Sant’Avendrace: un quartiere moderno dalle radici antichissime
Sant’Avendrace è uno dei venti quartieri moderni della città di Cagliari, non appartenente al nucleo storico originario che comprende Castello, La Marina, Stampace e Villanova. Nonostante ciò, la sua storia è antichissima e attraversa tutte le principali tappe dello sviluppo culturale e civile della Sardegna e del capoluogo.
Il nome del quartiere rimanda alla figura di Sant’Avendrace, martire cristiana della prima persecuzione sotto l’imperatore Nerone. L’area conserva testimonianze di insediamenti fenicio-punici, con tracce di continuità storica fino all’epoca del giudicato di Cagliari, devastato nel XIII secolo dai Pisani. Nei secoli successivi, Sant’Avendrace ha rappresentato un punto di contatto tra la vita marinaresca del Golfo degli Angeli e l’entroterra agricolo del Campidano, diventando un crocevia culturale e sociale tra mare e terra.
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📘 Quartiere di Sant’Avendrace – Scheda sintetica
📍 Posizione e origine
Situato a ovest del centro storico di Cagliari, Sant’Avendrace è un quartiere moderno ma con radici antichissime. Prende il nome da Sant’Avendrace, martire cristiano del I secolo rifugiatosi nella grotta di Tuvixeddu durante le persecuzioni neroniane.
🏛️ Patrimonio storico-archeologico
Il quartiere ospita importanti testimonianze del passato, tra cui la Grotta della Vipera, la necropoli punica di Tuvixeddu e resti legati alla Kalaribus Turrem, antica strada romana che collegava Cagliari a Porto Torres.
⚓ Cultura e società
Storicamente abitato da famiglie di pescatori e panificatrici, Sant’Avendrace ha rappresentato un ponte tra la cultura marinaresca del Golfo degli Angeli e la vita rurale del Campidano. Le celebri nasse di salice erano usate per la pesca alle anguille nello stagno di Santa Gilla.
🚧 Trasformazioni moderne
Nel dopoguerra, il quartiere ha vissuto una forte urbanizzazione: le abitazioni tradizionali furono sostituite da palazzine e nuove arterie stradali. Nasce in questo contesto la Casa Cantoniera di Sant’Avendrace, snodo logistico e di manutenzione per l’ANAS, in connessione con la Strada Statale 131 Carlo Felice.
Sant’Avendrace e la prima persecuzione cristiana in Sardegna
La figura di Sant’Avendrace è strettamente legata alle origini del Cristianesimo in Sardegna. Nato nel 45 d.C. a Hypis, un antico villaggio campidanese nei pressi dell’attuale Serramanna, visse in un’epoca segnata dalle persecuzioni volute dall’imperatore Nerone (54–68 d.C.), autore della prima repressione sistematica contro i cristiani.
Anche in Sardegna, il conflitto tra pagani e cristiani non fu privo di tensioni: la nuova fede si stava diffondendo tra le popolazioni locali, generando preoccupazione tra le autorità romane per possibili derive ribellistiche. Convertito da San Clemente, Avendrace divenne sacerdote e vescovo di Cagliari tra il 70 e il 77 d.C.
La sua crescente influenza lo rese un bersaglio per l’amministrazione romana: per sfuggire alla persecuzione, si rifugiò in una grotta nella necropoli di Tuvixeddu, affacciata sull’attuale viale Sant’Avendrace. Secondo la tradizione – non confermata da fonti storiche ufficiali – il rifugio gli sarebbe stato offerto da un cavaliere cristiano, la cui casa confinava con l’ingresso della grotta.
La clandestinità durò poco. Il preside romano Calidonio, dopo una lunga ricerca, ordinò il suo arresto. Sant’Avendrace fu torturato e infine decapitato, come previsto dalla legge imperiale nei confronti dei cristiani ritenuti sovversivi.
