🍊 Il kaki in Sardegna: una nuova eccellenza tra i frutti autunnali
Negli ultimi anni la Sardegna si sta affermando come una delle regioni più promettenti per la coltivazione del kaki, frutto autunnale dalle origini orientali oggi sempre più apprezzato nei mercati europei.
Grazie al suo clima mite, ai terreni fertili e alla scarsa incidenza di gelate, l’isola offre condizioni ideali per lo sviluppo di produzioni di kaki di alta qualità, in particolare della varietà “Rojo Brillante”, caratterizzata da una polpa soda, dolce e di colore arancio intenso.
La crescente attenzione verso questo frutto sta portando agricoltori e cooperative locali a investire nella produzione del kaki in Sardegna, in un’ottica di diversificazione agricola sostenibile e di valorizzazione delle eccellenze frutticole sarde.
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📜 Origine del nome “cachi” (o “kaki“)

🍊 La Sardegna punta sulla produzione di kaki di alta qualità
La Sardegna si candida a diventare una delle principali regioni del Mediterraneo per la produzione di kaki di alta qualità.
Negli ultimi anni, esperti e agronomi hanno individuato nel territorio isolano condizioni climatiche e pedologiche ideali per la coltivazione di questa pianta subtropicale, sempre più richiesta sui mercati europei.
Tra le aree più vocate alla coltivazione del kaki in Sardegna spiccano l’Ogliastra e il Cagliaritano, zone che offrono terreni fertili e un clima mite anche nei mesi autunnali.
In particolare, la varietà “Rojo Brillante”, apprezzata per la sua polpa dolce, compatta e dal colore intenso, mostra un’eccellente adattabilità alle condizioni locali.
Grazie a queste caratteristiche, il kaki potrebbe presto rappresentare una valida alternativa al pesco nelle produzioni frutticole sarde, contribuendo a diversificare l’offerta agricola dell’isola e a rafforzare il comparto ortofrutticolo regionale.
Quattro Mori: il kaki cresce bene anche in Sardegna
In Sardegna, la coltivazione del kaki (Diospyros kaki) è ormai diffusa in gran parte del territorio, soprattutto nelle coltivazioni domestiche e familiari.
La pianta è molto apprezzata dagli agricoltori per le sue qualità intrinseche e per la semplicità di gestione. Tra i principali vantaggi del kaki:
entra in produzione già dal terzo anno di vita,
presenta impianti facilmente gestibili, grazie allo sviluppo contenuto in altezza,
ha esigenze idriche moderate, ideali per il clima mediterraneo,
offre una resa media di circa 50 tonnellate per ettaro.
L’unico organismo potenzialmente dannoso per la pianta è la mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata), che può colpire anche altri frutti tipici della produzione sarda. Tuttavia, con buone pratiche agronomiche, la diffusione del parassita può essere efficacemente contenuta.
🌏 Kaki made in China: una pianta antichissima
Il kaki è considerato una delle prime piante da frutto coltivate dall’uomo.
Secondo le fonti botaniche, in Cina la coltivazione del kaki risale a oltre 2.000 anni fa, soprattutto nelle zone collinari con terreni ben drenati, profondi e poveri di sodio.
I cinesi furono i primi a riconoscere le straordinarie caratteristiche di questa pianta:
lunga longevità, tanto che alcuni esemplari sopravvissero al bombardamento atomico di Nagasaki nel 1945, da cui il soprannome di “albero della pace”;
resistenza ai parassiti e agli stress ambientali;
funzione fertilizzante naturale, grazie alle foglie che, cadendo in inverno, arricchiscono il terreno di sostanze organiche.
Queste qualità hanno contribuito a rendere il kaki una pianta simbolo di resilienza e prosperità, oltre che un frutto nutriente e benefico.

