Galtellì, piccolo comune di circa duemila abitanti, è uno dei borghi più affascinanti della Baronia e rientra tra i 29 Borghi Autentici d’Italia. Il paese sorge ai piedi del Monte Tuttavista (806 m), sul suo versante nord-occidentale, in una posizione che domina la valle del Cedrino e offre scorci di grande suggestione.
Caratterizzato da un centro storico ricco di case in pietra, chiese antiche e viuzze lastricate, Galtellì conserva ancora intatte le tracce del suo importante passato medioevale, quando fu sede episcopale e uno dei centri culturali più vitali della Sardegna orientale.
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Scheda informativa di Galtellì
- Comune: Galtellì
- Provincia: Nuoro
- Subregione: Baronia
- Abitanti: 2371 (cens. 2024)
- Nome abitanti: galtellinesi
- Economia: agricoltura, pastorizia, servizi
Consapevolezza e valorizzazione del territorio
Negli ultimi decenni, tuttavia, Galtellì ha saputo invertire questa tendenza grazie alla crescente consapevolezza del proprio valore storico e paesaggistico. Il turismo culturale e rurale ha offerto nuove opportunità di sviluppo, mentre alcune amministrazioni lungimiranti hanno investito nella tutela e nel restauro del centro storico, riconoscendo nel patrimonio identitario la chiave per il futuro.
Oggi Galtellì è un modello di borgo autentico della Baronia, capace di valorizzare il suo straordinario paesaggio naturale, che si estende dalle sponde del fiume Cedrino fino alle pendici del Monte Tuttavista, in un territorio che confina con il vicino comune di Orosei e unisce cultura, natura e memoria in un equilibrio perfetto.

Geografia di Galtelli
Il territorio di Galtellì ha un’estensione complessiva di 56,82 kmq ed è meta ideale degli itinerari naturalistici.

Monte Tuttavista: la montagna simbolo di Galtellì e della Baronia
Il Monte Tuttavista è un maestoso massiccio calcareo alto 806 metri, situato nel territorio di Galtellì, ai confini con i comuni di Oliena e Dorgali, nella parte settentrionale del Supramonte. Pur essendo morfologicamente isolato dal più noto massiccio del Supramonte a causa di una fascia pianeggiante che lo separa da esso, il Tuttavista ne condivide le stesse caratteristiche geologiche e naturalistiche.
Come suggerisce il nome, il Monte Tuttavista (“tutto vede”) domina l’intero territorio circostante: dai suoi punti più alti si può ammirare un panorama mozzafiato che abbraccia la bassa Baronia, dal Monte Senes di Irgoli fino a Dorgali, e verso est si apre una vista spettacolare sul Golfo di Orosei, fino a Capo Monte Santo.
La montagna è completamente ricoperta da una rigogliosa vegetazione mediterranea, con lecci, ginepri e lentischi, e nel sottobosco fioriscono specie rare e pregiate come la rosa peonia, l’efedra nebrodense, la sassifraga setolosa, l’alisso di Tavolara e il trifoglio di Moris.
Il Monte Tuttavista è anche un piccolo paradiso per gli amanti della fauna selvatica: tra gli animali che si possono incontrare ci sono cinghiali, volpi, donnele e martore, mentre tra gli uccelli si avvistano spesso gheppi, pernici e poiane.
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Sa Pedra Istampada: la “pietra forata” del Monte Tuttavista
Tra le attrazioni naturalistiche più affascinanti di Galtellì, nel cuore dell’area del Monte Tuttavista, spicca Sa Pedra Istampada, conosciuta anche come la “pietra forata”. Si tratta di una spettacolare formazione rocciosa situata a 635 metri sul livello del mare, facilmente raggiungibile lungo la strada panoramica del Tuttavista.
Il nome Sa Pedra Istampada, che in sardo significa “la pietra forata”, descrive perfettamente questa scultura naturale modellata dal vento e dagli agenti atmosferici. Al centro della roccia si apre un imponente foro di circa 20 metri di diametro, una vera e propria finestra panoramica che regala una vista mozzafiato sulla Baronia meridionale e sui paesaggi che circondano Galtellì.
Questo singolare monumento naturale è una delle tappe più amate dagli escursionisti e dai fotografi che visitano il Monte Tuttavista, ideale per chi desidera ammirare panorami unici e scoprire le meraviglie naturali della Sardegna orientale.


