d’Accoddi (Sassari), ma anche extra isolana, come Rodi, Tindari, Lipari, Sicilia, Cipro e Penisola Iberica (Spagna). Altri materiali ceramici recuperati, sono stati classificati di lavorazione locale rilevando una stupefacente unicità torpeina. Il Nuraghe San Pietro è quindi una dimostrazione dell’importanza commerciale della Sardegna e dei vivaci scambi culturali che avvenivano con gli altri antichi popoli del mediterraneo.

LEGGI ANCHE: IL POZZO SACRO DI SA TESTA

DOVE SI TROVA:
Da Posada uscire sulla Statale 125 in direzione Olbia, quindi, oltrepassato il ponte sul Rio Posada girare subito a sinistra in Località San Paolo. Percorrere la stradina per due chilometri. Il Nuraghe si trova sulla destra dopo mil B&B La Fattoria.

Visite Guidate:

  • Sardus Pater, Torpè, Telefono 333.3982.713

Tag: BaroniaNuraghiNuragiciPreistoria della SardegnaStoriaTorpe'
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