La Ferula comune (Ferula communis), conosciuta in Sardegna come Feurra o semplicemente Ferula, è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Apiaceae che si distingue per il suo alto fusto eretto, capace di raggiungere i 3 metri di altezza, e per le grandi infiorescenze gialle a ombrello che colorano i paesaggi mediterranei tra aprile e giugno. Diffusa nei terreni aridi e calcarei del bacino del Mediterraneo, questa pianta ha avuto un ruolo importante nella tradizione pastorale sarda: i suoi fusti venivano utilizzati per realizzare oggetti artigianali e giochi popolari, mentre le parti essiccate servivano per i graticci degli antichi ovili. Oggi la Ferula rappresenta non solo una specie tipica della flora mediterranea, ma anche un elemento di forte valore etnobotanico e culturale.
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Il termine Ferula deriva dal latino ferula, che indica una
pianta dal fusto diritto
.
L’appellativo riflette la caratteristica principale della specie: lo stelo eretto e robusto,
facilmente riconoscibile nei paesaggi mediterranei.
📌 Scheda informativa Ferula
🏛️ Nome in italiano: Ferula comune
🔬 Nome scientifico: Ferula communis
🗣️ Nome in sardo: Feurra, Ferula
🌿 Famiglia: Apiaceae
🗓️ Fioritura: da aprile a giugno
Il nome Ferula deriva dal latino ferula, che indica una pianta dal fusto diritto
.
Cresce spontanea nei terreni aridi, calcarei, incolti e collinari di tutto il bacino mediterraneo.
🌱 Portamento: pianta erbacea perenne, con fusto eretto fino a 3 metri di altezza.
🍃 Foglie: basali, ampie, lunghe 30–60 cm.
🌸 Fiori: gialli, riuniti in grandi ombrelle.
In Sardegna la Ferula viene raccolta ed essiccata per ricavare graticci usati nella stagionatura di insaccati e formaggi negli antichi ovili (su pinnetu).
Dal fusto, gli artigiani realizzano sgabelli tradizionali (sos tzompeddos) e giochi popolari per bambini, come Sa carrela ’e nanti.
Il feurratzu: il cardoncello che cresce alla base della Ferula
Il feurratzu, conosciuto in italiano come cardoncello, è un fungo che cresce spontaneamente alla base del fusto della Ferula comune, dove l’ombra e l’umidità creano un microhabitat ideale per il suo sviluppo. Diffuso sin dall’antichità nel bacino del Mediterraneo e in alcune aree dell’Asia temperata, questo fungo è apprezzato per il suo sapore dolce e delicato, che lo rende molto versatile in cucina. Nella tradizione gastronomica sarda, il feurratzu viene spesso utilizzato in primi piatti tipici: celebre è la ricetta con i malloreddus conditi con salsiccia fresca, arricchita dal cardoncello che ne attenua il gusto deciso e conferisce armonia al piatto.
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Ingredienti (4 persone):
- 350 g di malloreddus (gnocchetti sardi)
- 200 g di salsiccia fresca sarda
- 200 g di funghi feurratzu (cardoncelli della ferula)
- 1 spicchio d’aglio
- Olio extravergine d’oliva q.b.
- Sale e pepe nero q.b.
- Pecorino sardo grattugiato per condire
Preparazione:
- Sbriciolare la salsiccia e rosolarla in padella con un filo d’olio e l’aglio.
- Aggiungere i feurratzu tagliati a fettine e farli insaporire per qualche minuto.
- Lessare i malloreddus in abbondante acqua salata e scolarli al dente.
- Unire la pasta al condimento e saltare per amalgamare i sapori.
- Servire caldo con una spolverata di pecorino sardo.
Questo piatto unisce la rusticità della salsiccia con la delicatezza del fungo di ferula, per un primo che rappresenta al meglio la cucina tradizionale sarda.