Il Cristo del Tuttavista

Il Cristo del Tuttavista: il simbolo spirituale di Galtellì
Il Cristo del Tuttavista è una monumentale statua in bronzo situata sulla vetta del Monte Tuttavista, nel territorio di Galtellì, in Baronia (Sardegna). Realizzata dall’artista madrileno Pedro Angel Terrón Manrique, uno dei più autorevoli scultori europei e già Direttore dell’Istituto delle Belle Arti dell’Università di Madrid, l’opera fu innalzata nel settembre 2001 e da allora è divenuta un importante simbolo di fede e speranza per la comunità locale.
La statua, insieme alla croce che la accompagna, raggiunge un’altezza complessiva di 10 metri, rendendola una delle più imponenti statue di Cristo in Europa. Dalla sua posizione dominante si gode una vista panoramica mozzafiato che abbraccia tutto il territorio di Galtellì, il Golfo di Orosei e le montagne circostanti del Supramonte.
Il luogo è meta di pellegrinaggi e visite spirituali durante tutto l’anno: i fedeli trovano qui un ambiente silenzioso e immerso nella natura, ideale per la preghiera e la meditazione.
La ricorrenza di settembre
Ogni anno, nel mese di settembre, si celebra una ricorrenza religiosa in onore del Cristo del Tuttavista, un evento molto sentito dalla comunità di Galtellì e dai paesi limitrofi.
Un’opera nata dalla devozione
La realizzazione della statua è relativamente recente e nacque grazie all’impegno dell’allora sindaco di Galtellì, Giovanni Cosseddu, con la collaborazione del concittadino Angelo Rojch e dell’arcivescovo Ottorino Alberti, che descrisse l’opera come
«Una voce di speranza e un raggio di luce che attraversa la notte del tempo».

Il fiume Cedrino: cuore naturale della vallata di Galtellì
Il fiume Cedrino è il principale corso d’acqua della Baronia, e da secoli bagna la vallata di Galtellì, segnando i confini occidentali del paese con i comuni di Irgoli, Loculi e Onifai. Questo fiume, tra i più importanti della Sardegna orientale, ha modellato nei millenni il paesaggio e la vita delle comunità che sorgono lungo le sue rive.
Le sorgenti del Cedrino si trovano alle pendici del Monte Fumai (1316 m s.l.m.) e del Monte Novo San Giovanni, nel massiccio del Gennargentu, nei pressi del Supramonte di Orgosolo, dove il fiume è conosciuto come rio Boloriga.
Durante il suo percorso verso la costa, il Cedrino attraversa ambienti di grande fascino naturalistico. Più a monte, nel territorio di Dorgali, il fiume è regolato dalla diga di Pedra ’e Ottoni, una struttura che ne controlla la portata, soprattutto nei mesi autunnali, quando le forti piogge possono causare improvvisi innalzamenti del livello dell’acqua.
Lungo il suo corso, il fiume Cedrino offre scenari suggestivi e una notevole biodiversità. Le sue sponde sono frequentate da numerose specie di uccelli migratori, come le alzavole – le più piccole anatre europee – e i germani reali, considerati gli antenati della maggior parte delle razze domestiche di anatre. L’area è ideale per escursioni naturalistiche, birdwatching e fotografia paesaggistica, rendendo il Cedrino una delle gemme nascoste della Sardegna centro-orientale.