In Italia è già un cult
Il kaki in Italia arrivò intorno alla metà dell’Ottocento, dopo che le prime esperienze di coltivazione nel Salernitano (Agro Nocerino) avevano dimostrato la buona adattabilità della pianta.
Da lì, la coltura si estese rapidamente in Emilia-Romagna (zona forlivese), in Sicilia e successivamente in altre regioni italiane, tra cui la Sardegna.
Oggi, il kaki è diffuso in quasi tutta la penisola, con una produzione annua di circa 65.000 tonnellate.
Sebbene originariamente classificato come specie subtropicale, grazie ai protoinnesti e alle tecniche di selezione varietale, la pianta è riuscita a resistere anche a temperature fino a –10 °C, permettendo la coltivazione persino nella Pianura Padana e nel Trentino.
Questo dimostra l’eccezionale adattabilità del kaki ai diversi climi italiani e mediterranei, e il potenziale della Sardegna come futura protagonista nella produzione di frutti di alta qualità.
🧡 Le proprietà nutrizionali del kaki
Il kaki, conosciuto anche come l’albero della pace, è un frutto autunnale dal profilo nutrizionale ricco e bilanciato. È un alimento molto energetico, indicato nella dieta di bambini, adulti e anziani, soprattutto per chi pratica attività fisica o ha bisogno di un apporto naturale di zuccheri e sali minerali.
Ogni 100 grammi di kaki forniscono in media 65–70 kcal, di cui circa il 18% è costituito da zuccheri naturali.
È un frutto con ottime proprietà lassative e diuretiche, grazie al contenuto di fibre solubili e acqua. Inoltre, il kaki contiene grandi quantità di potassio, fino a 170 mg ogni 100 g, utile per favorire la funzione muscolare e cardiaca e per reintegrare i minerali persi con la sudorazione.
Oltre al potassio, il kaki è ricco di vitamina A, vitamina C e betacarotene, sostanze antiossidanti che aiutano a contrastare i radicali liberi e a mantenere la pelle luminosa.
Per le sue caratteristiche, il kaki rappresenta un vero e proprio superfrutto autunnale della Sardegna, gustoso, sano e naturale.

🍎 Kaki mela: origini e differenze rispetto al kaki comune
Il kaki mela, conosciuto anche come kaki vaniglia o Fuyu, è una varietà di Diospyros kaki originaria del Giappone e oggi ampiamente coltivata anche in Italia e in Sardegna.
Rispetto al kaki tradizionale, presenta caratteristiche organolettiche e morfologiche ben distinte, che lo rendono particolarmente apprezzato dai consumatori per praticità e sapore.
A differenza del kaki comune, che deve essere consumato solo a piena maturazione per eliminare l’astringenza causata dai tannini, il kaki mela può essere mangiato anche quando è ancora sodo, come una mela, da cui prende appunto il nome.
La sua polpa è compatta, dal gusto dolce e delicato, con una piacevole nota vanigliata; contiene meno zuccheri liberi e più fibre rispetto al kaki molle, risultando così più digeribile e facilmente trasportabile.
Dal punto di vista morfologico, il frutto è più tondeggiante e regolare, con buccia sottile di colore arancio brillante e peso medio di 200–250 grammi.
Il kaki mela è molto apprezzato per il consumo fresco, ma può essere utilizzato anche in insalate autunnali, macedonie e dessert leggeri, dove aggiunge dolcezza e colore.
Grazie alla sua resistenza alla manipolazione e alla conservazione, questa varietà è sempre più presente nei mercati ortofrutticoli sardi, contribuendo alla diversificazione della produzione locale di kaki.
🍮 Il kaki in cucina: idee e ricette
Grazie alla sua dolcezza e alla consistenza cremosa, il kaki è molto versatile in cucina. Si può gustare al naturale, oppure utilizzare nella preparazione di dessert, creme e confetture artigianali.
Tra i dolci più apprezzati c’è la crema di cachi con mascarpone e rum, una ricetta semplice ma raffinata, ideale per valorizzare il gusto di questo frutto tipico autunnale.
- Guarda anche: Crema di cachi e amaretti, sul sito GialloZafferano.it
🍰 Ricetta: crema di cachi con mascarpone e rum
Ingredienti per la pasta frolla
300 g di farina 00
150 g di burro
100 g di zucchero
2 tuorli
mezza stecca di vaniglia
scorza grattugiata di 1 limone
1 pizzico di sale
Ingredienti per la crema di cachi (4 persone)
3 cachi maturi
200 g di mascarpone
1 foglio di colla di pesce
2 cucchiai di rum
2 mandarini
Ingredienti per il caramello
60 g di zucchero semolato
👩🍳 Preparazione passo per passo
Prepara la pasta frolla: lavora gli ingredienti fino a ottenere un impasto omogeneo. Imburra gli stampini, bucherella il fondo con una forchetta, rivestili con carta da forno, riempili di fagioli secchi e cuocili finché non diventano dorati.
Prepara la crema di cachi: pela i cachi maturi e frullali insieme a zucchero e mascarpone.
Sciogli la gelatina nel rum e aggiungila al frullato, mescolando fino a ottenere una crema liscia e uniforme.
Riempi gli stampini con la crema e lasciali riposare in frigorifero per almeno due ore.
Caramella i mandarini: elimina buccia e filamenti bianchi, passali nello zucchero in padella fino a leggera doratura.
Decora e servi: estrai gli stampini dal frigo, guarnisci con i mandarini caramellati e servi fresco.
💡 Consiglio: puoi sostituire il rum con succo d’arancia o vaniglia per una versione adatta anche ai bambini.






































