Il Gennargentu è un’estesa formazione rocciosa di calcare, granito e scisto che si trova nella parte centro-orientale della Sardegna, completamente di pertinenza della provincia di Nuoro.
Il Gennargentu ospita al suo interno le montagne più alte della Sardegna, come Punta Lamarmora sita a 1834 metri sopra il livello del mare
Dal punto di vista ambientale il Gennargentu ospita numerose specie viventi, alcune delle quali endemiche e sottoposte a protezione speciale dalla rete Natura 2000 (clicca per conoscere).
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Geologia del Gennargentu
La orgine geologica del Gennargentu risale al Paleozoico (oltre 300 milioni di anni fa), quando, alla formazione delle rocce metamorfiche (scisti, quarziti e filladi) che oggi compongono le cime più alte, si sono frapposte le rocce intrusive di tipo granitoide, formate dal raffreddamento di magmi profondi.
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Origine del nome Gennargentu
I rilievi montuosi del Gennargentu sono costituti da una forte presenza di scisto che da loro un aspetto argenteo/metallico, Questa caratteristica ha dato il nome alla denominazione del massiccio “Gennargentu” che vuol dire appunto “porta d’argento”.
Massiccio del Gennargentu
Il Gennargentu è definito da un punto di vista geologico “massiccio” perchè è un raggruppamento compatto e isolato di montagne costituito da un’unica unità geologica e da rocce con una struttura coerente.
Concettualmente, da questo punto di vista il Gennargentu è simile al massiccio del Monte Bianco (Alpi) o del Gran Sasso (Appennini).
Differenza dalle catene montuose
Il massiccio montuoso si differenzia dalla catena montuosa perché invece quest’ultima è una successione lineare di montagne appartenenti anche a unità geologiche diverse ed estesa in lunghezza determinata da movimenti tettonici su più larga scala. Sono esempi di catene montuose le Alpi, gli Appennini, i Carpazi, i Pirenei.

I Comuni
che ricadono nel Gennargentu
In Europa il Gennargentu, con la sua densità abitativa pari a 23,7 ab/Kmq, è una delle aree di montagna con il più basso numero di abitanti. I comuni che ricadono nel territorio del Gennargentu sono:
- Aritzo,
- Atzara,
- Austis,
- Belvì,
- Desulo,
- Gadoni,
- Meana Sardo,
- Ortueri,
- Sorgono,
- Teti,
- Tonara,
- Fonni,
- Dorgali,
- Mamoiada,
- Oliena,
- Orani,
- Orgosolo,
- Orotelli,
- Ottana,
- Villagrande Strisaili.

Montagne del Gennargentu
Il Gennargentu comprende le montagne più alte della Sardegna, tra cui ecco alcuni valori:
- Punta La Marmora (1.834 metri);
- Bruncu Spina (1.829 metri);
- Su Sciusciu (1.823 metri);
- Punta Florisa (1.822 metri);
- Punta Paulinu (1.792 metri).
Punta La Marmora
Punta La Marmora (Arzana) con i suoi 1834 metri sopra il livello del mare è la vetta più alta della Sardegna. In lingua sarda questa cima si chiama Perda Crepias (= pietre crepate) in riferimento alla natura scistosa del terreno.
Ufficialmente si utilizza nelle cartine la denominazione “Punta La Marmora” in onore allo scienziato Albero La Marmora, che tra il 1826 e il 1860 descrisse la Sardegna nelle sue opere scientifiche e letterarie: Voyage en Sardaigne (1826) e Itinéraire de l’île de Sardaigne (1860).
La cima di Punta La Marmora non è a cuspide, ma arrotondata, perché le rocce scistose che la compongono tendono a frantumarsi. La copertura vegetativa è caratterizzata da arbusti di piccola taglia ed erba poco alta perché l’esposizione al vento e alle temperature irregolari impediscono il loro sviluppo in altezza. Sulle pendici invece, man mano che si scende a quote più basse, la vegetazione ricompare più fitta e alta.
Da questa altezza, nelle giornate terse, è possibile vedere a sud le colline di Cagliari e a nord le alte montagne della Corsica.


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I fiumi del Gennargentu
Dalle pendici del Gennargentu nascono due dei più importanti fiumi della Sardegna, come il Flumendosa e il Taloro.
Il Flumendosa con i suoi 127 km è il secondo fiume più lungo della Sardegna (il Tirso 152 km) e nasce dalle pendici del Monte Perda (Gairo) a 1215 metri. Ha un bacino idrografico di 1.775 chilometri quadrati e le sue acque prima di sfociare nella costa di Villaputzu, riempiono tre laghi, di cui due naturali e uno artificiale.
Il Taloro, sorge alle pendici del Monte Novo San Giovanni, in territorio di Orgosolo, in pieno Supramonte. Con i suoi 63 km e la sua portata di 6 metri cubi al secondo, è il più importante affluente del Tirso.

La flora del Gennargentu
La particolare conformazione del massiccio del Gennargentu consente dal Cenozoico la proliferazione di numerose specie floreali, alcuni delle quali tipice ed endemiche di questo territorio.
Sono esempi in tal senso il ribes del Limbara, la rosa di montagna, l’eufrasia e l’astralago del Gennargentu (endemica), l’ellera terrestre e lo spillone di Sardegna.
Prima che l’impatto antropico dovuto alla diffusione disordinata dell’allevamento determinasse una importante diminuzione della copertura verde, il Gennargentu ospitava rigogliose forestazioni di tassi, leccio, roverella, agrifoglio. Oggi, molte di queste aree risultano spoglie ed esposte a invasivi processi di erosione.
Lungo le rive dei torrenti del Gennargentu invece crescono bene gallerie di ontani, mentre tra gli arbusti spiccano il ginepro nano e il crespino dell’Etna.

Specificità animale
L’insularità del Gennargentu si somma a quella più estesa della Sardegna. Tale condizione, insieme alla particolarità della morfologia, ha fatto si che in questo angolo dell’isola proliferassero numerose specie animali interessanti.
In particolare, sono da segnalare tipici di questa zona il geotritone imperiale, la raganella sarda e la biscia d’acqua tra gli anfibi; il cucculo, l’aquila reale, il falco pellegrino, il barbagianni, la civetta, l’assiolo, il picchio rosso, il gruccione, la magnanina sarda, il fringuello e il cardellino tra gli uccelli. Tra i mammiferi invece spiccano per specificità il quercino, il mustiolo e il gatto selvatico.