Presenza nuragica e prenuragica a Galtellì
La storia di Galtellì affonda le sue radici nelle più antiche epoche della Sardegna, con testimonianze prenuragiche e nuragiche che attestano una presenza umana stabile nella Bassa Baronia sin dai tempi preistorici.
Sul territorio di Galtellì e lungo la piana del fiume Cedrino si trovano numerose domus de janas (le tipiche tombe rupestri scavate nella roccia), tombe dei giganti e nuraghi, a conferma dell’importanza di quest’area fin dall’età del Bronzo. Questi antichi monumenti raccontano di una civiltà evoluta e radicata, che sfruttava le risorse naturali del territorio e la vicinanza del fiume per vivere, commerciare e difendersi.
Il patrimonio archeologico di Galtellì rappresenta quindi una testimonianza preziosa della storia nuragica della Sardegna orientale, rendendo questo territorio una meta di grande interesse per appassionati di archeologia, escursionisti e studiosi del passato sardo.
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Al Museo Archeologico di Irgoli sono custoditi i principali reperti rinvenuti dalle ricerche sul territorio e alcuni di questi sono stati recuperati proprio dalla vicina Galtellì.

Galtellì: crocevia in epoca punica e romana
Durante l’epoca punica e romana, la Sardegna divenne un territorio strategico conteso e ricco di insediamenti. In questo periodo, i primi agglomerati umani attorno all’attuale sito di Galtellì trovarono nuovo vigore, grazie soprattutto alla posizione geografica favorevole del luogo, situato tra il Supramonte e il Golfo di Orosei.
Galtellì rappresentava infatti un crocevia naturale tra le zone montuose interne e le vie di comunicazione costiere, assumendo così un ruolo importante nei traffici commerciali e negli scambi culturali tra le popolazioni nuragiche locali e le nuove dominazioni puniche e romane. Questa posizione strategica contribuì allo sviluppo del territorio, che già in età antica mostrava una continuità di vita e di organizzazione rispetto ai periodi precedenti.

Galtellì capoluogo di curatoria nel Medioevo
Durante il Medioevo, Galtellì acquisì una posizione di grande rilievo negli equilibri geopolitici della Sardegna orientale. Fu infatti in età giudicale che il piccolo borgo divenne capoluogo di curatoria, entrando a far parte del Giudicato di Gallura, uno dei quattro antichi regni sardi.
Questa nuova centralità portò allo sviluppo di strutture amministrative e religiose che fecero di Galtellì un importante punto di riferimento per tutta la Bassa Baronia. La sua posizione, ai piedi del Monte Tuttavista e lungo il fiume Cedrino, ne rafforzò ulteriormente il ruolo strategico nel controllo del territorio.
Il Castello di Pontes: sentinella sulla piana del Cedrino
Nel 1070, per contrastare le incursioni saracene che minacciavano le coste e si spingevano fino alle zone interne dell’isola, il territorio di Galtellì venne dotato di una fortificazione difensiva: il Castello di Pontes.
L’antico maniero, oggi in parte diroccato, sorge in posizione dominante sulla piana del Cedrino, ai piedi del Monte Tuttavista. La sua costruzione aveva una duplice funzione: difensiva e di controllo delle vie di comunicazione che collegavano la costa del Golfo di Orosei con l’entroterra del Supramonte.
Sebbene oggi rimangano solo pochi resti delle sue mura, il Castello di Pontes conserva un grande valore storico e simbolico, rappresentando una delle testimonianze più significative del passato medievale di Galtellì.
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Galtellì sede diocesana nel Medioevo
Con il consolidarsi del potere giudicale nella Baronia, sotto il governo di Nino Visconti, Galtellì tra il 900 e il 1000 divenne sede diocesana, conquistando un ruolo di grande rilievo politico e religioso in tutta la Sardegna orientale.
La presenza della Diocesi di Galtellì favorì la costruzione di edifici ecclesiastici e il rafforzamento dell’influenza spirituale del borgo, che divenne centro di riferimento per le comunità della Bassa Baronia e del Golfo di Orosei.
Dopo la morte di Nino Visconti nel 1296, il controllo della zona passò direttamente sotto l’influenza di Pisa, che esercitò la sua autorità sul territorio e sulle strutture religiose locali.
Il giogo aragonese e le guerre tra Arborea e Aragona
Nel XIV secolo, anche la Baronia fu coinvolta nelle invasioni aragonesi che interessarono l’intera isola. In questo contesto, Galtellì e il suo Castello di Pontes rappresentarono per diversi anni l’ultimo avamposto difensivo della regione.
Tra il 1324 e il 1333, il castellano di Galtellì resistette eroicamente all’assedio aragonese, ma dopo quasi un decennio di conflitti fu costretto a capitolare, consegnando il territorio nelle mani degli invasori.
Seguì un lungo periodo di dominio alternato tra il Giudicato di Arborea e la Corona d’Aragona, che si contesero il controllo della Sardegna fino al 1420, anno della definitiva sconfitta di Arborea.
Questi eventi segnarono la fine dell’autonomia politica di Galtellì e l’inizio di una nuova fase storica sotto la dominazione aragonese, che avrebbe profondamente influenzato la cultura e l’assetto amministrativo della Baronia.
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Da Galtellìn a Galtellì: la fine della sede diocesana
Il rango di sede diocesana per Galtellìn – così era anticamente chiamato l’attuale Galtellì – rimase in vigore fino al 1495, anno in cui la titolarità della diocesi venne ufficialmente trasferita a Nuoro.
Questo evento segnò l’inizio di un progressivo declino economico e politico per il borgo, poiché il baricentro geopolitico della regione si spostò dalla Bassa Baronia verso il Nuorese, che divenne il nuovo centro amministrativo e religioso dell’area.
Nonostante ciò, Galtellì conservò nel tempo la sua identità storica e spirituale, mantenendo viva la memoria del suo glorioso passato di antica sede vescovile e di centro nevralgico del Giudicato di Gallura.



