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Granito di Punta Molentis
Il granito di Punta Molentis rappresenta una delle risorse storiche più importanti della costa sud-orientale della Sardegna. Questo promontorio fu infatti un sito estrattivo di rilievo, sfruttato già in epoca romana e riattivato a più riprese fino alla prima metà del Novecento. La cava, insieme a quella di Cava Usai, era conosciuta per la qualità del suo granito, impiegato nella costruzione di edifici e infrastrutture locali e regionali. Nel 1850 due fratelli toscani avviarono una moderna attività estrattiva, successivamente ceduta alla famiglia Usai, da cui deriva uno dei toponimi storici della zona. Sebbene la roccia di Punta Molentis fosse considerata meno pregiata rispetto a quella di Capo Testa, la vicinanza al mare e la facilità di trasporto via nave la resero comunque strategica per l’economia del territorio di Villasimius. Oggi restano visibili le tracce delle antiche cave, integrate armoniosamente nel paesaggio naturale e testimonianza di una lunga storia di lavoro e cultura materiale.
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Il paesaggio di Punta Molentis
Il paesaggio di Punta Molentis è un perfetto esempio dell’armonia naturale tra mare, roccia e vegetazione mediterranea. La spiaggia è formata da un arenile finissimo e chiarissimo, che contrasta splendidamente con il turchese intenso delle acque. Alle spalle si innalza una collina di oltre 100 metri, interamente ricoperta di macchia mediterranea profumata: mirto, lentisco, rosmarino e ginepri modellati dal vento. In cima si trova l’omonimo nuraghe, che offre un punto panoramico straordinario su tutta la costa di Villasimius. Le rocce granitiche retrostanti raggiungono in alcuni tratti i 15 metri d’altezza e disegnano un suggestivo anfiteatro naturale. Tra gli interstizi, la vegetazione si adatta al clima ventoso e arido, crescendo bassa e compatta per resistere alle raffiche di maestrale, contribuendo così a creare un ambiente costiero unico e inconfondibile.


Il ginepro coccolone di Punta Molentis
Una delle piante maggiormente presenti a Punta Molentis è il Ginepro Coccolone (Juniperus oxycedrus), una nota sottospecie del Ginepro Rosso, il cui nome è dovuto ai galbuli, i falsi frutti detti “coccole” di cui si cibano molti uccelli, le volpi e le donnole. La presenza di questo albero garantisce una certa resistenza delle dune e funge da frangivento naturale per il bosco retrostante. In grado di resistere bene all’areosol marino produce un legno compatto e molto profumato, di colore giallastro all’esterno e rossastro nella parte centrale. Gli artigiani della zona un tempo sottoponevano questo legno a levigatura e intarsiatura per realizzare statue, imbarcazioni solai e travature. Dalla distillazione del legno di coccolone si ottiene un olio utile sia in medicina per curare alcune affezioni della pelle, sia in veterinaria per combattere la scabbia e le ulcere dei bovini. I galbuli infine sono ricercati per fare marmellate, conserve oppure liquori di tavola.

Curiosità su Punta Molentis
“Mira el dito” – Su questa spiaggia nel 1997 venne girato uno spot pubblicitario per la multinazionale Ferrero, divenuta famosa non solo per lo slogan ” Mira el dito”, ma anche per lo splendido scenario mozzafiato che fece da sfondo: la spiaggia di Punta Molentis.
