In Sardegna l’attività della pesca non ha mai rappresentato la principale fonte economica, sia per ragioni storiche, legate un tempo alla pericolosità delle coste troppo spesso battute dagli invasori (Saraceni soprattutto), sia per ragioni geopolitiche che impediscono, in tempi moderni, lo sviluppo di questo importante settore. Eppure la Sardegna è un’isola e sembrerebbe naturale pensare che i suoi abitanti debbano avere con il mare e la pesca, un rapporto privilegiato. Eppure non è mai stato così, ne ieri ne oggi.
IL SARDO NON È UN PESCATORE MANCATO
La pesca in Sardegna ha cominciato ad affermarsi come attività economica vera e propria tra il Settecento e l’Ottocento, grazie al fatto che attorno all’isola vi era una grande estensione di coste e dei mari particolarmente pescosi. Cagliari, Alghero, il Sulcis, Oristano e Olbia, sin da allora si guadagnarono da subito i primati nelle rispettive specializzazioni che poi si svilupparono anche in una gastronomia pian piano più particolareggiata e originale. Così se nell’Oristanese i pescatori lavoravano nei vasti stagni e nelle peschiere, diventando specialisti della pesca all’anguilla e al muggine, ad Olbia si rispondeva con la produzione di mitili, mentre a Bosa, Alghero e Santa Teresa di Gallura, padrona assoluta era sua maestà l’aragosta. Questi settori si affiancavano però ad una tradizione già consolidata da secoli di esperienza e tradizione, quella della pesca al tonno che già nel 1400 poteva contare su diverse tonnare sparse su e giù per la Sardegna: tra le più antiche figuravano la tonnara delle Saline di Stintino, quella di Flumentorgiu di Arbus, quella di Porto Paglia a Gonnesa ed infine quella di Calavinagra a Carloforte e Portoscuso. Nel 1800 Italia le tonnare erano disseminate un po’ ovunque da nord a sud, ora invece ne sono rimaste solo cinque, di cui due in Sardegna, Carloforte e Portoscuso appunto. La quasi totalità della pesca delle grandi tonnare sarde viene acquistata dai Giapponesi, che utilizzano questo pesce crudo e ne consumano una quantità smisurata rispetto ad altri paesi.
UNA PESCA MOLTO MAGRA
Attualmente la pesca rappresenta l’ultima macro-attività economica con cui si totalizza il Prodotto Interno Lordo della regione. Secondo i dati forniti da Eurostat relativi all’anno 2009, questa era la fotografia economica della Sardegna:
- Attività di servizi – PIL prodotto: € 8.544,1
- Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari ed imprenditoriali – PIL prodotto: € 6.660,8
- Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni – PIL prodotto: € 6.506,8
- Industria – PIL prodotto: € 3.692,1
- Iva, imposte indirette nette sui prodotti e imposte sulle importazioni – PIL prodotto: € 4.211,8
- Costruzioni – PIL prodotto: € 1.957,1
- Agricoltura, silvicoltura, pesca – PIL prodotto: € 1.006, 4