La soppressione della Diocesi di Galtellì
Nel 1355, Galtellì venne concessa dal re d’Aragona Pietro IV a Bartolomeo Casu, mentre nel 1370 il territorio passò a Benvenuto I Grifeo di Sicilia, già ammiraglio della flotta aragonese.
Nel corso del XV secolo, Galtellì fu progressivamente integrata nei nuovi assetti feudali della Sardegna. Nel 1438 entrò a far parte della Baronia di Orosei, che all’epoca era un feudo regio. Poco dopo, nel 1495, la Diocesi di Galtellì venne ufficialmente soppressa, ponendo fine al suo ruolo secolare di sede vescovile autonoma.
Il riconoscimento ecclesiastico tornò solo nel 1779, con l’istituzione della Diocesi di Galtellì-Nuoro, che divenne suffraganea dell’Arcidiocesi di Cagliari e stabilì la propria sede a Nuoro. Infine, nel 1928, il nome Galtellì scomparve definitivamente dalla denominazione ufficiale, che divenne semplicemente Diocesi di Nuoro.
Questi passaggi segnano la trasformazione di Galtellì da antico centro religioso e politico della Baronia a borgo di valore storico e spirituale, la cui memoria rimane viva nei documenti e nelle tradizioni della Sardegna centrale.
La Parrocchia del Santissimo Crocifisso di Galtellì
La Parrocchia del Santissimo Crocifisso di Galtellì è uno dei luoghi di culto più importanti e rappresentativi della Baronia, non solo per il suo valore religioso, ma anche per il suo profondo significato storico e identitario. Situata nel cuore dell’antico borgo medievale, la chiesa custodisce il celebre Crocifisso ligneo del XIII secolo, una delle opere più venerate della Sardegna e oggetto di grande devozione popolare.
Secondo la tradizione, il Santissimo Crocifisso di Galtellì è considerato miracoloso e da secoli attira fedeli da tutta l’isola, che accorrono in occasione delle celebrazioni religiose dedicate al simulacro. L’edificio, ricostruito e ampliato nel corso dei secoli, presenta elementi architettonici romanico-gotici, con una facciata sobria in pietra locale e un interno a navata unica, dove spicca l’altare maggiore che accoglie la preziosa scultura del Crocifisso.
La parrocchia è anche un importante centro spirituale e culturale, punto di riferimento per la comunità di Galtellì e per i pellegrini che visitano il paese, spesso inserendo la chiesa tra le tappe dei percorsi religiosi e letterari legati alla figura di Grazia Deledda, che ambientò proprio qui alcuni episodi del suo romanzo Canne al vento.
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La Chiesa di Santa Croce di Galtellì
La Chiesa di Santa Croce di Galtellì è uno dei luoghi di culto più significativi del centro storico, strettamente legata alla tradizione religiosa e confraternale del borgo. Situata nel cuore del paese, l’edificio è sede dell’antica Confraternita della Santa Croce, tra le più attive della Baronia, custode di riti e celebrazioni che affondano le radici nella spiritualità popolare sarda. La chiesa, caratterizzata da una sobria architettura tradizionale in pietra locale e da un interno raccolto, ospita arredi liturgici e simboli confraternali utilizzati durante le processioni della Settimana Santa e nelle ricorrenze religiose più sentite dalla comunità.
Pur non essendo monumentalmente imponente come altre chiese romaniche della zona, la Chiesa di Santa Croce rappresenta un importante punto di riferimento storico e identitario, capace di raccontare la vita comunitaria e il forte senso di appartenenza che da secoli caratterizzano Galtellì.



