La bandiera che simboleggia la Sardegna è la Bandiera dei Quattro Mori.
Storia dello stemma della Sardegna
- Nel 1096 vi fu la Battaglia di Alcaraz, dove gli Aragonesi sconfiggono gli Arabi e conquistano l’accesso all’Ebro.
- Gli Aragonesi catturano durante la battaglia quattro re mori, li uccidono
- La vittoria sui Mori è secondo la leggenda merito di San Giorgio
- Le quattro teste dei re arabi cattuati e uccisi diventano simbolo della bandiera d’Aragona
- Nel 1479 il Regno di Aragona e di Castiglia si uniscono sotto il Regno di Spagna e la bandiera dei quattro mori viene sostituita da quella spagnola
- La Sardegna, dominio aragonese, conserva la bandiera dei Quattro Mori e diventa identificativa dell’isola e del popolo sardo.
- Al 1281 risalgono più antichi documenti ufficiali che riportano lo stemma dei Quattro Mori
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Descrizione della Bandiera dei Quattro Mori
La Banidera dei Quattro Mori (“sos battor moros” in lingua sarda) è costituita dalla raffigurazione di una croce rossa di San Giorgio su sfondo bianco a cui si aggiungono quattro teste bendate di colore nero, una per ogni quarto bianco.
Come si posiziona correttamente la Bandiera dei Quattro Mori
La bandiera viene fissata con le facce dei mori rivolte verso l’albero.
Cosa rappresenta la Bandiera dei Quattro Mori
La Bandiera dei Quattro Mori rappresenta i quattro re saraceni che sono stati catturati e uccisi dagli aragonesi durante la Battaglia di Alcoraz (1096).
Battaglia di Alcoraz
(1096)
Storia della Bandiera dei Quattro Mori
La Sardegna al tempo della Battaglia di Alcoraz faceva parte del Regno di Aragona (1035-1162) e contribuiva con appositi contingenti militari alle varie battaglie contro gli Arabi che si svolgevano nella penisola iberica e nel nord Africa per cercare di arginare l’avanzata islamica in Europa.
Tra gli scontri più importanti a cui i Sardi parteciparono sotto la bandiera aragonese vi fu quella di Alcoraz, località di pianura a nord di Saragozza.
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In questa luogo, il 18 novembre del 1096, si fronteggiarono l’esercito di Pietro I° di Aragona e l’esercito di Aḥmad al-Mustaʽīn, emiro di Saragozza.
Nonostante la superiorità numerica degli arabi, rinforzati anche dal contingente fornito da Garcia Ordoñez, conte di Nájera, gli aragonesi vinsero la battaglia e poterono conquistare la pianura di Huesca, che avrebbe consentito poi di espandersi fino all’Ebro, primo punto chiave della “reconquista”.
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Significato strategico della Battaglia di Alcoraz
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Gli Arabi a Huesca
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La pianura di Huesca fu conquistata dagli Arabi nel 715 quando giunsero a controllare quasi tutta la penisola iberica fino ai piedi dei Pirenei.
(oggi cittadina di cinquanta mila abitanti facente parte della regione autonoma dell’Aragona), per la sua posizione strategica ai confini dell’impero musulmano, fu dotata dagli arabi di importanti strutture difensive, come le potenti mura.
Il controllo islamico della città tuttavia fu interrotto definitivamente dagli aragonesi che la attaccarono nel 1096 nella Battaglia d’Alcoraz riuscendo ad espugnarla completamente e a scacciare gli arabi.
La vittoria sui mori non avvenne senza difficoltà. L’assedio aragonese durò due anni, periodo durante il quale fu ucciso anche il re aragonese Sancho Ramirez, colpito da una freccia scagliata dalle mura della città mentre effettuava un sopralluogo sugli accampamenti del suo esercito installati attorno alla città.
Il mito di San Giorgio
Secondo la leggenda, ad aver determinato la vittoria aragonese sarebbe stato San Giorgio, che durante la battaglia con i mori avrebbe mozzato personalmente le teste di quattro sovrani musulmani e le avrebbe portate in segno di trofeo al re di Aragona.
