🚢 La Corazzata Roma: l’orgoglio perduto della Regia Marina
La Corazzata Roma fu una nave da battaglia della Regia Marina italiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Fu affondata il 9 settembre 1943 nel Golfo dell’Asinara, colpita da un bombardamento aereo tedesco della Luftwaffe, il giorno successivo all’armistizio tra l’Italia e gli Alleati.
La nave era uno dei più potenti e moderni mezzi navali italiani del tempo.
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⚙️ Una nave di classe Littorio
La Corazzata Roma apparteneva alla classe Littorio, la più imponente categoria di navi da guerra della flotta italiana. Fu costruita nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico e rappresentava l’apice dell’ingegneria navale bellica dell’epoca, combinando potenza di fuoco, blindatura avanzata e tecnologia d’avanguardia.
⚓ Dati storici della Corazzata Roma
- 📅 Varo: 9 giugno 1940
- 💥 Affondamento: 9 settembre 1943
- 🕯️ Vittime: 1.393 persone
- 🚢 Superstiti: 622 persone
- 🌊 Distanze percorse: 2.492 miglia
- ⚓ Uscite in mare: 20 missioni
- ⛽ Carburante consumato: 3.320 tonnellate
- 🛠️ Giorni fuori servizio: 63 giorni
- 👨✈️ Comandante: Amm. Carlo Bergamini

💥 L’affondamento della Corazzata Roma
Il 9 settembre 1943, la Corazzata Roma fu affondata dalla Luftwaffe tedesca nel Golfo dell’Asinara, al largo della Sardegna. La nave guidava un convoglio composto dalle tre unità della classe Littorio, salpato dal porto di La Spezia e diretto verso l’isola della Maddalena.
Il trasferimento della flotta era stato ordinato dagli Alleati, in seguito alla resa incondizionata dell’Italia e alla firma dell’Armistizio avvenuta il 3 settembre 1943 (annunciato il giorno 8). L’obiettivo era sottrarre le navi italiane al controllo delle forze dell’Asse e trasferirle in porti sicuri sotto supervisione alleata.
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🎯 L’attacco aereo tedesco e l’affondamento della Corazzata Roma
Durante la traversata nel Mar Tirreno, la Corazzata Roma, dopo aver costeggiato la Corsica occidentale, entrò nel Golfo dell’Asinara, diretta verso La Maddalena.
Il 9 settembre 1943, a circa 16 miglia dalla costa sarda, tra Castelsardo e Isola Rossa, l’unità fu attaccata da aerei tedeschi della Luftwaffe.
☢️ Bombe radioguidate: le Ruhrstahl SD 1400
I bombardieri tedeschi utilizzarono un’arma rivoluzionaria per l’epoca: le Ruhrstahl SD 1400, bombe radioguidate plananti ad alta precisione, conosciute anche come Fritz X.
Le navi italiane, prive di contromisure elettroniche o protezioni adeguate, non riuscirono a difendersi.
⚓ Nave distrutta in pochi minuti
Una delle bombe colpì in pieno il centro della nave. L’esplosione fu devastante:
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il ponte di coperta fu scagliato in mare,
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la struttura centrale fu sventrata,
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e lo scafo si spezzò in due.
La Roma affondò in pochi minuti, portando con sé 1.393 marinai, tra cui il comandante Carlo Bergamini. Solo 622 uomini sopravvissero al disastro.

