La scomparsa di Pippo Baudo segna simbolicamente la fine di un’epoca della televisione di intrattenimento italiana. Un periodo che, dalla fine degli anni Settanta ai primi Duemila, ha rappresentato la stagione d’oro della TV leggera, quella capace di unire milioni di spettatori davanti allo schermo. Baudo, insieme a Mike Bongiorno, Raffaella Carrà, Raimondo Vianello, Corrado Mantoni ed Enzo Tortora, è stato uno dei protagonisti assoluti di quella stagione, in cui la televisione ha assunto il ruolo di “compagna” quotidiana delle famiglie italiane.
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Dalla televisione pedagogica alla televisione di intrattenimento
Negli anni ’50 e ’60 la Rai aveva una missione principalmente educativa e pedagogica. Programmi culturali, sceneggiati e rubriche formative erano pensati per elevare il livello culturale della popolazione. A partire dalla fine degli anni ’70, invece, la televisione iniziò a cambiare volto: entrò in scena una programmazione più popolare, leggera e spettacolare, capace di divertire e fidelizzare il pubblico.
I protagonisti della stagione d’oro
Questa nuova fase della TV italiana fu segnata da sei grandi protagonisti:
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Pippo Baudo: il conduttore simbolo della TV di intrattenimento, carismatico, elegante e al tempo stesso autoritario, capace di trasformare ogni varietà in un grande evento.
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Mike Bongiorno: il pioniere dei quiz televisivi, punto di riferimento per la TV commerciale e per un intrattenimento diretto, semplice e popolare.
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Raffaella Carrà: la regina dello spettacolo leggero, che coniugava talento, simpatia ed energia in programmi indimenticabili.
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Raimondo Vianello: maestro di ironia e misura, volto rassicurante della TV familiare.
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Corrado Mantoni: conduttore brillante, sobrio e amatissimo dal pubblico.
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Enzo Tortora: simbolo di una televisione intelligente e mai volgare, rimasto nella memoria collettiva anche per la sua vicenda umana e giudiziaria.
Baudo e Bongiorno: i padroni dell’intrattenimento
Tra i sei, Baudo e Bongiorno incarnarono una televisione più padronale e orientata al mercato, anticipando la logica della TV commerciale che dagli anni 2000 in poi avrebbe preso il sopravvento. La loro capacità di “dominare” il palcoscenico e di guidare il pubblico rese i loro programmi veri e propri fenomeni popolari, spesso più vicini allo show-business che all’intrattenimento tradizionale.
Carrà, Vianello, Mantoni e Tortora: l’altra faccia della TV leggera
Diverso lo stile degli altri quattro protagonisti. Carrà, Vianello, Mantoni e Tortora rappresentarono un intrattenimento più educato, misurato e leggero, senza mai rinunciare al rispetto dello spettatore. Pur rimanendo all’interno del genere dell’intrattenimento, la loro televisione era capace di divertire senza eccessi, mantenendo una cifra stilistica che oggi appare quasi perduta.
La fine di un’epoca e l’inizio della TV commerciale
Con la progressiva scomparsa di questi grandi protagonisti e con l’avanzare degli anni Duemila, la televisione di intrattenimento italiana lasciò il passo a una nuova fase, dominata dalla TV commerciale e dalla logica dell’audience. Reality show, talent e format internazionali sostituirono progressivamente il varietà classico, segnando la fine di quella stagione unica e irripetibile.
La scomparsa di Pippo Baudo
La morte di Pippo Baudo non è solo la scomparsa di un grande conduttore, ma anche il simbolo della fine della televisione di intrattenimento italiana così come l’abbiamo conosciuta. Una televisione che ha accompagnato la crescita del Paese, ha divertito milioni di spettatori e ha lasciato un’eredità culturale profonda, oggi sempre più distante dal panorama televisivo contemporaneo.