La Scalinata del Colle di San Simeone a Gonnosfanadiga
La Scalinata del Colle di San Simeone è una delle infrastrutture pedonali più caratteristiche di Gonnosfanadiga. Si tratta di un’imponente scalinata composta da 297 gradini, che collega via Porru Bonelli, nel centro abitato, al suggestivo Belvedere del Colle di San Simeone.
In cima al percorso si trova la grotta dedicata alla Madonna di Lourdes, meta di pellegrinaggi e luogo di raccoglimento spirituale, oltre che punto panoramico da cui ammirare l’abitato e il paesaggio circostante. La scalinata è oggi non solo un’opera funzionale, ma anche un simbolo identitario della comunità locale, spesso attraversata durante feste religiose, eventi comunitari e camminate escursionistiche.
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Scheda · Scalinata del Colle di San Simeone (Gonnosfanadiga)
Le “Scale di Speranza”: 297 gradini che da via Porru Bonelli conducono al Belvedere del Colle di San Simeone, con la grotta della Madonna di Lourdes.
Dati essenziali
- Località: Gonnosfanadiga (Sud Sardegna).
- Gradini: 297 (percorso pedonale in salita).
- Punto di partenza: via Porru Bonelli.
- Arrivo: Belvedere del Colle di San Simeone – grotta di Lourdes.
Origine e significato
Progettata dall’artista Franco Sedda (modello conservato nella chiesa del Sacro Cuore), la scalinata nacque dalla
reazione civica ai bombardamenti del 17 febbraio 1943. Un Comitato cittadino ne promosse la realizzazione
come monito di pace e simbolo di rinascita per la comunità.
Cosa vedere
- Grotta artificiale in granito grezzo con statua marmorea della Madonna di Lourdes.
- Belvedere panoramico sull’abitato e sul paesaggio del Campidano.
- La scalinata monumentale, percorsa anche durante ricorrenze religiose locali.
Consigli di visita
- Scarpe comode e acqua; fare pause lungo la salita.
- Evitare i giorni piovosi per possibile scivolosità dei gradini.
- Rispetto dei luoghi di culto presso la grotta e durante eventuali funzioni.
Accessi e info pratiche
- Accesso: imbocco da via Porru Bonelli; arrivo al Belvedere.
- Accessibilità: presenza di numerosi gradini → accesso limitato per persone con mobilità ridotta.
- Parcheggio: aree su strada nelle vicinanze del punto di partenza.
Le Scale di Speranza: un simbolo nato dopo la guerra
Le Scale di Speranza del Colle di San Simeone a Gonnosfanadiga sono molto più di una semplice infrastruttura pedonale: rappresentano un monumento di memoria storica e di fede. L’opera fu progettata dall’artista Franco Sedda, il cui modello originale è ancora oggi custodito presso la chiesa del Sacro Cuore.
L’idea della scalinata nacque dall’indignazione della popolazione locale all’indomani dei bombardamenti americani del 17 febbraio 1943, quando Gonnosfanadiga, insieme ad altri centri del Basso Campidano, venne colpita dall’aviazione alleata per la vicinanza con i principali obiettivi militari della Sardegna meridionale: l’aeroporto di Elmas, l’aeroporto di Trunconi e quello di Decimomannu.
Per realizzare il progetto venne costituito un Comitato cittadino, che volle fare della scalinata un monito contro le tragedie della guerra e un simbolo di rinascita e speranza. Oggi, in cima ai 297 gradini, si trova una grotta artificiale in granito grezzo, al cui centro spicca la statua marmorea della Madonna di Lourdes, meta di pellegrinaggi e di raccoglimento spirituale.
Il Bollettino di Guerra del 18 febbraio 1943
Secondo i documenti ufficiali del Centro Raccolta Notizie dello Stato Maggiore del Regio Esercito, il Bollettino di Guerra trasmesso al Comando Supremo il 18 febbraio 1943 riportava i tragici eventi del giorno precedente.
Il 17 febbraio 1943, tra le 14:05 e le 15:47, una decina di aerei del Comando Twelfth Air Force americano sorvolò i cieli di Cagliari, Quartu Sant’Elena, Gonnosfanadiga, Portoscuso, Carbonia e Villacidro, sganciando bombe di piccolo calibro, spezzoni incendiari e compiendo azioni di mitragliamento sulla popolazione civile che cercava rifugio nei ricoveri pubblici.
Il bilancio fu pesantissimo: nella sola città di Cagliari si contarono oltre 100 morti e più di 230 feriti, mentre ingenti danni materiali colpirono abitazioni private e piccole attività produttive. Gonnosfanadiga, come altri centri del Basso Campidano, rimase profondamente segnato da quella giornata, che entrò nella memoria collettiva come una delle più drammatiche della Seconda guerra mondiale in Sardegna.

Le Fortezze Volanti su Gonnosfanadiga
L’operazione del 17 febbraio 1943 faceva parte di un piano più ampio che aveva come obiettivi strategici gli aeroporti militari della Sardegna meridionale: Elmas, Trunconi e Decimomannu. Il piano, che prevedeva l’arrivo di 135 velivoli tra bombardieri e caccia, non fu messo in atto nella sua interezza, ma determinò comunque pesanti attacchi su diversi centri abitati del Campidano.
Secondo i documenti, erano stati mobilitati due Group di B-17 Flying Fortress (le celebri e temute Fortezze Volanti), un Group di B-26 Marauders e uno di B-25 Mitchell, tutti scortati dai caccia P-38 Lightning. In realtà, un numero più ridotto di aerei raggiunse i cieli della Sardegna, ma fu sufficiente a causare ampie distruzioni e vittime civili nel Cagliaritano e nei paesi circostanti, tra cui Gonnosfanadiga.
Gonnosfanadiga: il paese tra Gonnos e Fanadiga
Gonnosfanadiga, chiamato semplicemente Gonnos in lingua sarda, è un centro di poco più di 6.000 abitanti, i cosiddetti gonnesi, situato sul versante centro-occidentale della provincia del Sud Sardegna.
Il territorio comunale comprende anche la frazione di Pardu Atzei, distante circa 30 chilometri, alle pendici del Monte Arcuentu, tra Guspini e Arbus.
Il toponimo racconta la storia stessa del paese: un tempo esistevano due insediamenti distinti, separati dal Rio Piras. Gonnos, situato a monte, prende nome da gon (“luogo elevato”), mentre Fanadiga, più in basso, deriva probabilmente dal termine latino fanum, ovvero “luogo sacro”. Con il passare dei secoli i due villaggi si fusero, dando origine all’attuale Gonnosfanadiga, oggi conosciuto per la sua storia, la sua comunità e i luoghi simbolo come il Colle di San Simeone con la scalinata delle Scale di Speranza.
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