🚑 I soccorsi dopo l’affondamento della Corazzata Roma
I soccorsi ai superstiti della Corazzata Roma furono tempestivi. Nonostante la gravità dell’attacco, diverse unità navali riuscirono a intervenire rapidamente sul luogo del disastro.
Tra i mezzi coinvolti nel recupero figurano:
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due incrociatori,
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tre torpediniere,
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e diverse carabiniere e mitragliere.
Queste navi riuscirono a raccogliere i naufraghi prima del completo affondamento della nave. In totale, furono salvati 622 marinai.
⚠️ Porti italiani non più sicuri
Dopo il salvataggio, la destinazione iniziale prevista per i superstiti era il porto di Livorno. Tuttavia, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, l’Italia era diventata un paese instabile e i porti italiani erano considerati a rischio, sotto possibile controllo tedesco.
🕊️ Destinazione Baleari, territorio neutrale
La Marina italiana optò quindi per una rotta alternativa: le Isole Baleari, in Spagna, che all’epoca manteneva una posizione neutrale nel conflitto.
Qui, i naufraghi furono accolti e curati, ma 26 di loro morirono poco dopo a causa delle gravi ferite riportate durante l’attacco. Le loro salme sono oggi custodite nel cimitero di Mahón, capitale dell’isola di Minorca.
⚓ Storia travagliata della Corazzata Roma
La Corazzata Roma, una delle più moderne navi da guerra della Regia Marina, fu varata il 9 giugno 1940 presso il cantiere navale San Marco di Venezia.
Nonostante la sua imponenza e le avanzate dotazioni tecniche, la Roma non partecipò mai a scontri navali. La sua carriera operativa fu molto breve e poco fortunata:
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Distanza percorsa: 2.492 miglia marine
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Numero di missioni in mare: 20
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Carburante consumato: 3.320 tonnellate
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Giorni fuori servizio: 63 (dopo i bombardamenti del 1943)
🚫 Mai entrata in battaglia
La nave fu più volte tenuta in riserva dai comandi italiani, che evitarono di impiegarla in operazioni belliche attive. Solo nel 1943, quando l’Italia subiva crescenti bombardamenti alleati, la Roma fu trasferita nel porto di La Spezia, insieme alle altre corazzate della classe Littorio.
💣 Bombardamento su La Spezia
I primi due tentativi di bombardamento da parte della Royal Air Force nel aprile 1943 non ebbero successo. Tuttavia, il 5 giugno 1943, l’aviazione americana colpì duramente La Spezia:
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Affondato il cacciatorpediniere Alpino
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Danni gravi alla corazzata Vittorio Veneto
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La Roma fu colpita e danneggiata gravemente
Dopo questo attacco, la nave rimase fuori servizio per oltre due mesi.
🕊️ L’armistizio e l’ultimo viaggio
L’8 settembre 1943, l’Italia firmò l’Armistizio di Cassibile con gli Alleati. Questo atto segnò l’inizio di una nuova fase del conflitto, durante la quale i tedeschi iniziarono ad attaccare le forze italiane, considerandole ormai nemiche.
Il giorno dopo, il 9 settembre 1943, mentre si dirigeva alla base navale de La Maddalena (in Sardegna), la Corazzata Roma fu attaccata e affondata dalla Luftwaffe nel Golfo dell’Asinara, con la morte dell’ammiraglio Carlo Bergamini e di 1.393 uomini dell’equipaggio.

🛳️ L’ultimo ordine: raggiungere Malta
Dopo la firma dell’Armistizio del 3 settembre 1943, l’Italia fu obbligata dagli Alleati a consegnare la flotta. Le tre corazzate della classe Littorio dovevano essere trasferite a Malta.
La squadra navale, guidata dall’ammiraglio Carlo Bergamini, salpò dalla Spezia la sera dell’8 settembre, poche ore dopo l’annuncio pubblico dell’armistizio. Il convoglio puntò inizialmente verso la Sardegna, per poi proseguire in direzione Malta.
💥 L’attacco della Luftwaffe nel Golfo dell’Asinara
Il 9 settembre 1943, mentre la formazione si trovava a circa 16 miglia dalla costa sarda, nei pressi del Golfo dell’Asinara, il convoglio fu attaccato da bombardieri tedeschi Dornier Do 217 equipaggiati con bombe radioguidate Ruhrstahl SD 1400 (Fritz X).
La nave ammiraglia Roma fu colpita in pieno. L’esplosione squarciò lo scafo e la corazzata si spezzò in due, colando a picco in pochi minuti. Morirono 1.393 membri dell’equipaggio, compreso l’ammiraglio Bergamini.
⚓ Le altre corazzate proseguirono verso Malta
Le altre due navi della classe Littorio, la Italia (ex Littorio) e la Vittorio Veneto, riuscirono a sopravvivere all’attacco. Sebbene la Italia fosse stata colpita, entrambe proseguirono e raggiunsero Malta, dove si arresero alle forze alleate.
🔍 Ritrovamento del relitto della Corazzata Roma
Il relitto della Corazzata Roma è stato scoperto il 28 giugno 2012, dopo decenni di ricerche. La nave si trova in un canyon subacqueo al largo di Castelsardo, a oltre 1.000 metri di profondità.
Il relitto è spezzato in quattro tronconi:
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Lo spezzone centrale, ancora con le eliche intatte
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La prua, capovolta e staccata di un centinaio di metri
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Il ponte di comando, in assetto di navigazione sul fondo
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La poppa, adagiata sul pendio, conserva l’elica e la corona dei Savoia
Vicino ai resti della nave è stato individuato anche un idrovolante IMAM RO.43, l’aereo da ricognizione imbarcato sulla Roma.
- Guarda anche l’articolo sull’Affondamento della Corazzata Roma presso Il Portale storico della Presidenza della Repubblica
