Il calcio italiano attraversa uno dei momenti più difficili della sua storia recente. Dopo l’uscita di scena di Luciano Spalletti, la FIGC ha nominato Gennaro Gattuso nuovo CT Nazionale italiana, presentandolo ufficialmente il 19 giugno 2025. Ma questa scelta solleva più di una perplessità.
Leggi anche: Vecchia scuola allenatori calcio: Conte, Ranieri e Inzaghi nel campionato 2024/25
⚽ Un calcio italiano senza più radici
Il vero problema, prima ancora di chi siede in panchina, è il crollo del vivaio calcistico nei territori. Le scuole calcio locali chiudono, i settori giovanili faticano, le competenze tecniche si disperdono. La Nazionale non è più il prodotto di un sistema sano, ma l’esito di una selezione affrettata tra pochi talenti sopravvissuti.
👤 Gattuso nuovo CT della Nazionale: grinta sì, ma basta?
Gennaro Gattuso è stato un calciatore simbolo dell’Italia vincente del 2006: grinta, sacrificio, spirito di squadra. Ma è davvero questo ciò che serve oggi al timone della Nazionale?
Gattuso non ha mai brillato per carisma da allenatore né per continuità nei suoi incarichi tecnici. Le sue esperienze con Milan, Napoli, Valencia e Marsiglia sono state brevi e altalenanti. A fronte di una crisi strutturale, servirebbe un profilo più completo, formato e autorevole, in grado di ricostruire un progetto tecnico e motivazionale.
Una Nazionale in crisi cerca una guida, non solo un allenatore
La Nazionale italiana ha bisogno oggi non solo di un allenatore, ma di un leader con visione, empatia e solidità. Non basta l’energia in panchina: serve costruzione a lungo termine, valorizzazione dei giovani, dialogo con i club, cultura sportiva.
È legittimo dunque chiedersi se Gattuso sia all’altezza di un compito così delicato. E soprattutto, se questa nomina sia il frutto di una vera strategia o l’ennesimo ripiego d’emergenza.
Gattuso nuovo CT Nazionale italiana: una profonda riflessione
Il cambio al vertice tecnico della Nazionale italiana segna un nuovo punto di svolta, ma lascia aperte molte domande. Gattuso riuscirà a dimostrarsi un CT capace e preparato? O sarà l’ennesima occasione mancata per rilanciare un progetto calcistico nazionale?
In ogni caso, la crisi del calcio italiano non si risolve con un cambio in panchina. Serve un’azione profonda che riparta dai territori, dalle scuole calcio e dalla formazione dei tecnici.