Le torri aragonesi sulla costa di Villaputzu
Durante la loro dominazione in Sardegna, gli Aragonesi realizzarono lungo le coste decine di torri di avvistamento: oggi ne sono censite 105. La costa di Villaputzu, una delle più esposte della Sardegna orientale, non poteva restare priva di difese ed è qui che si trova la spettacolare torre di Porto Corallo.
Il tratto di costa era infatti esposto ad una facilità di approdo e gli intensi scambi commerciali con l’entroterra – argento, prodotti agricoli e legname – costituivano una tradizione radicata fin dall’epoca dei Punici, che fondarono il porto di Sarcapos. Da questo antico centro deriva il nome della subregione: il Sarrabus.
Per proteggere questo tratto di costa, la politica militare aragonese portò alla costruzione di sei torri costiere, armate con artiglieria navale e collocate nei punti strategici. Queste strutture garantivano una sorveglianza costante e una difesa efficace contro le frequenti incursioni arabe e barbaresche. La stessa origine di Villaputzu si lega a un arretramento degli insediamenti rispetto alla linea costiera, motivato proprio da ragioni di sicurezza.
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📜 Scheda storica – Torre di Porto Corallo
Villaputzu (SU) · litorale del Sarrabus
Denominazione | Torre di Porto Corallo |
Periodo di costruzione | Seconda metà XV – inizi XVI sec. (ca. 1450–1500) |
Committenza | Reale Amministrazione delle Torri (dominio aragonese) |
Tipologia | Torre costiera cilindrica (avvistamento e difesa) |
Quota | ≈ 15 m s.l.m., all’imbocco di Porto Corallo |
Altezza | ≈ 14 m |
Accesso | Ingresso al 1° piano a ≈ 6,5 m dal suolo (sicurezza in caso d’assedio) |
Interni | Camera circolare (Ø ≈ 6 m) voltata a cupola, caminetto, botola per cisterna, tre feritoie/cannoniere |
Carattere difensivo | Struttura “a casamatta” (a prova di bomba per l’epoca); artiglierie navali e spingarde |
Linee di vista | Monte Rosso (N), Saline e Capo Ferrato (S) |
Rifacimenti | 1777–1778: demolizione e ricostruzione della parte superiore fino al boccaporto |
Guarnigione (fine Settecento) | 2 soldati armati di spingarde + 1 alcaide |
Evento rilevante | 1812: respinto assalto di barbareschi tunisini, con supporto delle popolazioni di Villaputzu e Muravera (La Marmora) |
Fine funzione | 1842: soppressione della Reale Amministrazione delle Torri |
Contesto storico
La torre faceva parte del sistema difensivo aragonese posto a protezione della costa orientale sarda contro le incursioni barbaresche.
La sua collocazione all’imbocco di Porto Corallo consentiva il controllo della foce del Flumendosa e delle rotte locali.
Il porto di Sarcapos: crocevia fenicio-punico del Sarrabus
I resti dell’antico porto di Sarcapos si trovano in località Ernigiana, sulla sommità del rilievo di Cuccuru Santa Maria, in un punto strategico dove il Flumendosa forma un’ampia ansa prima di proseguire per circa 3 km fino alla foce.
Questa pianura fluviale ospitava un insediamento fenicio-punico, come testimoniano i resti di un tempio costruito con blocchi in pietra disposti a secco e circondato da mura cementate con malta di fango. Il porto di Sarcapos fungeva da attracco fluviale per l’imbarco delle forniture di argento provenienti dalle miniere del Sarrabus.
Il sito è stato identificato dagli studiosi grazie alla menzione della statio di Sarcapos nell’Itinerarium Antonini (III secolo d.C.), documento che descriveva l’antico tracciato dell’Orientale Sarda.
Torre di Porto Corallo: la sentinella di Villaputzu
Tra le sei torri costiere aragonesi presenti lungo il litorale di Villaputzu – San Lorenzo, Murtas, Capo Ferrato, Motta, Saline e Porto Corallo – quest’ultima riveste la maggiore importanza storica.
Situata alla periferia est del paese, all’imbocco di Porto Corallo, la torre sorge su un rilievo a 15 metri sul livello del mare, dominando la costa e la foce del Flumendosa.
Grazie alla sua posizione strategica, manteneva un contatto visivo con la Torre di Monte Rosso a nord e con le torri delle Saline e di Capo Ferrato a sud. Fu costruita tra il 1450 e il 1500 su ordine della Reale Amministrazione delle Torri.
Struttura e caratteristiche difensive della Torre di Porto Corallo
La Torre di Porto Corallo presenta la classica forma cilindrica delle torri aragonesi, con un’altezza di 14 metri. L’ingresso, posto a 6,5 metri da terra, garantiva maggiore sicurezza in caso di assedio.
All’interno si trova un’unica camera circolare del diametro di 6 metri, coperta da volta a cupola, dotata di caminetto, botola di accesso alla cisterna e tre feritoie per i cannoni. Questa struttura, detta “casamatta”, era a prova di bomba.
Armata di cannoniere, fu progettata per resistere agli attacchi fino all’avvento di armi più potenti. Durante le incursioni barbaresche – che in Sardegna cessarono solo nel 1815 – la torre rappresentava un baluardo fondamentale per la difesa costiera.
Il ruolo nella storica battaglia del 1812
Dal vano centrale una scala interna conduceva al piano superiore, dove erano collocate le munizioni, le postazioni dei cannoni e gli alloggi per le vedette, coperti da un tetto di canne. Tra il 1777 e il 1778 questa parte superiore fu demolita e ricostruita fino al livello del boccaporto.
A fine Settecento la torre era ancora presidiata da una guarnigione composta da due soldati armati di spingarde e da un alcaide.
Nel 1812 la Torre di Porto Corallo divenne protagonista di uno scontro memorabile: la flotta di barbareschi tunisini fu respinta grazie al fuoco delle artiglierie e alla mobilitazione della popolazione di Villaputzu e Muravera, come riportato dal generale Alberto La Marmora.
Torre di Porto Corallo: declino e fine della funzione militare
Nel 1842, con la soppressione della Reale Amministrazione delle Torri, la Torre di Porto Corallo cessò definitivamente la sua funzione difensiva, dopo quasi quattro secoli di servizio.
