Nel 2025 il governo israeliano, attraverso il ministro delle finanze Bezalel Smotrich, ha deliberato la creazione di nuovi insediamenti ebraici in Cisgiordania. Una scelta che segna un ulteriore passo nella politica di colonizzazione dei territori palestinesi e che mette seriamente in discussione la prospettiva della soluzione a “due popoli, due stati”.
Questa decisione non è soltanto politica, ma rappresenta anche una violazione del diritto internazionale e apre interrogativi sul futuro del Medio Oriente.
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Scheda • Fatti salienti
Aggiornato: 24 agosto 2025
Cisgiordania, nuovo piano insediamenti 2025
Il governo israeliano ha dato il via libera al progetto nell’area E1, tra Gerusalemme Est e Ma’ale Adumim, con circa 3.400 nuove unità abitative per coloni. Secondo il ministro Bezalel Smotrich, il piano mira a “seppellire” l’ipotesi dello Stato palestinese.
- 14 ago 2025 — Smotrich annuncia il piano E1 presentandolo come la fine della prospettiva dei “due Stati”.
- 20 ago 2025 — Via libera finale al progetto E1, sbloccando un congelamento durato decenni.
- 22 ago 2025 — Condanna ufficiale di UE, Regno Unito e Australia.
- 29 mag 2025 — In parallelo, annuncio di 22 nuovi insediamenti/riconoscimenti di avamposti in Cisgiordania.
- 15 ago 2025 — L’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani: il piano viola il diritto internazionale e può comportare trasferimenti forzati.
- Localizzazione: corridoio E1, tra Gerusalemme Est e Ma’ale Adumim.
- Entità: circa 3.401 abitazioni previste.
- Impatto territoriale: rischio di spezzare la continuità nord–sud della Cisgiordania (asse Ramallah–Betlemme).
- Popolazione coinvolta: ~700.000 coloni israeliani tra Cisgiordania e Gerusalemme Est accanto a ~2,7 milioni di palestinesi.
- Quadro legale: il trasferimento della popolazione civile della potenza occupante in territorio occupato è vietato dal diritto internazionale umanitario.
- Viabilità dello Stato palestinese: la frammentazione del territorio rende impraticabile una soluzione a due Stati contigui.
- Rischio escalation: aumento di tensioni e violenza in Cisgiordania.
- Isolamento internazionale: nuove condanne e possibili conseguenze diplomatiche.
- E1: area strategica tra Gerusalemme Est e Ma’ale Adumim.
- Ma’ale Adumim: grande insediamento a est di Gerusalemme; il collegamento con E1 consoliderebbe il controllo sul corridoio.
- Outpost: avamposto spesso nato senza autorizzazione formale, talvolta “regolarizzato” retroattivamente.
Cosa significa la colonizzazione della Cisgiordania
La Cisgiordania è un territorio strategico, al centro del conflitto israelo-palestinese da oltre mezzo secolo. Gli insediamenti ebraici, considerati illegali dalle Nazioni Unite, si moltiplicano con il sostegno diretto del governo di Tel Aviv.
Ogni nuova colonia riduce gli spazi vitali per i palestinesi, frammenta il loro territorio e rende impraticabile l’idea di uno Stato indipendente. La prospettiva di un riconoscimento internazionale della Palestina, già fragile, diventa così sempre più remota.
Una violazione del diritto internazionale
Il diritto dei popoli all’autodeterminazione è sancito dalla Carta delle Nazioni Unite. L’espansione coloniale israeliana nega questo principio fondamentale, creando una realtà di fatto che impedisce ai palestinesi di avere una propria nazione e un proprio territorio.
Numerose risoluzioni ONU hanno condannato gli insediamenti, ma la mancanza di conseguenze concrete ha di fatto lasciato mano libera a Israele.
Il sostegno degli Stati Uniti
Un ruolo decisivo è giocato dagli Stati Uniti, storicamente alleati di Israele. Washington continua a garantire appoggio politico, economico e militare, rafforzando la posizione israeliana nella regione.
Questo sostegno ricorda, per analogia storica, la nascita degli Stati Uniti moderni: un processo fondato sulla conquista dell’Ovest e sull’esclusione violenta dei popoli nativi americani.

Dal genocidio dei nativi americani al sionismo
Il parallelismo tra la colonizzazione americana e quella israeliana non è casuale. In entrambi i casi un popolo è stato privato delle proprie terre in nome di un progetto nazionale identitario.
La destra americana, erede di quella logica coloniale, trova oggi affinità ideologica con il sionismo più radicale: entrambi vedono nella forza e nell’espansione territoriale una legittimazione storica e politica.
Israele e Cisgiordania: la storia che si ripete
La politica coloniale in Cisgiordania non è soltanto un tema mediorientale, ma riguarda la storia universale dei popoli: conquista, esclusione, negazione dei diritti.
La domanda aperta è se la comunità internazionale sarà capace di imporre un cambio di rotta o se, ancora una volta, prevarrà la logica della forza a discapito della giustizia e della pace.
- Guarda anche l’articolo “Cisgiordania, il rabbino Ascherman: “I coloni israeliani? Non li ferma più nessuno” ” su Il Fatto Quotidiano, di Roberta Zunini
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