La Chiesa di San Francesco di Galtellì
La Chiesa di San Francesco di Galtellì, edificata nel 1612, è uno degli edifici religiosi più significativi del centro storico e un importante punto di riferimento per la vita spirituale della comunità. Situata accanto all’antico convento, la chiesa riflette l’impronta architettonica tipica degli ordini francescani, con una facciata semplice e lineare, costruita in pietra locale, e un interno a navata unica che invita al raccoglimento.
All’interno sono conservati altari laterali, opere devozionali e arredi liturgici legati alla presenza francescana, che per secoli ha avuto un ruolo fondamentale nella formazione religiosa e culturale della Baronia. Le celebrazioni dedicate a San Francesco e le attività confraternali contribuiscono a mantenere viva una tradizione secolare che ancora oggi caratterizza il borgo.
La Chiesa di San Francesco è dunque un luogo di grande valore storico, artistico e identitario, inserito pienamente nel ricco patrimonio religioso di Galtellì.



La Chiesa della Beata Vergine Assunta di Galtellì
La Chiesa della Beata Vergine Assunta di Galtellì è uno dei principali edifici religiosi del centro storico e rappresenta un importante punto di riferimento spirituale per la comunità. Situata nella parte alta del paese, di fronte all’antico convento dei Mercedari, la chiesa risale con tutta probabilità al XVI secolo e si distingue per la sua architettura semplice ed essenziale, tipica delle costruzioni devozionali dell’epoca. L’interno, organizzato a navata unica, custodisce altari laterali, statue lignee e arredi liturgici che testimoniano la profonda devozione mariana del borgo.
La chiesa è strettamente legata alle celebrazioni dedicate all’Assunta, una delle ricorrenze più sentite dagli abitanti di Galtellì, che ogni anno rinnovano un legame secolare con la propria tradizione religiosa. Pur non essendo monumentalmente imponente come gli edifici romanici vicini, la Beata Vergine Assunta conserva un forte valore identitario e culturale, rendendola una tappa significativa per chi desidera scoprire il patrimonio storico-religioso della Baronia.




Il centro storico di Galtellì
Il centro storico di Galtellì è uno dei borghi medievali meglio conservati della Baronia, un autentico viaggio nel tempo tra viuzze acciottolate, case in pietra e antiche corti che testimoniano la lunga storia del paese. Passeggiare nel cuore del borgo significa immergersi in un ambiente ricco di architettura tradizionale sarda, dove si alternano abitazioni secolari, portali in legno scolpito, fontane e piccoli slarghi che raccontano la vita quotidiana di un tempo. Qui sorgono anche alcuni degli edifici religiosi più importanti di Galtellì, come la Parrocchia del Santissimo Crocifisso, la Chiesa di San Francesco e la Chiesa della Beata Vergine Assunta, che arricchiscono il tessuto urbano con la loro storia e spiritualità.
Il borgo è celebre anche per il suo legame con Grazia Deledda, che ambientò proprio a Galtellì alcune delle pagine più suggestive del romanzo Canne al vento. Numerosi angoli del centro storico evocano le atmosfere descritte dalla scrittrice, rendendo il paese una meta ricercata da appassionati di letteratura e viaggiatori in cerca di autenticità. Ogni strada, ogni pietra e ogni edificio contribuiscono a creare un percorso culturale e paesaggistico unico, che fa del centro storico di Galtellì uno dei gioielli più affascinanti della Sardegna orientale.














































