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Home » Approfondimenti » Storia » Storia dell'Economia » Storia dell’industria della seta: Origine e diffusione

Storia dell’industria della seta: Origine e diffusione

Storia dell'economia

di Redazione
in Storia dell'Economia
Tempo di lettura: 4 minuti
Foto di Aditya Wardhana su Unsplash

Foto di Aditya Wardhana su Unsplash

Origini antichissime e “Paese della Seta”

L’industria della seta ha origini antichissime. Secondo le ricostruzioni storiche ufficiali, è nata in Cina, un Paese che le grandi civiltà europee antiche — come Greci e Romani — conoscevano come il “Paese della Seta”. Fin dalle prime epoche commerciali, la seta ha avuto un ruolo fondamentale nel favorire lo scambio di conoscenze e culture tra territori molto distanti e isolati tra loro.

Leggi anche: Storia e lavorazione della seta nel sito di Pierangelo Masciadri 

Le antiche vie della seta. Grafica - NASA Goddard Space Flight Center
Le antiche vie della seta. Grafica – NASA Goddard Space Flight Center

La Via della Seta: il collegamento tra Cina ed Europa

La seta, insieme ad altre merci, veniva scambiata attraverso la celebre “Via della Seta”.

Questo complesso reticolo di vie terrestri, marittime e fluviali si snodava per oltre 8.000 km, collegando la città cinese di Xi’an a Bisanzio, nel Medio Oriente. Il termine “Via della Seta” fu coniato nel 1877 per descrivere questo sistema di comunicazione fondamentale.

Le rotte della Via della Seta erano molteplici:

  • A nord, percorrevano le sponde del Mar Nero, arrivando fino alle pianure russe.

  • Al centro, attraversavano territori del Vicino e Medio Oriente, l’India e la Corea.

  • A sud, includevano tratte marittime nel Mar Rosso, nell’Oceano Indiano, e i porti arabi, africani, fino al Giappone.

La seta nell’economia europea

Per lungo tempo, l’Europa importò la seta esclusivamente sotto forma di prodotti finiti, come tessuti già confezionati. In epoca romana, questi tessuti diventarono simbolo di lusso e di status sociale, diffondendosi soprattutto tra le classi più abbienti.

L’industria della seta in Occidente iniziò soltanto nel 552 d.C., quando due monaci furono inviati in Cina dall’imperatore Giustiniano per svelare il segreto della produzione serica. Al loro ritorno portarono in Europa i bozzoli del baco da seta, dando così avvio alla sericoltura mediterranea, cioè l’allevamento del baco da seta (bachicoltura) e la successiva lavorazione del tessuto.

Anche gli Arabi contribuirono alla diffusione della sericoltura in Europa, coltivando il gelso bianco, la pianta le cui foglie sono fondamentali per alimentare il baco da seta.


Foto di David Clode su Unsplash
Foto di David Clode su Unsplash

L’industria della seta in Italia e la Magna Grecia

In Europa, l’arte della seta cominciò a svilupparsi ad Atene e a Corinto.

In Italia, invece, la produzione serica iniziò in Sicilia solo intorno al 1146. Nei territori della ex Magna Grecia si svilupparono maestranze specializzate e filiere produttive di grande rilievo, tanto da far raggiungere all’Italia un primato europeo nella produzione di seta tra il XIII e il XVII secolo.

A livello mondiale, l’Italia era seguita da Francia, Olanda e Inghilterra. I Paesi mediterranei, grazie a un clima temperato ideale per l’allevamento del baco da seta, producevano la materia prima, mentre i paesi nordici erano specializzati nella manifattura dei tessuti.

 

 

 


La prima globalizzazione europea della seta

Con il tempo, la filiera europea dell’industria della seta si specializzò: Spagna, Italia e Grecia si concentrarono sulla produzione della seta grezza, mentre Inghilterra e Olanda divennero centri di manifattura tessile.

Nel XIX secolo, l’industria serica europea raggiunse il suo picco, soprattutto in Inghilterra, con oltre 100.000 telai battenti. Tuttavia, l’abolizione dei dazi, le grandi guerre e l’evoluzione delle politiche agricole portarono a una progressiva perdita di centralità della seta nel mercato tessile europeo.

Il ruolo attuale della seta e delle fibre naturali

Oggi, la seta ha un ruolo di nicchia, destinata a prodotti di grande prestigio come abiti di alta moda, biancheria e tessuti d’arredo. Rappresenta solo una piccola frazione del mercato globale delle fibre tessili.

Nel 2009, l’ONU ha dichiarato l’anno internazionale delle fibre naturali, che però rappresentano circa il 40% della produzione mondiale di fibre tessili — in calo rispetto al 78% del 1960. La diffusione di fibre artificiali e sintetiche ha ridotto la quota delle fibre naturali, ma non il loro valore commerciale, che è anzi raddoppiato dagli anni ’50 grazie alla qualità superiore.

  • Leggi anche: Il Baco da seta 

Industria della seta: tra fibra naturale e reddito agricolo

Secondo la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura), le fibre tessili naturali rappresentano una fonte di reddito essenziale per gli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo:

  • Il cotone è centrale per l’Africa occidentale.

  • La juta è coltivata in Bangladesh e India.

  • Il sisal è importante in Tanzania e Brasile.

La produzione mondiale dell’industria della seta oggi

Dal 2000, la produzione globale di seta si è fortemente ridotta, attestandosi intorno a 135.000 tonnellate annue. La Cina domina con oltre il 70% della produzione mondiale. Seguono paesi asiatici come India, Vietnam, Thailandia, Turkmenistan e Uzbekistan. Fuori dall’Asia, il Brasile è l’unico produttore significativo.

Foto di Aditya Wardhana su Unsplash
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