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Home » Storia » Porto Corallo

Porto Corallo

VILLAPUTZU

di Redazione
in Storia
Tempo di lettura: 3 minuti
Porto Corallo

Gli Aragonesi durante la loro dominazione in Sardegna costruirono lungo le coste diverse decine di torri di avvistamento (oggi ne sono censite 105. Leggi qui). La costa villaputzese, una delle più esposte, non poteva certamente rimanere sguarnita perché la facilità d’approdo e gli interessanti scambi commerciali con l’entroterra (argento, prodotti agricoli, legname) da queste parti erano una tradizione plurisecolare inaugurata dai punici che fondarono il porto di Sarcapos (da cui deriva il nome della subregione di pertinenza: il Sarrabus). Ecco allora che la politica militare aragonese, interessò questo lembo orientale della costa sarda con la realizzazione di ben sei torri, le quali erano regolarmente armate con artiglieria navale e sistemate nei punti strategici per garantire una migliore prevenzione di fronte alle frequenti ondate devastatrici, sia degli Arabi che dei Barbari. La stessa origine di Villaputzu, si deve ad un arretramento degli insediamenti rispetto alle coste.

IL PORTO DI SARCAPOS
I resti dell’antico Porto di Sarcapos si trovano in località Ernigiana in cima al rilievo “Cuccuru Santa Maria” dove il Flumendosa si apre con una grande ansa e degrada per altri 3 chilometri fino alla foce. La pianura fluviale era sede di un insediamento fenicio-punico, come dimostrano le rimanenze di un tempio costruito con bocchi sistemati a secco e circondato da muri cementati a malta di fango. Il porto di Sarcapos era dunque un attracco fluviale che consentiva l’imbarco delle forniture di argento provenienti dalle miniere del Sarrabus. Gli studiosi hanno individuato il sito facendo fede alla menzione della “statio” di Sarcapos, presente nell'”Itinerarium Antonimi” (III secolo d.C.) che parlava dell’antico tracciato dell’Orientale Sarda.

  • LEGGI ANCHE: ARBATAX

LA TORRE DI PORTO CORALLO
Delle sei torri, presenti sul litorale villaputzese  San Lorenzo, Murtas, Capo Ferrato, Motta, Saline, Porto Corallo, quest’ultima è quella che, da un punto di vista storiografico, ha avutola maggiore rilevanza.
Situata alla periferia Est del paese, all’imbocco di Porto Corallo e posizionata su un rilievo a 15 m s.l.m. , domina la costa e la foce del Flumendosa. Il fortilizio era in contatto visivo, a Nord, con la torre di Monte Rosso e a Sud con quella delle Saline e di Capo Ferrato. Fu realizzata su commissione della Reale Amministrazione delle Torri tra il 1450 e il 1500.

LA STRUTTURA
La struttura della Torre di Porto Corallo è la classica forma cilindrica, con altezza che arriva a 14 metri. L’ingresso è posto come sempre al primo piano a 6,5 m da terra: questo garantiva ai militari una maggiore sicurezza in caso di assalto. La camera interna, dotata di caminetto e botola per l’accesso alla cisterna, ha un diametro di 6 m, voltata a cupolata e tre feritoie per i cannoni. Era un ambiente molto sicuro detto a “casamatta” cioè a prova di bomba. Munito di cannoniere e destinato a custodire le artiglierie, resistette agli assalti fino a quando la potenza delle armi rimase limitata, perché, con l’introduzione di proiettili più potenti e di migliori spolette, divenne obsoleta. Ai tempi degli assalti barbareschi in Sardegna, tuttavia, che terminarono solo nel 1815, questi sistemi difensivi erano molto efficaci.

1812: VILLAPUTZU E MURAVERA COMBATTONO CONTRO L’ASSALTO DEI TUNISINI
Dalla camera centrale si può salire con una scala interna al piano superiore, dove c’era lo spazio per le munizioni, le sedi per l’alloggiamento dei cannoni e gli alloggi coperti con tetto di canne che accoglievano le vedette notturne. Questa parte superiore tuttavia venne demolita e ricostruita fino al livello del boccaporto tra il 1777 e il 1778 . A quell’epoca la fortificazione si usava ancora come torre di guardia fornita di guarnigione composta da due soldati armati di spingarde e un alcaide. Una dotazione che servì a respingere lo storico attacco del 1812 – riportato dal Generale La Marmora – in cui vide la flotta di barbareschi provenienti dalla Tunisia, respinta anche grazie all’efficace collaborazione della popolazione locale, venuta in massa da Villaputzu e da Muravera. Nel 1842, con la soppressione della Reale Amministrazione delle Torri, la torre perse definitivamente, dopo quasi 400 anni di servizio, la sua funzione militare.

Tag: Costa Orientale SardaStoriaSud SardegnaVillaputzu
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