Sant’Avendrace: un quartiere di seconda nascita tra storia antica e rinascita medievale
Sebbene non rientri tra i quartieri più antichi di Cagliari, Sant’Avendrace riveste un ruolo centrale nell’identità storica e culturale della città. È qui che si trovano luoghi simbolici come la Grotta della Vipera e il colle di Tuvixeddu, che custodiscono testimonianze di insediamenti punici nella Sardegna meridionale (→ leggi approfondimenti).
Lungo l’attuale viale Sant’Avendrace passava anche la storica Kalaribus Turrem, l’antica strada romana che collegava il golfo di Cagliari con quello di Porto Torres, attraversando la Sardegna da sud a nord.
Il quartiere visse una nuova fase di sviluppo nel XIII secolo, quando, a seguito della distruzione della città giudicale di Sant’Igia da parte dei Pisani (1258), alcuni dei profughi trovarono rifugio proprio nelle grotte della necropoli punica che si affacciano sul primo tratto della Kalaribus Turrem. Altri si dispersero nell’entroterra, mentre una parte fondò nuovi insediamenti, tra cui l’antica Villa di Chiesa, oggi conosciuta come Iglesias.
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Sant’Avendrace: dove il mare incontra la pianura
Il quartiere di Sant’Avendrace è stato per secoli un punto d’incontro tra la cultura marinaresca e quella agricola del Campidano. La sua posizione strategica – a ridosso del mare e dello stagno di Santa Gilla, ma anche protetta rispetto a nuove invasioni – ha favorito la coesistenza di due mondi: da un lato la pesca, dall’altro la coltivazione e la trasformazione dei prodotti della terra.
Fino al boom edilizio degli anni ’50 del Novecento, il tessuto urbano del quartiere era composto da piccole case di pescatori, dove spesso le donne della famiglia – mogli e figlie – lavoravano come panettiere. Nacquero così panifici a conduzione familiare, rivendite di pesce fresco e botteghe per la vendita di attrezzature da pesca.
Uno degli elementi identitari del quartiere erano le celebri nasse di Sant’Avendrace: ceste coniche intrecciate in rami di salice e chiuse con giunchi, con aperture di circa 10 cm per far defluire l’acqua. Queste venivano impiegate per la pesca alle anguille di Santa Gilla, un’attività fiorente fino alla prima industrializzazione di Cagliari e al conseguente inquinamento dello stagno.

La rivoluzione della viabilità nel secondo dopoguerra
Nel secondo dopoguerra, il quartiere di Sant’Avendrace fu investito da profondi cambiamenti legati alla meccanizzazione dei trasporti e allo sviluppo edilizio urbano. L’afflusso in città di abitanti provenienti dal Campidano interno, attratti dalle nuove opportunità lavorative offerte dagli uffici statali e dalla rinascita produttiva di Cagliari dopo la Seconda Guerra Mondiale, trasformò radicalmente l’aspetto del quartiere.
Le storiche case dei pescatori e delle panettiere, piccole abitazioni in fila con tetto a capanna, vennero progressivamente sostituite da palazzine multifamiliari. Allo stesso tempo, la viabilità si modernizzò: le vecchie strade sterrate lasciarono il posto ad ampie carreggiate asfaltate. I carri trainati da buoi scomparvero, sostituiti da mezzi su gomma sempre più diffusi, segnando il passaggio definitivo verso la mobilità moderna.
La Casa Cantoniera
In questo contesto di rinnovamento nasce anche la Casa Cantoniera di Sant’Avendrace, un importante esempio di edilizia stradale funzionale al nuovo assetto viario. Composta da vani abitativi, uffici, parcheggi interni ed esterni, depositi per mezzi pesanti e spazi per il materiale segnaletico, rappresenta una delle infrastrutture Anas più rilevanti della Sardegna.
La sua posizione è strategica: si trova alla fine del viale Sant’Avendrace, incrocio naturale tra viale Elmas e viale Monastir. Quest’ultima prosegue fino a confluire nella Strada Statale 131 Carlo Felice, la principale arteria stradale dell’isola. La Casa Cantoniera di Sant’Avendrace è quindi il primo presidio logistico e manutentivo lungo il percorso che collega il sud al nord della Sardegna, un punto chiave per la gestione della viabilità automobilistica regionale.
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