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La Bandiera Quattro Mori di Aragona
Dall’episodio della sconfitta dei Mori e dall’episodio del rapimento e uccisione di quattro sovrani arabi durante la Battaglia di Alcoraz sarebbe nato lo stemma dell’antica bandiera di Aragona che allora, comprendeva tra i suoi domini anche la Sardegna.
Gli aragonesi abbandonano i Quattro Mori e nasce la Spagna
Questa tradizione grafica sarebbe poi sopravvissuta solo in Sardegna, perché nel momento in cui il Regno di Aragona e il Regno di Castiglia si unirono sotto il Regno di Spagna (1479), il nuovo stato abbandona il disegno dei mori e preferisce i pali catalani, mentre, nell’isola l’uso dei mori con turbante su sfondo bianco e croce di San Giorgio rimane.
I Quattro Mori rimangono in Sardegna
Lo stemma dei Quattro Mori diventa così dalla fine del 1400 il motivo che identifica la Sardegna anche fuori dall’isola.
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I Quattro Mori al funerale del re
La Bandiera dei Quattro Mori che rappresenta la Sardegna fuori dai confini isolani viene utilizzata in occasioni ufficiali già durante il funerale del re di Spagna Carlo V (1516-1558).
Al corteo funebre infatti sfilano varie delegazioni dei popoli che compongono la Spagna, tra cui anche quello sardo che si distingue proprio con lo stemma dei quattro mori in una decorazione della gualdrappa di un cavallo e nella bandiera al seguito.
Questa scena viene poi riprodotta in una incisione a stampa che si trova custodita nella Biblioteca nazionale di Parigi.
Il più antico documento della Bandiera dei Quattro Mori
Il documento grafico più antico in cui compare lo stemma dei quattro mori, si trova nel disegno presente nei sigilli in piombo della Cancelleria reale aragonese, risalente al 1281, quando Aragona, sotto il regno di Pietro il Grande, aveva il controllo della Sardegna.
A Cagliari il sigillo dei Quattro Mori
Successivamente questi sigilli così decorati, continuarono ad essere utilizzati, come dimostrano alcuni esemplari rinvenuti a Cagliari nei palazzi istituzionali aragonesi. Questi sigilli si trovano attualmente sotto la custodia dell’Archivio comunale del capoluogo sardo.
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Lo “Stemmario di Gelre”
Lo “Stemmario di Gelre” (Wapenboek Gelre) è un celebre manoscritto araldico del XIV secolo, realizzato tra il 1370 e il 1395 ed è considerato una delle più importanti raccolte di stemmi medievali.
Tra queste raccolte, attribuite all’araldo Claes Heinenzoon, detto anche Gelre, al servizio dei duchi di Gheldria (Paesi Bassi), negli oltre 1700 stemmi di nobili, cavalieri, città e regni europei vi sono stemmi di numerose casate europee di Francia, Inghilterra, Italia, Spagna e tra questi figura anche quello dei Quattro Mori della Sardegna.
Lo stemmario, per le sue caratteristiche stilistiche e grafiche, come il disegno a colori con precisi dettagli araldici, è riconosciuto come una fonte storica fondamentale per lo studio dell’araldica medievale.
Regno di Sardegna e Corsica
All’epoca dello Stemmario di Gelre la Sardegna faceva parte del Regno di Sardegna e di Corsica, in cui lo stemma ufficiale riprendeva a volte quello della Corona d’Aragona, con le Quattro Barre rosse su sfondo dorato, ma spesso includeva pure il simbolo dei Quattro Mori. Quando il Regno d’Aragona si sciolse nel Regno di Spagna (1479) i Quattro Mori rimasero principale tema dello stemma della Sardegna fino a diventare unico identificativo grafico nel drappo.
I Quattro Mori nel parlamento sardo
I Quattro Mori soppravvivono ai piemontesi
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In seguito lo stemma continua ad essere riprodotto regolarmente anche in altri documenti ufficiali realizzati in Sardegna, come tesi universitarie, pubblicazioni, carte geografiche, monete spagnole (cagliarese di Carlo II) e sabaude (insieme al mezzo scudo) fino ai centesimi di Carlo Alberto nel 1842.
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