Il Nuraghe di Porto Pirastru è una delle testimonianze più affascinanti della presenza nuragica lungo la costa sud-orientale della Sardegna. Collocato strategicamente su un’altura panoramica che domina l’arenile di Capo Ferrato e lo specchio d’acqua antistante, il nuraghe aveva una funzione di avvistamento e controllo, sia militare che commerciale. Da qui si osservavano i movimenti lungo la costa e si mantenevano i contatti con altri presidi nuragici presenti nell’entroterra del Sarrabus, creando una vera e propria rete di comunicazione visiva.
- Leggi anche: Costa Rei

🛡️ Nuraghe di Porto Pirastru: un baluardo nuragico sul mare
Sebbene oggi del nuraghe di Porto Pirastru restino solo i filari inferiori della struttura, l’importanza del sito è indiscutibile. Il suo posizionamento testimonia la capacità delle popolazioni nuragiche di sfruttare il paesaggio costiero per scopi difensivi e logistici. L’insenatura sottostante, un tempo utilizzata come porto naturale, era collegata alle tratte commerciali che attraversavano il Golfo di Cagliari fino alla zona di Jenn’e Mari. Lungo la costa, numerose torri costiere costruite in epoca spagnola ricalcheranno più tardi queste stesse strategie difensive, confermando la lungimiranza della civiltà nuragica.
Il Nuraghe di Porto Pirastru: vedetta del mare e sentinella del Sarrabus
Il Nuraghe di Porto Pirastru è una delle testimonianze più affascinanti della civiltà nuragica lungo la costa sud-orientale della Sardegna. Costruito su un rilievo dominante, sorvegliava l’intero tratto di mare antistante Capo Ferrato. Da qui si monitoravano gli scambi lungo la costa e si manteneva il contatto visivo con gli altri presidi sparsi nel territorio del Sarrabus. Questo sistema creava una rete difensiva capillare, fondamentale per il controllo delle rotte commerciali e delle incursioni.
Un baluardo nuragico sul mare
Sebbene oggi rimangano solo i filari basali, il sito conserva un grande valore storico. Il suo posizionamento strategico sopra un’insenatura utilizzata come porto naturale fa pensare a un intenso traffico marittimo già in epoca nuragica. In epoche successive, soprattutto in periodo spagnolo, le torri costiere vennero costruite seguendo strategie simili, a conferma della straordinaria visione territoriale delle popolazioni nuragiche.
I menhir di Costa Rei: un allineamento megalitico ancora misterioso
A poca distanza dalla spiaggia di Capo Ferrato, nella zona interna tra Costa Rei e Castìadas, si trova un gruppo di menhir preistorici, testimoni silenziosi di una civiltà millenaria. Si tratta di pietre infisse verticalmente nel terreno, disposte in allineamento e probabilmente utilizzate per rituali religiosi o astronomici. Questi megaliti si collocano nel contesto del megalitismo sardo, diffuso in particolare tra il III e il II millennio a.C., in parallelo alle culture prenuragiche.
- Leggi anche la Costa Rei sul sito di Sardegna Turismo
⛅ Nuraghe di Porto Pirastru e i menhir di Costa Rei
I menhir di Costa Rei rafforzano l’idea che l’area di Porto Pirastru fosse un crocevia importante già in epoca pre-nuragica, non solo per il controllo costiero ma anche per funzioni simboliche e religiose.
Immersi tra macchia mediterranea e sentieri naturalistici, questi monumenti megalitici offrono un’atmosfera fuori dal tempo, perfetta per chi ama unire escursioni culturali e paesaggi incontaminati. Il sito è raggiungibile tramite sentieri sterrati, ed è spesso ignorato dai circuiti turistici tradizionali, il che ne accresce il fascino.

🐠 Flora e fauna marina
Il mare di Capo Ferrato è un piccolo paradiso per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni. I fondali ospitano una ricca biodiversità marina, con specie come scorfani, saraghi, corvine, ma anche gorgonie rosse, spugne, posidonia e cavallucci marini. Fuori dall’acqua, gabbiani e cormorani popolano la zona tutto l’anno.
⚓ I relitti navali nelle acque antistanti al nuraghe di Porto Pirastru
Tra i fondali di Capo Ferrato riposano numerose imbarcazioni affondate durante la Seconda Guerra Mondiale. Il più famoso è il relitto del Marte, colpito da un siluro nel 1942. Seguono il Palma, il Salpi e il Valdivagna, tutti testimoni sommersi di una pagina di storia tragica e affascinante.
