Il Turismo balneare 2025 ha evidenziato un netto calo di presenze negli stabilimenti balneari italiani. Un fenomeno che si inserisce in un contesto economico e sociale complesso, dove crisi della classe media, caro-prezzi e gestione privatistica delle spiagge mettono in discussione il modello turistico costiero del Paese.

Scheda • Punti salienti
Aggiornato: 24 agosto 2025
Estate 2025: calo delle presenze nel turismo balneare
La stagione evidenzia una contrazione della domanda negli stabilimenti balneari italiani. Di seguito, cause, effetti e possibili correttivi per riportare equilibrio tra interesse pubblico e iniziativa privata.
- Crisi della classe media: potere d’acquisto eroso, vacanze più brevi o rinunciate.
- Caro-spiaggia: prezzi percepiti come eccessivi per lettini, ombrelloni e servizi.
- Gestione padronale: restrizioni su accessi e consumi (es. divieto di cibi propri), riduzione degli spazi fruibili.
- Orientamento politico: quadro favorevole ai concessionari, con scarsa spinta a riequilibrare l’offerta di spiagge libere.
- Calano le presenze negli stabilimenti e la spesa media per giornata mare.
- Shift verso spiagge libere e consumo più “essenziale”.
- Clima di conflitto tra utenti e gestori su regole e perimetri di utilizzo.
- Rischio reputazionale per le località percepite come troppo care o poco accoglienti.
- Concessioni demaniali: necessità di bilanciare interesse pubblico/privato.
- Trasparenza su prezzi, servizi minimi e diritti degli utenti.
- Controlli locali su abusi (occupazioni e limitazioni non consentite) e cartellonistica chiara.
- Più spiagge libere e “libere attrezzate” con servizi di base a prezzi calmierati.
- Policy sul cibo: regole chiare e non punitive per chi porta generi propri.
- Listini visibili e comparabili, con pacchetti famiglia/ore serali.
- Destagionalizzazione: offerte primaverili/autunnali per diluire i costi e allungare la stagione.
- Tavoli locali con operatori, associazioni e Comuni per linee guida condivise.
- Stabilimento balneare: area in concessione con servizi (ombrelloni, lettini, bar, etc.).
- Spiaggia libera: accesso gratuito senza obbligo di noleggio.
- Spiaggia libera attrezzata: servizi essenziali fruibili a consumo.
- Caro-spiaggia: percezione/andamento di prezzi ritenuti eccessivi per i servizi mare.
Turismo balneare 2025: crisi della classe media
Negli ultimi anni la classe media italiana ha visto diminuire il proprio potere d’acquisto. Con stipendi fermi e un’inflazione che incide sul costo della vita quotidiana, molte famiglie hanno ridotto la durata delle vacanze o rinunciato del tutto a soggiorni al mare. Questo si traduce in meno presenze negli stabilimenti e in una contrazione della spesa turistica.
Caro-spiaggia: i prezzi insostenibili degli stabilimenti
Uno dei fattori più discussi riguarda l’aumento dei prezzi negli stabilimenti balneari. Lettini e ombrelloni hanno raggiunto costi spesso considerati proibitivi, con punte che superano i 50 euro al giorno per una famiglia.
Il cosiddetto “caro-spiaggia” è diventato simbolo di un modello turistico che rischia di escludere una parte consistente della popolazione.
Gestione padronale e restrizioni sulle spiagge
Oltre ai prezzi, pesa anche la gestione padronale di molti stabilimenti. In diverse località i concessionari vietano l’ingresso con cibi e bevande propri o limitano l’uso degli spazi comuni. Questa tendenza, spesso tollerata grazie a un quadro normativo poco chiaro, contribuisce a ridurre le aree di spiaggia effettivamente libere e accessibili.

Un sistema protetto dalla politica
L’attuale governo, guidato da Giorgia Meloni, ha mostrato una linea di continuità con le politiche favorevoli ai concessionari balneari. Il risultato è una protezione di fatto degli stabilimenti, a scapito di una gestione più equilibrata che garantisca diritti e accessibilità per tutti.
La necessità di più spiagge libere
La crisi del turismo balneare evidenzia l’urgenza di ripensare il modello. Serve un maggiore impegno per:
-
aumentare le spiagge libere, accessibili senza costi proibitivi;
-
garantire servizi di qualità anche al di fuori delle concessioni;
-
riportare equilibrio tra interesse pubblico e privato.
Solo così sarà possibile garantire un turismo sostenibile, inclusivo e rispettoso della funzione sociale del mare.
Privato e Pubblico devono convivere
L’estate 2025 segna un punto di svolta per il turismo balneare italiano. Se il trend del calo di presenze dovesse consolidarsi, il settore sarà costretto a interrogarsi sul proprio futuro. La sfida è chiara: ritrovare un equilibrio tra business e diritto al mare come bene comune.
- Guarda anche l’articolo sul Manifesto “La crisi delle spiagge è una tappa dell’alienazione”