🏺 La prima a seppellire i morti nelle grotte
La Cultura di Bonu Ighinu rappresenta una delle prime espressioni della preistoria sarda. Fu infatti la prima cultura prenuragica della Sardegna a utilizzare le cavità naturali come sepolture, dando origine a un uso rituale del paesaggio che influenzò le culture successive.
Le grotte naturali venivano adattate per accogliere i defunti: all’interno venivano scavati loculi di forma ovale, con soffitti a volta e spazi destinati alla deposizione dei corpi, probabilmente accompagnati da oggetti di culto e corredi funerari.
📍 I principali insediamenti della Cultura di Bonu Ighinu
Questa cultura si sviluppò in particolare lungo la costa occidentale della Sardegna, con una forte presenza nell’Oristanese. Gli insediamenti venivano spesso costruiti in aree strategiche, vicine a giacimenti di ossidiana, lagune, pianure fertili e approdi naturali.
Le abitazioni erano interrate, realizzate con pali in legno e coperture in erbe palustri, a testimonianza di una società ben adattata all’ambiente circostante.
⛰️ Cultura di Bonu Ighinu e la grotta Corbeddu
Nel centro Sardegna, la grotta Corbeddu di Oliena mostra tracce di frequentazione umana risalente a epoche coeve alla Bonu Ighinu. Sebbene non vi sia certezza di un collegamento diretto, ciò lascia supporre un’espansione culturale sincronica tra le popolazioni dell’oriente e dell’occidente dell’isola.
I villaggi a cielo aperto
Oltre alle sepolture nelle grotte, la Cultura di Bonu Ighinu realizzò probabilmente villaggi di capanne a pianta circolare o ellissoidale. Questi insediamenti, purtroppo, non hanno lasciato evidenze archeologiche tangibili, ma sono ipotizzati sulla base di ritrovamenti simili in epoche successive.
Questa cultura è anteriormente collocata rispetto alla più nota Cultura di Ozieri, e ne rappresenta quindi una fase iniziale dello sviluppo neolitico in Sardegna.
🖼️ Nota sulla foto
📷 L’immagine di copertina raffigura una Domus de Janas, che appartiene a una fase successiva rispetto alla Cultura di Bonu Ighinu, ma offre un’idea visiva dei luoghi di sepoltura che ne hanno ispirato l’evoluzione.
- Guarda anche il sito del Museo Archeologico di Ozieri